36. Toni Autoritari

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-devo proprio?
Dico facendogli ondeggiare la parrucca bionda davanti.
-muoviti.
Mi risponde un po' troppo bruscamente.
Vado al bagno con il borsone. Tiro fuori dei vestiti da donna e la parrucca bionda con i capelli lunghi. Vi sono dei cosmetici, una borsetta e delle scarpe con tacco medio... Le provo subito sembrano più comode di quelle di Phil.
Mi trucco...metto la parrucca e devo ammetterlo... Ahimè sembro proprio una donna. Indosso un reggiseno riempiendolo con dei calzetti. Un maglioncino rosa e una gonna a tubino nera al ginocchio calze nere, giacchettino trapuntato corto rosa.
Sono una ragazza. Rientro in stanza e chiudo la mia valigia raccattando le mie cose.
Rientra Jk... Non mi guarda nemmeno... Ci resto male.
Si fa una doccia veloce e dallo stesso borsone tira fuori dei vestiti.
Davanti allo specchio si rasa i capelli quasi a zero.
-era necessario?
Chiedo io dispiaciuto.
-cercano un ragazzo e un uomo con i capelli leggermente lunghi... Ora siamo una ragazza e uomo pelato con gli occhiali da vista.
Dice infilandosene un paio con la montatura nera.
Indossa un paio di jeans neri un maglioncino grigio e un chiodo nero in pelle.
Richiude la sua valigia.
-è ora di andare fra un'ora e mezza abbiamo il volo per rientrare a Seul.
Andandocene... Passiamo davanti alla cucina non c'è traccia di Rebel e nemmeno del suo sangue.
-non ci pensare... Voleva ucciderti.
Commenta lui freddo.
-per me quando ha deciso di farlo era già morta.
Ha un tono che fa paura... Quando parla così non sembra lui.
-Andiamo
Dice con tono autoritario prendendomi la valigia di mano e facendomi strada.
Usciamo dall'armadio delle pulizie...addentrandoci nell'edificio fatiscente.
Scendiamo nel seminterrato dove scopre la BMW a due posti dal telone che la copriva. Mi apre la portiera...
-prego signora Johnson.
Mi invita a salire facendomi un gesto con la mano.
Sistema le valige e risale anche lui, con un telecomando che poi lascia in un cestino all'uscita aprendo il portellone del garage.
Quando siamo fuori rimanda il codice per avvisare che ora l'appartamento è libero.
Usciamo da Parigi direzione l'aeroporto di Charles se Gaulle.
Appena arrivati tira fuori dal cruscotto una busta.
-ecco... I documenti e il passaporto. Rientriamo a Seul. Da questo momento nessuna parola in inglese solo coreano.
Non disubbidirmi fai quello che ti dico
Afferma brusco... Poi accortosi del tono...
-non mi chiamo Jk... Sono Max Johnson... E tu Elise Johnson
Mia moglie... Approposito... Sei bellissima...
-fan culo...
Gli rispondo vendicativo.
Ed è così che ci spariamo 13 ore di volo. Io dormo quasi tutto il tempo...Jk alterna momenti di sonno al dormiveglia... Lui non dorme mai completamente...
-quando l'abbiamo fatto la prima volta in baita... Mi sono addormentato... Era la tensione...tu me l'hai allentata...ora il mio cervello sa che ci può essere un pericolo e non mi consente di lasciarmi andare completamente...
Si giustifica.
-cosa succederà quando torneremo a Seul.
- recupero la mia auto e le mie carte di credito e ripartiamo.
-per dove?
-meglio che tu non lo sappia per il momento.
-non ti fidi di me?
-io mi fido solo di me stesso.
Ha un tono che non mi piace... Dov'è finita la dolcezza dell'altro giorno?
-Voglio prima passare a casa da Annabelle e poi anche a casa dei miei per salutarli.
-no troppo rischioso.
Risponde categorico.
-ho bisogno dei miei vestiti e delle mie scarpe... Voglio assicurare Annabelle che sto bene...non ci siamo mai sentiti... Non prendeva il telefono in quel posto di merda. Voglio vedere i miei genitori.
-ho detto di no!
Lo dice con un tono sgarbato come avesse a che fare con un bambino.
-non comandi tu...ho una vita io.
Ribatto arrabbiato
-no! Non ce l'hai più  ora che sei il mio compagno... Te l'ho già detto si fa quello che dico io.
-ti prego...
-no.
-5 minuti...
-no!
-solo Annabelle è la più vicina all'areoporto... Ai miei gli scrivo per favore...
Piagnucolo nel tentativo di convincerlo.
-cosa non ti è chiaro della parola no?
Dice chiudendo gli occhi.
Gli tengo il muso per 6 ore di fila senza parlargli.
Ho vissuto un'esperienza traumatica come fa a non capire che voglio abbracciare i miei genitori e la mia migliore amica?
Neanche per pochi minuti... È davvero crudele.
E se Rebel avesse avuto solo un po' ragione... Ha detto che non ha cuore... Che si è solo invaghito di me... Guardo la sua mano che tiene il mio polso in un gesto di possesso...e improvvisamente ho paura di partire di nuovo per mete sconosciute con quest'uomo di cui in fondo so poco e niente se non che è un'esperto nell'arte dell'uccidere.
È così dopo lo sbarco nell'attesa di recuperare il bagaglio non appena si distrae... Mi rendo conto di avere un momento per fuggire.
Forse è una pazzia e è so già che mi riprenderà ma almeno avrò abbracciato Annabelle che è la più vicina all'aeroporto.
Salgo su un taxi.
-Hanooi street grazie... N. 20.
Il tassista mi guarda lascivo e io gli sorrido guardandolo dallo specchietto. Crede di portare in giro una ragazza.

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