DICIASSETTE

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Rimaniamo ancora un po' a guardare il mare e a goderci la solitaria pace della spiaggia, poi torniamo al parcheggio. Arrivati all'inizio del sentiero che porta alla spiaggia, mi rinfilo i sandali.

Mentre ci avviciniamo alla macchina, Dom mi lancia il telecomando.

«Al volo!»

La afferro, guardandolo perplesso.

«Guida tu!»

"Cosa?!" Non mi sembra vero che mi stia lasciando guidare la Porsche. Sono esterrefatta.

«No... no, Dom» farfuglio. «Non me la sento.»

«Perché no?» mi chiede. «Sarà divertente, vedrai!»

«No, ho paura!»

«Ci sono io con te.»

Stringo le labbra e guardo la Porsche.

«Ma... ti fidi a lasciarmela guidare?» gli domando con un filo di voce.

«Hai detto di avere la patente qui con te, giusto?» domanda.

«Ehm... sì.»

«E ancora valida.»

«Sì.»

«Sei consapevole dei doveri e delle regole del codice della strada che tu, in quanto automobilista, sei tenuta a rispettare?»

«Credo di sì...»

«Allora mi fido a lasciartela guidare.» Dà un colpetto alla capote. «Andiamo!»

Faccio una risatina incredula. Un mix di ansia ed eccitazione mi invade dalla testa ai piedi. Apro la portiera, mi allaccio la cintura e premo il pulsante per abbassare la capote. Dom impiega qualche minuto per istruirmi su come usare il cambio con i paddles al volante. Quello della Infiniti di Dan è simile, ma non l'ho mai usato, prima d'ora.

«Sono stato abbastanza chiaro?» chiede, finita la breve lezione. 

«Sì. Per accendere premo P e schiaccio il freno, prima di premere l'accensione. Quando va su di giri, premo questo paddle e, quando va giù, quest'altro. Tengo su M e, se mi fermo al semaforo, premo P. Quando ci fermiamo a casa, sposto su N.»

«Molto bene, Hetty! Ti meriti proprio un'A+! È così che date i voti in America, no?»

«Grazie, professor Warnecke» sorrido.

«Sono certo che ne prenderai un'altra per la guida. Forza, falla partire!»

Premo il pulsante di accensione e il motore romba potente didietro. In una sola volta farò tre cose mai fatte prima: guidare un'auto così sportiva, sul sedile destro, in Australia. L'adrenalina mi ha invaso il corpo. Accendo tutte le luci, ingrano la marcia premendo M ed entrambi i paddle e, facendo attenzione come non mai, mi infilo in strada.

«Oh!» esclamo. I pedali e lo sterzo sono ipersensibili.

​«Hetty, non voglio metterti in agitazione, sai bene che mi fido di te come di me stesso» dice Dom, «ma devo dirtelo per obbligo: se la portiamo a casa con un rigo, questa sarà l'ultima notte che mi vedrai, e non perché sarò arrabbiato con te, ma perché sui giornali di domani leggerai: "Sedicenne ucciso a mani nude dal padre per avergli rigato la macchina".»

"Grazie!" ringhio fra di me. "Ora sì che mi sento tranquilla!"

Mentre ci infiliamo nella strada principale, Dom mette mano allo stereo e fa scorrere i brani. Ne sceglie uno e alza il volume. Un dolce motivo di chitarra acustica riempie l'abitacolo. 

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