Rifocillate tutte le bestie rientro in casa, butto ancora un paio di ceppi nel caminetto la temperatura è scesa di brutto.
Mi avvicino al ragazzo gli sento la fronte è calda deve avere un po' di alterazione, la ferita alla testa non sanguina più. Lo scopro leggermente, con la febbre non va bene essere troppo coperti e comunque l'ambiente è caldo. Orion si avvicina appoggiando il muso sul fondo del letto.
-non so cosa fare Orion...
Speriamo che domani si svegli...
Il cane fa uno strano verso in risposta, come se anche lui fosse preoccupato.
Noto che al dito ha un anello vistoso con una pietra preziosa, ha unghie curate con un velo di smalto trasparente. Mi rialzo ed esamino i suoi vestiti che ho lasciato sulla sedia... Gucci... Louis Vuitton... Ok è un tipo a cui i soldi non mancano a quanto pare.
Sarebbe meglio avvisare che è qui. Qui il cellulare normale non prende non ho intenzione di usare i miei ex telefoni da lavoro, perché so cosa significherebbe per me. Per un telefono normale l'unica zona ricettiva è a 8km da qui vicino alla foresta di abeti... Infatti vado là se devo chiamare. Se la neve ci darà tregua nei prossimi giorni avviserò in paese che l'ho trovato vivo... Sempre che poi sopravviva.
Decido di preparare una zuppa per me e il cibo per Orion.
Ne metto una parte via per il ragazzo sarà bene che mangi qualcosa di leggero e caldo quando e se si sveglierà.
Leggo un po' e poi vado nella mia stanza ormai la giornata è finita...lascio la porta aperta ed Orion sdraiato ai piedi del giaciglio del ragazzo.
Verso le tre vengo svegliato da un urlo... Lo raggiungo con il cuore a mille ... Ma è stato un grido nel sonno... Vedo i suoi occhi muoversi sotto le palpebre delicate, forse davvero sta sognando...oppure sta rivivendo quello che è accaduto.
Gli sento la temperatura ora è fresco lo ricopro con la trapunta. Il polso però è accelerato gli accarezzo il volto per calmarlo, peccato si sia così graffiato, e in quel momento apre gli occhi... Credo sia un riflesso o una conseguenza del sogno che sta facendo perché non penso che mi veda. Due minuti dopo li richiude e ricade nel sonno ed io ho bisogno di un ouzo... forse anche due per lo spavento.
Avere un'altra persona qui mi innervosisce, mi preoccupa. Ho fatto una scelta, quando sono venuto a vivere nella baita di mio nonno, mai avrei pensato di essere costretto a condividerla con qualcuno.
L'indomani mattina quando mi alzo mi accorgo che il ragazzo si è mosso, si è girato su un fianco e dorme tutto coperto la trapunta copre pure la testa. Forse ad un certo punto si è svegliato e si è spaventato chi lo sa e ha voluto proteggersi.
Preparo del latte caldo... Poi mi avvicino a lui cercando di svegliarlo.
Lo scopro e lo scuoto leggermente per una spalla.
Arriccia il naso e apre gli occhi stropicciandoseli con una mano guardandomi spaventato e tirandosi su la trapunta fin sotto il mento.
Due occhi scuri mi scrutano allarmati.
-come stai?
Chiedo subito.
-bbbene... Mi fa un po' male la testa...
-eh hai preso un bel botto... Come ti chiami?
-Park Jimin.
Risponde come se si aspettasse da me una reazione nel sentire il suo nome.
-io sono Jk.
-ho detto che mi chiamo Park Jimin...
Ripete convinto.
-ti ho sentito Park Jimin non sono mica sordo.
Percepisco un espressione sul suo volto infastidita... Forse è una persona conosciuta cosa vuole che ne sappia io stando quassù.
-sei vivo per miracolo.
Cambio argomento.
-mi hai salvato tu?
-ti ha trovato Orion il mio cane pastore...
Dico guardandolo sdraiato davanti al caminetto.
-Abbiamo incrociato la guida del tuo gruppo che ci ha detto che ti avevano perso.
-vieni ti dò del latte caldo dovrebbe farti bene.
Dico invitandolo a seguirmi.
Cerca di alzarsi ma barcolla subito, un ginocchio non lo regge è dolorante.
Lo sorreggo prontamente.
-oddio sarà rotto...
Dice preoccupato.
-no... Se lo fosse ti farebbe molto più male e non poggeresti il peso sulla gamba. Resta a letto.
Gli sistemo i cuscini perché stia comodo e gli passo la tazza con il latte caldo.
Ne beve un po' ma fa subito una smorfia.
-che strano questo latte...
Dice con un'espressione curiosa.
-è di Agata... Lei non è come Honey che mangia sempre le stesse erbe al pascolo...fra un po' di giorni comunque il latte avrà lo stesso sapore per tutte e due le mucche sai in inverno restano in stalla e mangiano fieno e mangimi.
-Agata è una mucca? Oddio è latte vero? L'hai bollito almeno?
Dice sconvolto.
-certo per chi mi prendi?
-ah ok.
Ha fame e lo finisce seppur poco convinto.
-forse quando mi hai trovato vicino a me c'era il mio cellulare?
-no... E comunque qui non prende bisogna scendere almeno 8 km più sotto al bosco degli abeti lì c'è campo.. Ma sarà impossibile almeno per i prossimi tre quattro mesi, siamo in novembre la neve è iniziata ora e terminerà alla fine di febbraio... Inizi marzo.
-verranno a cercarmi... Mio padre mi farà cercare.
Dice convinto.
-temo che non troverà nessuno disposto a farlo. Il monte Maisan è pericoloso in inverno, due anni fa sono caduti due elicotteri che stavano cercando degli escursionisti. Io stesso mi allontano poco da qui...se smette per qualche ora di nevicare... Perché quando riprende ne viene giù tantissima.
Ti prometto che appena si potrà scendere alla foresta degli abeti ci andremo per telefonare.
Annuisce poco convinto.
-posso restare a letto? Mi sento debole e mi gira la testa...
-certo devi riprenderti con calma...
Lo lascio tranquillo e inizio la mia routine quotidiana... Seppur osservandolo ogni tanto... È perso nei suoi pensieri guardando il fuoco che scoppietta nel caminetto... Il bagliori illuminano il suo viso stanco e graffiato mentre accarezza con una mano distrattamente Orion che prontamente ha appoggiato il muso sulla trapunta per farsi coccolare.
Ho paura che questi mesi saranno lunghi... Troppo lunghi.
STAI LEGGENDO
Soli
FanfictionJeon Jungkook è un uomo misterioso e solitario vive in una baita sul monte Maisan...con il suo cane Orion, le sue capre, le mucche Honey e Agata, le galline del suo pollaio. All'inizio dell'inverno risalendo con il cane a recuperare le capre al pas...