18. Sei In Pericolo

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Continuo a guardare quel messaggio.
Poi Isobel e Jack mi distraggono con i loro discorsi.
Seguo la lezione con poco interesse... Jk cosa mi fai ero un ottimo studente adesso veramente mi faccio pena...se l'insegnante mi facesse una domanda resterei muto come uno stoccafisso. Essere qui e pensare a tutt'altro è vergognoso!
Apro il libro di fisica e riguardo la foto...sono rapito... dio quanto mi piace... Quel neo sotto la bocca... Quella cicatrice sullo zigomo...ricordo tutto di quel corpo... Di quelle mani... E il resto... Ogni particolare mi fa impazzire.
-chi è quel pezzo di figo?
Mi chiede sottovoce Isobel.
-Jk
-il boscaiolo? Il montanaro? E non mi avevi detto che era un gran pezzo di manzo!
Continua sottovoce ma con un tono esaltato.
-ah no?
-Kim l'ha vista questa foto?
Chiede un po' troppo curiosa.
-no... L'ho fatta sviluppare oggi
-Jimin...
-Dimmi ...
Ormai mi sono lasciato andare alle confidenze.
-sembra che tu ci tenga tanto a lui.
-mi ha salvato.
Cerco di giustificarmi...
Ci scambiamo un paio di sguardi e lei mi sgamma subito...  sa essere brutale...
-non è che per riconoscenza ci hai scopato?
Arrossisco continuando a fissare la foto ricordando tutti quei momenti sotto le coperte.
-questa si che è una notizia... Tutti quei mesi te lo sei fatto...
-mi ha fatto... Lui non è uno... Cioè è attivo... Molto attivo.
-e Kim? Che intenzioni hai con Kim?
-Kim è la mia realtà... Jk un illusione... Con lui non ci potrà mai essere niente.
-quindi non lascerai Kim?
-no... Non se lo merita mi ha aspettato.
Confermo qualcosa che ho considerato adesso sorprendendo me stesso.
-questo è vero... Non sai quanto era disperato abbiamo passato molto tempo insieme... Anche con Jack ovviamente. È un caro ragazzo non si merita un fidanzato che lo tradisce.
-cosa dici? Non volevo tradirlo... Io mi sono trovato in una situazione...ero da solo... E lui era... non posso spiegartelo...Era una situazione piu grande di me questo volevo dire.
-ah beh ci credo nemmeno io avrei saputo gestire tutti quei mesi avendo a portata uno così...
Commenta alzando gli occhi al cielo.
Non capisce smetto di parlarne... Non posso raccontarle tutto...

Quando prendo il metrò sto molto attento e mi guardo in giro. Il messaggio è vero c'è ancora non è una mia fantasia.
È venuto per uccidermi deve averci ripensato dopotutto, Yuri ha detto che Jk ha affermato di voler tornare alla sua vecchia vita. Io so chi era... So che ha ucciso almeno due persone, l'ha fatto davanti a me... Pure io ho ucciso Serghiey però per me...sarebbe considerata legittima difesa, e poi sono incensurato... Chissà se Jk ha la fedina sporca.
Mi siedo dove c'è molta gente e sto in ansia finché non sono di nuovo in strada e nel camminare verso casa scelgo una via trafficata.
Tuttavia attraversando non mi accorgo che il rosso per i pedoni scatta quasi subito e per poco un'autovettura mi investe. È una casualità ne sono certo. La colpa è della mia sbadataggine.

I miei oggi non sono a casa rientrano domani, sono andati a Busan dai nonni.
Non appena arrivo trovo Kim ad aspettarmi sotto casa.
Mi abbraccia subito e cerca di baciarmi. Lo sa che i miei genitori non ci sono ed insiste per salire.
-Jimin possiamo stare un po' insieme... Potrei restare a dormire.
Mi dice stringendomi.
-no... Devo studiare eh non mi sento troppo bene sta per venirmi un raffreddore.
-studiare?!? Ma se Jack mi ha detto che non stai facendo un tubo.
-Jack? E da quando hai tanta confidenza con lui?
Chiedo sorpreso.
-quando ti hanno dato per disperso Isobel e Jack mi sono stati molto vicini. Li sentivo e li vedevo spesso.
Venivano a casa da me stavamo insieme interi pomeriggi. Il sabato sera mi trascinavano fuori... Mi sono preso certe sbronze per la disperazione tesoro... E Jack era sempre pronto a riportarmi a casa.
-sono dei veri amici... Siamo fortunati.
Commento ricambiando il suo abbraccio.
-mi dispiace che hai sofferto Kim... davvero mi dispiace tanto
-allora posso salire?
-no... Tesoro... No. Ho bisogno di tempo... Scusa...
-ma abbiamo già fatto sesso da che sei tornato.
-lo so... Non riesco a spiegarti come mi sento.
-dovresti capire anche come mi sento io..
Dice spingendomi leggermente via e andandosene arrabbiato.
Queste discussioni con Kim stanno diventando sempre più frequenti...sembra che lui si senta sicuro di me solo se mi concedo a lui. Ed io in questo momento non me la sento.
Entro nel palazzo amareggiato stranamente il custode non è al suo posto alla reception, non ci faccio troppo caso si sarà assentato per un momento... Anche i custodi vanno al bagno.
Salgo in ascensore... Mi sento stanco.
Resto sorpreso perché i miei quando sono partiti hanno dimenticato di inserire l'allarme, abitiamo in un bellissimo complesso residenziale, un attico di trecento metri quadri. Non conosco i miei vicini di casa né chi abita in questo palazzo. Raramente mi capita di dividere l'ascensore con qualcuno, qui gli appartamenti sono solo sei e giù c'è il custode.
La sicurezza è massima.
Entro mi tolgo la giacca e le scarpe e le lascio nel guardaroba nell'ingresso.
Vado subito in camera mia per lasciare i libri, indossare qualcosa di comodo e mettere in carica il telefono, ultimamente si sta scaricando spesso dovrei portarlo a vedere.
Fatto questo vado in cucina per prepararmi un toast ma appena lo infilo nella tostiera le luci traballano... Vanno e vengono per qualche secondo per poi spegnersi.
Il cuore mi va a mille ma per fortuna ci sono le luci di emergenza.
Il quadro elettrico è nel salone dietro un quadro, nell'andarci attraverso mezzo appartamento.
La casa mi appare sinistra in tutta quella penombra. Sto per raggiungerlo quando un ombra oscura  avanza verso di me indietreggio verso i tendoni delle finestre.
Capisco di essere nei guai... La persona si avvicina  è vestito con colori scuri e ha un passamontagna.
Un ladro penso.
-la prego non mi faccia del male...
Dico con voce soffocata dal pianto.
C'è un attimo di silenzio in cui ci studiamo... Io valutando le mie possibili vie di fuga lui come avvicinarsi a me rendendomi innocuo.
-come potrei...
Risponde mettendomi una mano sulla bocca e zittendomi per poi trascinarmi dietro ai tendoni.
Sono con la faccia verso il vetro e ho davanti tutta la città illuminata.
La sua mano lascia la mia bocca e mi accarezza il viso.
Quella voce... Quella voce...
-come stai Jiminshi?
-Jk...
Dico con voce strozzata.
-proprio io...
-Yuri mi ha detto che non stai più alla baita.
-Yuri parla troppo.
-perché sei qui? Vuoi finire il lavoro?
-pensi ancora che io voglia ucciderti?
Mi faccio forza e mi giro verso di lui  restando di schiena appoggiato al vetro.
È un attimo e la sua bocca è sulla mia rude e forte, padrona di me come sempre. Una sua mano scende sul mio fianco e poi più giù poggiandosi su una mia natica attirandomi a sé con possesso.
-mi sei mancato...
Dice sulle mie labbra.
-dio cosa ti farei... Ma non c'è tempo. Jiminshi... Ho ripreso la mia vecchia vita perciò devo stare attento ad ogni mia mossa ho in piedi un paio di cose qui a Seul.
Sono qui per dirti che avevi ragione qualcuno vuole ucciderti ed io credo di sapere chi. Sono giorni che ti osservo tesoro da lontano...
-non sei così bravo perché ti ho visto.
Gli rispondo con un sorrisetto soddisfatto sulle labbra.
-ho voluto che mi vedessi affinché tu fossi più tranquillo...ti ho mandato anche il messaggio...
-non fumo lo giuro...
-lo so. Ora basta parlare baciami tu...
Mi ordina.
Mi metto sulle punte dei piedi aggrandomi alle sue potenti spalle. Sfioro delicatamente le sue labbra per poi insinuarci la mia lingua che trova subito la sua.
Sento che una sua mano guida la mia sul suo sesso.
-vedi Jiminshi... Sono in tuo potere.... Vorrei tanto che tu mi toccassi... Oppure...
Ma non sono qui per questo.
Promettimi che starai attento... Promettimelo.
-si lo farò.
-giuramelo!
-lo giuro.
-io devo andare...
-no ti prego resta i miei non ci sono... Puoi restare tutta la notte...
-magari.. Ma proposito di questo... Sei tornato con Kim?
-Jk mi sentivo solo.
-ma tu sei solo mio e lo sai.
Non posso ancora lasciarti andare Jiminshi... Sei  in pericolo.
Dice con voce ferma prima di allontanarsi da me.
-io non voglio che mi lasci...
Gli rispondo ma ormai lui se ne è già andato.

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