UNO

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«Promettimi che chiami quando arrivi, okay?» mi chiede Ann sulla porta di casa.

«Promesso» dico, provando a sorriderle. 

Uno dei rari sorrisi di Heather Gilmour. Ann dovrebbe sentirsi lusingata. Ma glielo concedo: lei è la mia migliore amica... La mia unica amica. E ora sto per salutarla.

«Quasi dimenticavo!» Ann si fruga in tasca. Tira fuori il cellulare e preme qualche volta sullo schermo. Poco dopo mi arriva una notifica. È un suo file, piuttosto pesante.

«Ci ho messo un po'» spiega. «Non è stato facile personalizzare la lista.»

Mi acciglio. «La lista? Quale lista?»

«Per la tua musica. Volevo lasciarti un piccolo regalo d'addio. Ci ho messo le mitiche.»

«Oh!»

«Taylor Swift, Ariana Grande...» elenca. «Ma, soprattutto, i migliori: gli OneRepublic! Le loro le ho suddivise per album.»

Guardo lo schermo del mio cellulare e me lo appoggio sul cuore. Ann riesce sempre a tirarmi su di morale, anche in uno dei giorni più bui della mia vita... Non che gli altri giorni siano migliori.

«Le terrò come delle reliquie» dichiaro.

«Sì, ma ascoltale anche! Non voglio aver buttato via tredici pomeriggi di lavoro.»

Scoppio a ridere e la abbraccio stretta. Non voglio piangere, in questo momento; non davanti a lei. Voglio che si ricordi della mia quasi inesistente parte felice, la sua preferita.

"Oh, Ann..." penso. "Quanto tempo passerà, prima di rivederci?"

Ci separiamo dopo non so quanto. Lei mi fa un gesto con la mano per ricordarmi di chiamarla e si gira, dirigendosi verso la nuova macchina del suo altrettanto nuovo ragazzo parcheggiata in fondo al vialetto. Il tipo tira giù il finestrino e mi saluta con la mano. Mi chiedo se oltreoceano i ragazzi saranno sexy come lui, anche se non potrebbe interessarmi di meno. Heather Gilmour, con un fidanzato? Certo, e forse gli asini volano!La macchina gira in fondo alla strada, e io rimango da sola, come sempre. Infilo la chiave nella toppa e apro la porta di casa mia; o meglio, della casa che era mia, e che da domani sarà di qualcun altro.

«Mamma, sono a casa!» annuncio.

«Ciao, cara!» risponde lei. «Sono in cucina.»

I miei passi riecheggiano contro le pareti, per via della totale assenza di mobili. I miei genitori hanno preso non so quanti e quali accordi per farceli spedire in anticipo nella nuova casa.

«Tutto bene, Hetty?» mi chiede la mamma, prendendosi una pausa dal sistemare le ultime cose nella valigia appoggiata sul pianale della cucina. Ha i capelli neri legati in una coda, e i suoi intensi occhi scuri mi esaminano da capo a piedi. 

Hetty. È il mio soprannome da quando sono nata, ma solo i miei genitori e Ann mi chiamano così (per gli altri sono Heather, o Gilmour, il più delle volte).

«Tutto bene» mormoro. «Ann mi ha preparato una playlist per il cellulare. Ci ha messo tutte le nostre canzoni preferite.»

«Immagino: OneRepublic di qua, OneRepublic di là...» ridacchia.

Già. Mia madre sa meglio di chiunque altro che li adoro. Se mi chiedessero di fare una top 10 delle mie band preferite, metterei gli OneRepublic a tutte e dieci le posizioni. Anche se, in quel caso, diventerebbe più una top 1.

«Ehi, che cos'è quel muso lungo?» Piega la testa di lato.

«Io ho sempre il muso lungo, mamma» le ricordo.

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