«Eccoci arrivati» annuncio.
«Decisamente più grande di casa mia, eh?»
Siamo stati in giro tutto il pomeriggio. Abbiamo passeggiato, ci siamo presi un gelato e abbiamo chiacchierato un sacco. E credo sia ora di prenderci una meritata pausa.
Entriamo nell'atrio e prendiamo l'ascensore fino al mio piano. Stare da sola con lui in uno spazio così ristretto mi fa sentire leggermente in imbarazzo.
«Io mi devo accontentare di tre scalini» commenta.
«Be', almeno non vivi nello stesso stabile con decine di altre famiglie rompiballe!»
"Eccolo! Un pensiero alla Hetty bello e buono!"
«In effetti, hai ragione.»
«Dominic Warnecke!» esclamo. «Non ti facevo tanto misantropo!»
Lui sorride. «Io non la definirei misantropia, quanto piuttosto la presa di coscienza che, in effetti, a volte da soli si sta bene comunque.»
"Oh..." Anche se, penso, doveva essere spiritosa, in realtà questa frase mi colpisce in pieno.
«Come vuoi» faccio. «Ma ricordati che è solo compito mio essere misantropa!»
Le porte dell'ascensore si aprono.
«D'accordo» dice. «Ma... io non rientro tra le vittime della tua misantropia, vero?»
«Io penso che tu sia una delle poche persone al mondo che non sarei mai capace di odiare.»
Le parole mi escono sincere tutte d'un fiato.
Mi sorride. «E io penso che tu sia una di quelle persone alle quali non smetterò vai di volere bene, qualunque cosa accada.»
Mi mordo l'interno della guancia.
«Ehm... vogliamo entrare?» chiedo, per alleggerire il discorso.
«Son qui per questo, no?»
Ridacchio. «Un punto per te.»
Infilo la chiave nella toppa e apro la porta.
«Siamo a casa!» strillo.
«Ciao, ragazzi!» risponde mamma. «Sono in cucina.»
Entriamo mentre sta controllando una grossa teglia dentro al forno. Sembra un pasticcio di patate.
"Ottima scelta, mamma."
«Ciao Dom, come stai?»
«Molto bene, sign... cioè, Sue» si corregge.
«Ho fatto il pasticcio di patate, può andare bene?» chiede.
«Benissimo! L'aspetto è delizioso.»
«Ho fatto del mio meglio, spero ti piaccia.»
Dan arriva in cucina dopo aver chiuso una telefonata.
«Ciao, tesoro!» mi saluta. «Dom! Come va, ragazzo?»
«Ciao, Dan» gli sorride dandogli la mano. «Be', ora che mi avete invitato da voi, oserei dire a meraviglia!»
Ridiamo tutti, ma poi lui scoppia a tossire.
«Chiedo scusa» dice. «Se succede, non spaventatevi, è normale.»
«Dom...» mormora mamma. «Tua madre mi ha detto dell'aerosol. Sei sicuro che non sia un problema rimandarla a più tardi?»
«No, no. In realtà non ho un orario preciso per farla. Ogni volta che esco con gli amici, la faccio quando torno a casa, e non ho mai avuto problemi. Basta solo che la faccia, ecco.»
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I LIVED
ChickLitQuando Hetty scopre che deve trasferirsi in Australia, il mondo sembra letteralmente crollarle addosso. A sedici anni, introversa, solitaria, senza amici, e con il divorzio dei genitori alle spalle, per lei la vita non è mai stata una bella esperien...