25. Jk.. John

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Ho decisamente un aspetto professionale. Una camicia in seta grigio chiaro, completo grigio scuro in gradazione di colore... con giacca sfiancata non troppo lunga , scarpe in vernice nera...un po' grandine... Ma starò seduto. Mi guardo allo specchio prima di uscire, sono decisamente ok e questo è importante... Sentirmi sicuro del mio aspetto di fronte a tante persone che non conosco mi fa agire meglio. Prima però ho dieci minuti di incontro con Madame Arbeau.
Prendo su la mia cartelletta di pelle dove dentro ho un'agenda, la stilografica con le cartucce e un blocknotes. Mi sono truccato leggermente... Non si nota molto e ho un aspetto naturale.

Vengo accompagnato nello studio di Madame Arneau da quello stoccafisso di maggiordomo che oggi mi ha fatto un mezzo sorriso vedendomi vestito un po' meglio.
Quando entriamo la signora è seduta in una comoda poltrona di pelle davanti ad una scrivania d'epoca che come piedi ha due leoni seduti, decisamente pacchiani ma sicuramente costosissima.
Non saluta... È fredda e inospitale.
-si accomodi.
-grazie.
Rispondo timidamente.
Lei inizia subito brusca.
-la signorina Fregen è un incosciente, non lavorerà più per me. Come ha pensato di mandare un sostituto senza avvisarmi.
-signora parlo francese, inglese, giapponese e coreano non avrà di che lamentarsi .
- non parla tedesco?
-no...
Rispondo non capendo dove vuole andare a parare.
-ottimo. Segua le mie istruzioni e non potrà sbagliare.
Durante gli incontri che avremo con i miei ospiti lei si occuperà di tradurre soltanto, non commenterà, non farà domande. Non familiarizzi con nessuno di loro durante le riunioni e nemmeno durante le sue ore libere, questo non è un consiglio ma un ordine, le persone che sono qui sono persone "particolari" che non hanno niente a che fare con il suo mondo, sono uomini d'affari impegnati.
Annuisco stupito dal tono severo.
-signora non ho cenato né fatto colazione, immagino che non lo farò con i suoi ospiti... Dove devo andare?
-darò ordine che le portino tutto in camera così non gironzolera' nel palazzo. Jimin... la signorina Fregen era un po' frivola e nel letto di qualche ospite c'è pure finita... ma era bravissima lei veda di essere solo bravissimo. Per oggi salterà la colazione vorrà dire che mangerà di più a pranzo. Ah approposito il pomeriggio è libero sempre, faccia passeggiate, vada in paese, stia in camera sua, non la voglio fra i piedi.

Si alza e insieme  percorriamo  un lungo corridoio ai cui lati ci sono numerose armature, arazzi.... tutto vecchiume da film dell'orrore, fino ad arrivare ad una doppia porta che dà su una grande sala riunioni.
Dentro ci sono già delle persone in piedi, Madame Arbeau non mi presenta e mi indica una sedia su cui sedermi.
Poco dopo la sala si anima e sento parlare gli ospiti fra loro in lingue diverse. Piano piano si accomodano, Madame Arneau accanto a me... D'altro lato ho un uomo di mezza età con pizzetto pelle ambrata, lo sento parlare in arabo al telefono.
-siamo tutti?
Chiede Madame Arbeau.
-manca John...
-chi rappresenta questa volta?
Chiede la donna apprensiva.
-gli americani.
Vedo Madame Arbeau contrariata...ma mai quanto lo sguardo dell'uomo che entra in questo momento. I suoi occhi scuri incontrano i miei per un breve attimo per poi rivolgersi altrove.
-John!!! Caro ti stavamo aspettando...
Il mio povero cuore si ferma mentre la Signora Rebel moglie di quello che credo di aver capito essere il signor Schimdt... quello che parla solo tedesco, cinguetta verso l'uomo che mi ha rubato l'anima.
Si fa chiamare John... Ora....è lui ne sono certo.
Sono scioccato mi manca l'aria per qualche secondo.
Prendo il bicchiere  che ho di fronte e bevo un sorso d'acqua ghiacciata.
-non si agiti... Jimin giusto?
Sono Benazir Rashad, vedrà andrà tutto bene. Lei traduca le parti che le chiederà l'Arbeau e non ci saranno problemi.
L'arabo mi fa un sorriso strano, annuisco ma non rispondo, mi è stato detto di non familiarizzare.
Madame Arbeau inizia a fare una premessa in francese che io traduco in inglese. La donna lo parla ma è un inglese imperfetto in queste occasioni pare non si possa sbagliare. Evito di guardare Jk... Ma le poche volte che il mio sguardo cade su di lui resto stupito da quanto è cambiato ha i capelli più lunghi legati all'indietro e una lunga cicatrice sulla guancia destra.
Non mi ha guardato una volta... Neanche una tranne quando è entrato.
Iniziamo... Mi stanco parecchio perché Madame Arneau parla molto veloce...parla di diverse tipologie di bestiame ma senza entrare nei particolari, dando dei numeri di serie che i partecipanti hanno nel catalogo nelle cartelline che hanno di fronte. Documentazione che a me ovviamente non è stata data.
Quando abbiamo finito Benazir si offre di accompagnarmi in sala da pranzo.
-no Jimin non pranza con noi.
Informa Madame Arbeau
-Rebel è bello rivederti.
Sento Jk che parla con la moglie di Schimdt.
-anche per noi... Che ne dici di una partitina questa sera?
-se la posta in palio sei tu...come l'altra volta non posso che accettare.
Rebel si gira verso Schimdt...sorridendo. Dicendogli qualcosa in tedesco.
Per poi rispondere a Jk.
-è d'accordo tesoro... Come al solito basta che possa guardare.
Prendo su la mia cartelletta sconvolto da quanto ho sentito, le gambe mi tremano non vedo l'ora di rifugiarmi nella mia stanza...cos'è diventato?
Forse il Jk che in tutti questi anni era nella mia mente... Quello al quale ho tanto pensato non esiste.

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