Sono passati due mesi oggi è il primo giorno di primavera il 20 marzo e sono vivo.
Vivo per modo di dire... Dal giorno in cui ho riabbracciato i miei genitori, il mio ragazzo Kim, i miei amici Isobel e Jack, ho vissuto chiedendomi cosa stesse facendo Jk.
Alla baita sicuramente ora sarà bellissimo, i prati saranno in fiore e durante il giorno non sarà troppo freddo.
Le notti poi spesso mi sveglio agitato ansante, sognandolo... Ricordo quando mi prendeva e quanto mi piacesse essere soggiogato da lui. Le sue labbra che non mi davano tregua e le sue mani grandi che mi stringevano.
Ritrovare Kim è stato un trauma, la prima notte che abbiamo passato insieme è stata sconvolgente, per quanto lui sia stato attento e focoso più del solito, quel paragone continuava a farsi presente... E Kim senza saperlo né è uscito sconfitto.
Isobel è stata molto vicina a Kim, dopo la mia scomparsa l'ha aiutato a riprendersi e Kim me l'ha raccontato.
Ho ricominciato ad andare in università con Jack e Isobel. Isobel spesso è curiosa su quel periodo.
-è com'era il boscaiolo?
-non era un boscaiolo... Si chiamava Jk. Era forte e si era un bell'uomo...ma aveva uno strano carattere.
Mi limito a dire.
-hai mai pensato di tornare alla baita e ringraziarlo?
-si ma mio padre non vuole, l'ha già fatto lui attraverso Yuri la guida delle escursioni, credo con un cospicuo assegno.
-Jimin dovrai prepararti... Per l'esame di fisica è fra due settimane... Devi tentare potresti passare... Hai già perso 6 mesi sei piuttosto indietro
Interviene Jack riportandomi alla realtà
Dopo un paio d'ore decido di tornare a casa, mi incammino fino alla metro, non sento i rumori... un po' di musica con le cuffiette nelle mie orecchie attutisce i rumori della città.
Troppi mesi isolato dal mondo hanno fatto di me una persona schiva.
I visi delle persone mi sembrano tutti uguali, forse perché nella mia mente ce n'è impresso uno soltanto.
Mentre rifletto chiedendomi come ha potuto dimenticarmi così, mettermi da parte come qualcosa di inutile... arrivo alla mia fermata.
Sono in mezzo alla gente e improvvisamente sento che qualcuno mi spinge bruscamente in avanti mentre il convoglio sta arrivando. Fortunatamente poco più in là c'è un signore robusto che riesce a prendermi per un braccio prima che io mi sfracelli sulle rotaie.
-si sente bene? Stava per succedere una disgrazia.
Commenta con il suo faccione simpatico da buon samaritano.
-grazie... Davvero il convoglio stava arrivando mi avrebbe investito se cadevo sulle rotaie... Grazie.
Mi riprendo un po' sedendomi su una panchina e aspettando ad un'altra fermata.
Quando il mio cuore riprende a battere regolarmente... La risento quella mano sulla mia schiena... Come sul sentiero in montagna prima di cadere... Non me la sono immaginata... Non era suggestione anche oggi qualcuno ha cercato di uccidermi.
Finalmente il mio convoglio arriva, salgo e mentre le porte si chiudono il mio cuore accellera improvvisamente... Perché lui è là... lo vedo in mezzo alla gente...il vetro sporco delle porte scorrevoli non mi impediscono di vederlo... È Jk ne sono sicuro... È lui... Ma è un attimo ed altre immagini si susseguono davanti ai miei occhi... il treno parte non lasciandomi il tempo di realizzare se quello che ho visto è reale o se è quello che la mia mente avrebbe voluto che vedessi.
Ritorno a casa e mi agito ancora di più mentre penso che è tornato per finire... È tornato per uccidermi non può essere stato che lui oggi... E forse l'ha fatto anche in montagna...cosa questa alla quale non ho mai pensato.
Sono fuori di me probabilmente è tornato per uccidermi ed io non penso ad altro che a rivederlo...è ufficiale sto impazzendo.
Non ho cenato e i miei si sono preoccupati, mia madre sostiene che da quando sono tornato mangio pochissimo...ha ragione sono dimagrito ancora tre chili.. Non va bene neppure questo...
Cerco di studiare un po' fisica. Quando Isobel mi manda la foto simpatica di uno scimpanzé con in testa un berrettino ed in mano una macchina fotografica... Con scritto "ti tengo d'occhio" ... Nel testo di what's app si capisce che è preoccupata per me.
"Jimin come stai!? Sei andato via di corsa... Io ti conosco so che non stai bene... Ti tengo d'occhio... Non lasciare da parte la tua vecchia amica, confidati parliamo se posso aiutarti... Quello che hai vissuto è terribile lo so..."
No... Penso non lo sa... Non può saperlo nessuno può capirmi.
Riguardo l'immagine buffa dello scimpanzé sorridendo, perché è davvero un'amica e si preoccupa per me e poi mi viene in mente la mia vecchia macchina fotografica quella che avevo in montagna quando sono caduto. La cerco sul fondo dell'armadio, sono certo di averla.. quando sono venuto via Jk me l'ha messa al collo.
Ricordo di avergli fatto una foto uno dei primi giorni che ero in baita, non gli era piaciuto e me l'aveva tolta di mano.
Domani andrò a far sviluppare le foto al centro commerciale vicino all'università. Suona il mio cellulare è Kim.
È la sua telefonata della sera.
-ciao amore.
-ciao... Cosa fai?
-niente guardo la tv. Ci vediamo domani sera... Vieni qui da me stiamo un po' insieme cosa ne dici?
-vediamo...
-dai... Ti prego mi sei mancato.
Mi mi sta chiedendo indirettamente di andare a letto con lui domani... Gia la prima volta dopo il mio ritorno è stato un trauma... Lui che spingeva dentro di me ed io che non sentivo nulla e la mente lontana mille miglia.
Quando chiudo la telefonata è un sollievo.
Non riesco a dormire, sono molto molto in agitazione non vedo l'ora di sviluppare le foto.
L'indomani mattina piove a dirotto, vado dritto al centro commerciale.
Ho lasciato il rullino... Speriamo che riescano a sviluppare qualcosa, è una vecchia macchina fotografica l'avevo comprata perché mi piaceva l'idea di fare foto alla vecchia maniera non con uno stupido cellulare.
Devo aspettare mezz'ora e allora decido di prendermi un caffè sono al terzo piano del centro, mi appoggio alla balaustra guardando giù... Lo rivedo è lui sta scendendo su di una scala mobile è di spalle con un impermeabile grigio scuro stretto in vita l'immancabile cuffietta nera... Si gira e il suo viso lo vedo... Sto impazzendo non può essere che lui. Lo chiamo incurante del fatto che tutti mi guardino perché sto urlando come un pazzo.
Non si gira nemmeno.
Raggiungo il bar dove volevo farmi il caffè.... Mi siedo sconvolto... Era lui ne sono certo. Quel viso... Chiudo gli occhi e così posso vederlo così indistintamente.
-signore... signore... Il suo caffè...
La cameriera mi richiama preoccupata.
-si sente bene?
-si... Si.
La rassicuro.
Bevo poi il mio caffè mentre il mio stupido cervello fa mille congetture... mi accorgo che mi ha portato pure un bricchetto con del latte.
Me lo verso e ne bevo un po'... Così diverso da quello di Honey e Agata... Poi ci penso... Non può essere venuto via dalla baita tutto questo tempo lasciando Le due mucche e gli altri animali alla baita. E così chiamo Yuri...solo lui può darmi la certezza che Jk sia qui... Che quello che ho visto non è il prodotto della mia fantasia... Del mio desiderio. Ho ancora il suo numero.
Non tarda a rispondere.
-Ciao Jimin! Come stai?
-bene grazie e tu.
-ottimamente ora che la primavera è tornata riprendo a lavorare. Oggi sono qui in paese piove quindi non salgo sul Maisan.
-Yuri potresti farmi una cortesia?
-se posso volentieri.
-salutami Jk quando sali.
-impossibile. La Baita è chiusa lui se ne è andato.
-non può essere... E gli animali?
-li ha lasciati al vecchio Keber qui in paese, era un amico di suo nonno uno del quale ci si può fidare.
-ti...ti...ha detto dove andava?
-no... Ma ha commentato qualcosa sulla sua vecchia vita... Che l'avrebbe ripresa.
-oook.... Grazie Yuri... Verrò a trovarti qualche volta.
-certo sai dove trovarmi.
Appena chiusa la telefonata finisco il caffè tutto d'un fiato scottandomi il palato...sono davvero sconvolto.
Ritorno al negozio di fotografie pago e la commessa sorridente mi consegna una busta. Le scorro una ad una ... La trovo quasi subito... Lui bellissimo con quella camicia nera a scacchi blu, i capelli neri leggermente lunghi... Quel suo aspetto selvaggio che tanto mi ha affascinato.
Quegli occhi magnetici catturano i miei subito... Ed è solo una foto. La metto accuratamente in uno dei libri che ho sottobraccio affinché non si sciupi e il resto delle foto nello zainetto... Il mio telefono improvvisamente inizia a suonare.
È Isobel.
-dove sei? Fra venti minuti c'è lezione.
Dice un po' seccata perché non li ho ancora raggiunti.
-sto per arrivare sono al centro commerciale.
Mi giustifico.
-prendimi un pacchetto di Winston blu.. Grazie
-Isobel... Non avevi smesso di fumare?
-no
Risponde stranamente secca chiudendo la conversazione.Pochi minuti dopo aver preso il pacchetto di sigarette entro in università, Jack ed Isobel mi vengono incontro e andiamo a lezione.
Mi sono appena sistemato sulle bancate con accanto i miei due amici quando il mio telefono vibra sul ripiano.
È un messaggio what's app da un numero sconosciuto.
"non dovresti fumare..."
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Soli
FanfictionJeon Jungkook è un uomo misterioso e solitario vive in una baita sul monte Maisan...con il suo cane Orion, le sue capre, le mucche Honey e Agata, le galline del suo pollaio. All'inizio dell'inverno risalendo con il cane a recuperare le capre al pas...