VENTIQUATTRO

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Tornati a casa, mi stendo sul divano e sospiro soddisfatta. È stato un pomeriggio fantastico... uno dei tanti, da quando vivo qui. E la serata si prospetta altrettanto favolosa.

«A che ora devi essere da Dom, tesoro?» mi chiede mamma.

«Alle otto.»

«Pensa che coincidenza: noi stasera usciamo con i suoi.»

La guardo. «Era destino, a quanto pare» faccio.

«Mi sa anche a me» sorride.

Verso sera, andiamo a prepararci per uscire. Mi faccio la doccia, mi lavo i capelli e mi infilo il mio bikini più bello, che ho lavato giovedì sera e riposto con gran cura nell'armadio per l'occasione. Non mi importa se ci saranno tanti ragazzi sconosciuti, alla festa. Mi accorgo che sto iniziando a ignorare ciò che la gente potrebbe pensare di me. Ed è una sensazione magnifica.

Siamo tutti pronti in perfetto orario. Prendo la borsa, mi infilo i sandali e seguo i miei fuori di casa.

«Voi che fate, stasera?» domando loro in macchina.

«Oh, abbiamo un programma coi controfiocchi!» risponde Dan. Andranno insieme a cena; poi si incontreranno con altri loro amici a giocare a bowling fino a tarda notte. Sono certa che staranno a meraviglia, e sono contenta per loro.

«Probabilmente non torneremo prima dell'una o delle due del mattino» mi dice mamma. «Se aspetti, ti veniamo a prendere. Sennò puoi tornare con il NightRide.»

«Non importa, rimango volentieri da Dom» rispondo.

Lei mi guarda maliziosa, ma la ignoro.

Accostiamo davanti casa di Dom alle sette e cinquantasette precise e abbraccio i miei.

«Divertiti, tesoro» mi sorride mamma.

Li saluto e mi dirigo verso la porta. Sento della musica provenire dall'interno, o dal giardino retrostante. Mi auguro di non essere l'ultima arrivata.

Faccio un respiro e suono al campanello, dandomi una rapida aggiustata ai capelli. Dom viene ad aprire, in costume da bagno e infradito, e appena mi vede mi abbraccia.

«Eccomi qua!» sorrido. «Non sono in ritardo, vero?»

«Assolutamente! Vieni, la festa è appena cominciata!»

Mi prende per mano e mi trascina dentro casa. Come pensavo, la musica arriva dal giardino a volume alto, ma non fastidioso. In casa non c'è nessuno, tranne diversi zaini, zainetti e vestiti appoggiati sui divanetti nel salottino più piccolo. Immagino che siano già tutti fuori a divertirsi.

«Puoi lasciare lì la roba, nessuno ti ruberà niente. Mi prendo la responsabilità.» Mi strizza l'occhio.

«In tal caso, mi fiderò» sorrido. «Ehi, hai fatto l'aerosol?»

Rotea gli occhi. «Sì.»

«Scusami, è solo per stare tranquilla.»

«Non preoccuparti. Ti aspetto di fuori.»

Appoggio la mia roba su uno dei divanetti. Mi levo i vestiti, rimanendo solo in bikini, e mi avvolgo il telo attorno ai fianchi, dato che voglio evitare di fare la sfilata davanti ad altre persone. Dom mi aspetta in veranda.

«Ta-da!» esclama.

"Wow!" penso. Il giardino di casa sua è degno di un party per VIP. Un tavolone di plastica pieno di bibite e stuzzichini domina il lato sinistro. Niente di troppo elaborato: patatine, tramezzini, salatini; cose semplici, da mangiare velocemente. A destra, poggiato su una sedia, fa bella mostra di sé uno stereo Bluetooth con altoparlanti supplementari. La musica pulsa vivace.

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