-cosa sei?
Chiede Jiminshi sulle mie labbra.
Me l'aspettavo questa domanda.
-posso essere chi voglio...
-non farmi del male Jk farò quello che vuoi.
Sussurra piano
-ohh questo è sicuro.
Dico con tono deciso. Spingendolo sul suo letto.
Cerca di respingermi puntandomi le mani sulle spalle ma con scarsi risultati.
-internet funziona mi hai mentito... Avresti potuto avvisare che mi avevi trovato.
-se avessi avvisato sarei finito sul giornale... "montanaro ritrova ragazzo ricco disperso"... Li avrei attirati qui capisci...
-potevi chiedere un riscatto a mio padre.
-non ho bisogno di soldi Jiminshi ... ma di ben altro in questo momento.
Catturo nuovamente la sua bocca, la mia lingua la penetra senza ritegno, mentre le mie mani scorrono sbrigative sulla sua pelle.
-spogliati Jiminshi... o lo farò io.
Ovviamente non ubbidisce ed io voglio dimostrargli che non scherzo.
Con le dita prendo l'apertura del pigiama tirando con forza così che saltino via tutti i bottoni.
-togliti il resto ...non farmi arrabbiare.
Gli ordino.
Esegue tremante con due grossi lacrimoni che scendono senza fermarsi non abbandonando il mio sguardo.
Non ho pietà di lui... La vita non ne ha mai avuto per me... Resta nudo alla mia mercé guardandomi con quegli occhi che sembrano così innocenti. La sua pelle rabbrividisce lo sento sotto le mie dita ed io mi eccito sempre di più.
-non opporti...
Gli intimo
-Lasciami fare.
Comando mentre lo strattono per impormi a lui.
Ha un piccolo tremito ed è un attimo sono dentro di lui.
Chiude gli occhi arrendendosi.
-bravo... Lasciati andare... Ne ho bisogno... Non sai cosa hai scatenato in questi due giorni... Non è facile stare sempre soli sai...anni... giorno dopo giorno... E poi sei arrivato tu... Con questa bocca a provocarmi... con questi occhi a giudicarmi.
Profano ancora le sue labbra per non sentire le sue proteste.
Soddisfo quella voglia che avevo nel pomeriggio e libero i suoi polsi che fino a poco erano stretti in una mia mano.
Lo guardo sfidandolo come a dire ribellati ora se hai il coraggio.
Ma sorprendentemente non lo fa, ed io continuo a prendermelo. Sorrido quando sento le sue unghie affondare nella mia schiena anche quel dolore è piacere per me e suoi piccoli gemiti accendono i miei sensi .
-sto impazzendo...
Mi sfugge inconsapevolmente.
Non dice nulla ma la sua bocca aperta in piccolo ohhh ad ogni mia stoccata testimonia che mi sente e che non gli sono indifferente...alla fine non è stata una violenza vera e propria nonostante i miei modi vergognosi...no non lo è... E lo capisco da come le sue gambe cingono la mia persona, sono una prova che sta godendo anche lui magari involontariamente ma è successo.
Raggiungo il mio apice, mentre lui ci è arrivato un attimo prima ne sono certo l'ho sentito tremare come ho sentito il suo fiotto caldo sul mio addome.
Stremato mi abbandono su di lui... Con il piacere del calore che solo il corpo nudo di un'altra persona ti può dare...che solo la sua pelle morbida può donarmi.
Segue qualche attimo di silenzio ma poi sono io a parlare per primo.
-cosa pensavi di trovare nella mia stanza?
Dico ad un certo punto.
-qualcosa che mi dicesse di più di te...
-l'hai trovato?
-temo di sì.
Mi risponde sfrontatamente.
-cosa pensi ?
-che ho tempo... La primavera è lontana... Posso farti cambiare idea... Vedrai non mi ucciderai.
-Jiminshi non mi faccio manipolare non riuscirai a convincermi.
-no sarai tu che non saprai resistermi.
-Jiminshi non sei il primo che ci prova.
Rispondo sorridendo accarezzandogli il volto sorpreso dalla sua ingenuità.
-ma sono quello che ha più motivazione.
E poi dopo un respiro profondo comincia a chiedermi.
-Chi sei?
Riprova a farmi la domanda ed io mi lascio andare nella confidenza perché so che non uscirà da questa casa... Il destino di Jimin è segnato dal momento in cui mi ha incontrato.
-avevo diciotto anni quando ho ucciso la prima volta. Ho seguito mio padre, lui era un mercenario nella legione.
Poi è stato ucciso ed io ne sono uscito. Ho lavorato in proprio dai 21 ai 27....vendendomi al miglior offerente... Ho ucciso per denaro... Un giorno sono venuto qui e ho trovato morto pure mio nonno e non mi è restato più nessuno. Dopo la sua scomparsa sono rimasto qui... Pensavo solo di prendermi un periodo di pausa... Ma ci sono rimasto.
-perché tutte quelle armi là sotto?
-perché uno come me non può uscire del tutto da quella vita... Qualche nemico ce l'ha sempre... Mi tengo pronto ad accoglierli se mai mi troveranno.
-perché mi hai salvato Jungkook?
Sospiro rivedendo nella mia mente quella scena, il suo corpo inerme su quel costone di roccia.
I suoi capelli biondi intrisi di sangue...l'immensa tristezza di quell'immagine...nella mia vita ho visto troppi corpi inerti lasciati a sé stessi... Come bambole rotte che non servono più.
-perché ero troppo solo forse... O perché sono uno stupido. Ora non potrò che ucciderti tu sai troppo e non puoi tornare alla tua vecchia vita.
Jimin ci pensa un attimo... Per poi uscirsene.
-si forse è meglio che lo faccia tu... Dato che chi ha tentato di uccidermi la prima volta non ha fatto bene il suo lavoro... Tu sarai certamente più bravo.
Dice girandomi le spalle e coprendosi con la coperta.
Mi lascia senza parole... Perché ha ragione la morte lo sta rincorrendo.
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Soli
FanfictionJeon Jungkook è un uomo misterioso e solitario vive in una baita sul monte Maisan...con il suo cane Orion, le sue capre, le mucche Honey e Agata, le galline del suo pollaio. All'inizio dell'inverno risalendo con il cane a recuperare le capre al pas...