TRENTAQUATTRO

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"Ci siamo!" penso.

Sull'orologio della classe scatta l'ultimo minuto. L'ultimo della giornata. Della settimana. Dell'intero anno scolastico. Il più breve della mia vita. E anche il più indimenticabile.

Basil, dietro di noi, ci batte le spalle. «Estate, ragazzi!»

«Estate!» gli fa eco Earl.

Quindici secondi al suono della campanella. Dieci. Il conto alla rovescia è iniziato!

Tre. Due. Uno.

"Estate, arrivo!"

La campanella suona, seguita da un boato che fa tremare tutta la scuola. Penne e fogli scarabocchiati volano in aria da tutte le parti. I ragazzi saltano in piedi urlando. Alcuni ballano. Miss Tarr si ripara dietro la borsa, come se fosse uno scudo portatile.

«Buone vacanze, ragazzi» ci saluta. «Arrivate puntuali, stasera, o il ballo comincerà senza di voi.»

Lasciamo in tutta fretta dalla classe, rimanendo però incastrati nella calca degli studenti che escono come un fiume in piena dalla scuola. Fischi, urla, cori da stadio invadono il corridoio. Non mi sembra quasi vero che siano cominciate le vacanze. Ho davanti a me un'estate favolosa. Sole. Mare. Relax. E, soprattutto, degli amici con cui passarla. E il mio amore; che in questo momento mi sta tenendo per mano, mentre usciamo fuori. Oggi il sole sembra perfino più luminoso del solito.

I nostri genitori sono venuti a prenderci assieme. Corriamo loro incontro ad abbracciarli.

«Liberi!» esclamiamo.

Quando torno a casa, disfo subito lo zaino e mi accascio sul divano con un sospiro soddisfatto. Mi rendo conto di quante cose siano successe, in così poco tempo. Quanti progressi che ho fatto. Quante esperienze che ho vissuto. Mi chiedo distrattamente come sarà il prossimo anno, ora che mi sono finalmente ambientata. Qualunque cosa accada, sono certa che sarà altrettanto pieno di novità. E Dom lo devo ringraziare anche per questo.

A cena mangio leggera. Al ballo ci sarà il rinfresco, e io non voglio sentirmi appesantita neanche un istante, per godermi appieno ogni momento della serata.

Dom passerà a prendermi alle otto e mezza, quindi vado a prepararmi con più di un'ora di anticipo. Stasera ho deciso di dedicarmi particolare attenzione; solo per lui, e non per le altre persone.


Esco dalla doccia che profumo di rosa e gelsomino, e prendo il phon. Dedico venti minuti buoni ad asciugarmi i capelli, in modo che mi ricadano in morbide onde lucenti attorno al viso. Apro l'armadio e prendo l'abito per il ballo. È lungo fino ai piedi, nero, con un'elegante scollatura sul petto e dietro, sulla schiena. Me l'aveva regalato la mamma per il mio ultimo compleanno, nel caso in cui avessi avuto voglia e necessità di indossarlo, perché mi sono sempre piaciuti gli abiti lunghi ed eleganti delle sfilate di moda. Ma ne rimasi comunque delusa: quante occasioni avrei avuto io di indossarlo, che non uscivo mai ed ero praticamente allergica ai ragazzi?

Tutte cose che, ormai, mi sto lasciando alle spalle. È arrivato il momento di mettere entrambi alla prova!

«Hetty?» Mamma bussa alla porta. «Posso entrare?»

«Sì, vieni.»

È già vestita per uscire. Stasera lei e Dan hanno organizzato una serata con i colleghi dello studio dentistico. Ci saranno anche Beth e Geoff, dopo che ci avranno accompagnati al ballo.

I suoi occhi si posano subito sul vestito, steso sopra il letto. Un dolce sguardo le illumina il viso.

«Finalmente te lo vedrò indossare» sorride.

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