Jk
Sono messo malissimo... Ogni giorno che passa mi sento più coinvolto. Mi piace dannazione... se mi piace. Abbiamo passato un Natale bellissimo grazie a lui, non riuscirò a dimenticarlo facilmente. I giorni volano e più mi affeziono a Jimin, so che la nostra è una situazione impossibile e che dovrò agire, fra un mese sarà primavera è tempo di decisioni.
Ed è durissima per me solo pensarlo.Jimin
Lo odio e lo amo allo stesso tempo... Che sia la sindrome di Stoccolma...? Forse io vittima alla fine mi sono innamorato del mio carnefice.
È un uomo forte,intelligente, bello e complesso al punto che ho rinunciato a decifrarlo, lo accetto così com'è.
Non credo che mi ucciderà gli piaccio troppo...
Questo è quello che mi dico continuamente, per poi ricadere nel mio solito dilemma.
E se invece mi sbagliassi e Jk lo facesse?
È stato un soldato della legione straniera e successivamente ha lavorato per il controspionaggio russo e israeliano penso che per fare lavori del genere devi essere uno davvero senza scrupoli.
Devo prendere una decisione manca un mese.
Oggi pomeriggio ha in programma di tagliare la legna, di solito quando lo fa sta fuori molto.
Io riapriro' la botola dentro quella stanzetta angusta ci sono dei cellulari mi basterà chiamare mio padre. Non servirà che io spieghi nulla, devo solo dirgli di venirmi a prendere perché sto bene...non dirò nulla su Jk... Non racconterò le sue cose... In fondo se non c'era lui sarei morto. Si farò così.Nel pomeriggio Jk è fuori come previsto, dopo aver controllato dalla finestra entro in camera sua sollevo il tappeto e poggio il piede per fare una leggera pressione sulla portella, fino a sentire che si apre.
Accendo la luce e mi guardo intorno per un secondo, rabbrividisco nel vedere tutte quelle armi, mi avvicino al tavolo i due cellulari sono lì come l'altra volta,
Sono scarichi.
Ne prendo uno.
Mi guardo in giro e vedo a terra il cavetto per ricaricarlo vicino ad una presa della corrente.
Lo collego e aspetto qualche minuto.
Poi si accende, strano niente pin... Faccio il numero di mio padre lo lascio suonare a lungo ma lui non risponde.
Allora scrivo un sms velocemente.
"papà sono Jimin... Sono vivo un uomo mi ha salvato vieni a prendermi sono in una baita sul monte Maisan prima della cima"
Premo inoltra e aspetto un attimo... Poi cancello il messaggio affinché Jungkook non lo veda.
Poi lo rimetto a posto.
Prima di risalire apro uno dei piccoli bauli che ci sono a terra, sollevo un panno bianco che copre il contenuto dentro ci sono delle piccole pistole con scatole di munizioni. Ne prendo una...con le sue munizioni. È davvero piccola, lascio dentro al baule, la scatolina vuota che la conteneva e ricopro tutto con il panno bianco. Non se ne accorgerà.
Risalgo spengo la luce chiudo la botola e sistemo il tappeto facendo attenzione a quelle stramaledette frange che mi hanno fatto scoprire la prima volta.
Esco dalla sua stanza.
Nascondo quanto preso in uno dei cuscini che sono sulla panca vicino alla finestra, la mimetizzo bene mettendola nell'imbottitura, Jk non li usa mai e non si siede mai lì.
Mio padre verrà a prendermi ne sono certo, appena le condizioni del tempo miglioreranno.
Poi mi siedo sul letto fingendo di leggere un libro.
Poco dopo Jk rientra con un cesto pieno di ceppi. Mi sorride ed io mi sento assurdamente in difetto.
Stupidamente sfuggo il suo sguardo, per fortuna lui è troppo impegnato con la legna per accorgersene... O almeno così credo.Jk
Quando sono rientrato mi sono reso conto che c'era qualcosa... Mi ha risposto non guardandomi negli occhi.
Mi accorgo subito che è entrato in camera mia, il piccolo scotch trasparente trasparente che ho messo per precauzione tra lo stipite e la porta è staccato. Dentro di me cerco mille scuse... Mi dico che è rientrato per prendere un libro ma so che non è così.
Ceniamo e poi mi metto a letto con lui, attendo che si addormenti per poi controllare... Apro la botola ed entro mi accorgo subito che uno dei cellulari è stato spostato, ed è acceso. Una bestemmia mi esce fra i denti. C'è una chiamata partita da qui due ore fa...ovviamente non andata a buon fine
Questo è il telefono che uso per comunicare con l'organizzazione russa che mi ha assoldato per diversi lavori...finche qualcosa nei nostri accordi non ha funzionato.
Ho saputo che mi stavano cercando ecco perché mi sono rintanato quassù in casa del nonno. L'ho conservato perché poteva essermi utile è stato uno dei miei ultimi lavori 3 anni fa... Poi ho detto basta... L'ho spentMa loro non mi mollavano, mi volevano ancora e mi hanno messo alle calcagna uno dei loro.
Con questo acceso mi localizzano è certo... E l'ultima volta con Serghiey Gervenko non ci siamo lasciati in buone... Temo che abbia dovuto farsi fare una dentiera a causa mia... E poi non credo abbia gradito che ho fatto fuori suo fratello.
Bestemmio ancora, sto per risalire quando la portella della botola mi si chiude in faccia.
Resto al buio un secondo prima di accendere la luce.
-Jimin?!?
Nessuna risposta
-Jimin!
Ancora niente
-So che sei lì... Aprimi
-Jimin!
-Jimin apri!
-Jimin abbiamo un margine di tre ore... Apri... Arriveranno...
Apri cazzo! Ti ordino di aprire!
Se non mi apri morirai!Lo sento urlare e battere i pugni sulla botola, sono terrorizzato, fra un po' sono certo troverà il modo di aprirla dall'interno.
-ha detto che arriveranno fra tre ore... Ma mio padre non potrà risalire quassù è ancora presto il sentiero è impraticabile.
Mi ha detto chiaro e tondo che morirò. Ho fatto bene a rinchiuderlo.
-apri!
Sento un botto tremendo sta cercando di aprirla con qualcosa.
-no... non ti apro. Arriverà mio padre e poi ti apriremo
-tuo padre non verrà... Il telefono che hai usato è dell'intelligence russa... Non hai mandato nessun messaggio.... Ma accendendolo mi hanno localizzato. Apri... Cazzo apri...
Mi siedo a terra coprendomi le orecchie con le dita, sta urlando, imprecando, battendo con qualcosa per aprire la portella della botola.
-ha detto che mio padre non verrà... Ma che verranno i russi...
Ho acceso quel telefono tre ore fa...quindi potrebbero essere qui a minuti.
Rifletto un po' Jk sembra essersi calmato.
-fidati di me.
Dice piano.
Non so cosa mi prende ma voglio credergli.
-Jk...
-Jimin apri...
Poi ricomincia ad arrabbiarsi
-se non apri ti ammazzo sul serio idiota... Apri... Ci uccideranno entrambi. Sono anni che mi stanno cercando.
Mi avvicino e apro
Jk è rosso in volto quando esce...è incazzato nero...mi arriva un ceffone che credo non dimenticherò per il resto della mia vita.
Si è cambiato e indosso ha quel vestito tattico che c'era sul manichino...ed è armato fino ai denti.
-Ora fai quello che ti dico!
Vestiti metti roba pesante sciarpa guanti scarponi fai più veloce che puoi.
Stiamo per uscire quando sentiamo un rumore... Guardiamo fuori dalla finestra e in cielo ci appaiono tre deltaplani a motore... Sono silenziosi...
Giungono con quelli in elicottero ci sarebbe il pericolo delle valanghe.
Sinistri stanno scendendo.
-Sono arrivati...
Commenta Jk fra sé e sé.
Ho combinato un guaio grosso davvero.
-contrordine... resta in casa... E ubbidisci almeno questa volta. Poi esce mentre Orion abbaia come un pazzo.
Due minuti dopo sono seduto sul pavimento mentre si sentono spari a raffica.
Spio dalla finestra senza essere visto, gli uomini in deltaplano sono atterrati e sono già in guerra con Jk.
Aveva ragione è certo morirò... Ma perché allora non mi preoccupo per me stesso ma solo per lui...
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Soli
FanfictionJeon Jungkook è un uomo misterioso e solitario vive in una baita sul monte Maisan...con il suo cane Orion, le sue capre, le mucche Honey e Agata, le galline del suo pollaio. All'inizio dell'inverno risalendo con il cane a recuperare le capre al pas...