VENTICINQUE

40 1 0
                                    


Quando mi sveglio, la luce del mattino entra dalle tende socchiuse. Dom è già sveglio e, seduto sulla sponda del letto, si sta preparando l'aerosol.

«Buongiorno, raggio di sole!» Si china a baciarmi.

«Buongiorno» sorrido, stiracchiandomi. «Dormito bene?»

«Come un bambino.»

«Credo di pensarla come te.» Gli strizzo l'occhio.

Mi sollevo su un gomito e lo guardo mentre fa l'aerosol mattutino. Mi accorgo che non mi rattrista più vederlo. Ormai ho capito che preoccupa più me che lui.

Mi infilo i vestiti di ieri e vado in bagno. Vorrei lavarmi i denti, ma non ho dietro il mio spazzolino. Sopra il lavello, però, vedo quelli dei Warnecke. Riconosco quello di Dom, ancora umido di utilizzo. Mi guardo alle spalle con aria malandrina e, velocemente, ci spremo sopra il dentifricio e mi lavo i denti. Ridacchio fra di me. Mi sento così dispettosa...

Quando torno in camera, Dom è già vestito e sta prendendo le sue medicine abituali.

«Ti sei lavata i denti?» domanda.

«Ma come...»

«Le medicine mi servono per il respiro, non per l'udito!»

Ridiamo.

«Ho usato il tuo spazzolino... Spero non ti dispiaccia.»

«Beato lui!» Si alza in piedi. «E ora tocca a me.» Mi prende il viso tra le mani e mi bacia, i nostri fiati alla menta che si mischiano assieme.

«Andiamo a fare colazione al bar, così possiamo stare un po' da soli?» propone. «Conosco un posticino niente male, verso casa tua.»

Annuisco. «Volentieri. Dici che i tuoi sospetteranno qualcosa?»

«Ne dubito, ho già fatto dormire molta gente a casa mia.» Stringe i denti. «Scusami...»

«Non sono gelosa» sorrido, mentendo spudoratamente.

«Comunque, penso sarebbe meglio non spifferarlo subito ai quattro venti...»

«Magari, una sera che ci sono anche i tuoi?»

«Perfetto.» "Appena mamma lo saprà..."

Scendiamo al piano di sotto, cercando di sembrare disinvolti. I suoi stanno guardando il notiziario della mattina in cucina.

«Buongiorno, ragazzi!» ci salutano raggianti. Non sembrano molto sorpresi di vedermi, probabilmente mia madre li ha informati ieri della mia permanenza notturna.

«Com'è andata la festa?» ci chiede Beth.

«A meraviglia» dice Dom. «Vi siete divertiti anche voi?»

«Molto, tesoro. Rimani a fare colazione con noi, Hetty?»

«Ehm... Veramente pensavamo di andare al bar, se non vi offendete.»

«Certo che no.» Sorride. «Ci vediamo domani in aeroporto.»

«Sì, sì!»

Li salutiamo abbracciandoli e, poco dopo, siamo fuori dalla porta.

Camminiamo per strada mano nella mano. Il cuore mi batte forte in continuazione: non avevo mai tenuto per mano un ragazzo, ma, soprattutto, non pensavo che fosse una sensazione così bella. Lungo la strada, alcune persone ci sorridono, forse felici di vedere due giovani che non si vergognano a mostrare il proprio amore. Ci sono anche diversi adolescenti che ci guardano con invidia, persino antipatia, ma non potrebbe interessarmi di meno.

Al bar ordiniamo entrambi cornetto alla crema e caffellatte freddo. Facciamo colazione seduti a uno dei tavolini esterni, godendoci il sole mattutino e parlando un sacco. Mi accorgo che non abbiamo iniziato a comportarci come due fidanzatini sdolcinati. Salvo fare l'amore, tenersi per mano e baciarsi sulle labbra, sembriamo i soliti migliori amici, come siamo sempre stati. Ed è esattamente così che vogliamo entrambi.

I LIVEDDove le storie prendono vita. Scoprilo ora