DODICI

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Apro la porta della classe e saluto gli altri con un buongiorno fin troppo allegro per un lunedì mattina. Dopo un sabato emozionante e una domenica tranquilla passata a casa a studiare e riposare, sono pronta a cominciare la mia seconda settimana qui con lo spirito giusto. Ed è un miracolo che io, Heather Gilmour, pensi una cosa simile.

«Siamo arzille, stamattina!» Tracy e Claire mi sorridono.

«Già!»

Quando suona la campanella vado a sedermi al mio solito posto. Dom batte il pugno a Sam e viene a sedersi accanto a me. Appena mi guarda gli sorrido.

«Ti vedo proprio bene, stamattina!» dice. «Non che tu sia da meno gli altri giorni, s'intende!»

«Oh, sempre troppo buono!» ribatto.

Mr. Clapp entra in classe augurandoci un buongiorno un po' più svogliato del mio. Fa l'appello e comincia subito la lezione, che seguo svogliatamente.

Dom tossicchia. Mi giro e vedo lo schermo del suo smartphone rivolto verso di me, ben nascosto sotto il banco.


Mi ha fatto davvero piacere la nostra conversazione di sabato 😉


Clicco sullo schermo e scrivo:


Anke a me 😉


Dom sbircia lo schermo e mi sorride. Mi basta questo per capire che la settimana è già iniziata col piede giusto.

Quando torno a casa, la prima cosa che faccio è prepararmi la borsa da pallavolo. L'ultima volta che l'ho fatto avevo tredici anni. Sono un po' in ansia, ma non vedo l'ora di tornare finalmente a giocare.

Il giorno dopo sono eccitata come non mai. Durante l'intervallo e il pranzo chiacchiero con Tracy e Claire; parliamo degli allenamenti, delle compagne di squadra, e anche della prossima partita. Probabilmente, anzi, sicuro, io non giocherò da titolare, ma farò comunque volentieri il tifo dalla panchina.

L'aspettativa mi fa sembrare un'eternità le ore del pomeriggio, ma alla fine arriva anche l'ultima campanella.

«Buona fortuna per oggi!» Dom mi fa l'occhiolino.

«Grazie» gli sorrido. «A domani.»

Ci abbracciamo e ci separiamo in corridoio.

"E se..."

Sto per andargli dietro per chiederglielo, poi ci ripenso e decido di rimandare a un altro giorno.

«Sei pronta, Hetty?» Tracy fa un cenno verso la palestra.

«Ehm... sì! Fate strada.»

Nello spogliatoio le altre ragazze si presentano e mi accolgono amichevolmente, e mi sento subito a mio agio. In palestra consegno alla coach Tarr il modulo e la quota d'iscrizione, sotto il suo sguardo soddisfatto.

L'allenamento va perfino meglio di quanto mi aspettassi. Facciamo qualche esercizio di coppia, un paio di schiacciate e salvataggi, e poi via di partita fra di noi. A Colorado Springs non facevamo quasi mai le partite di gruppo, che invece a me piacevano moltissimo. Miss Tarr, al contrario, sostiene che siano il modo migliore per migliorare i riflessi e la strategia di gioco.

Le due ore di allenamento finiscono dopo una bella partita equilibrata. La coach ci saluta e ci dà appuntamento a venerdì.

«Sei andata molto bene, Heather» mi dice. «È la seconda volta che mi sorprendi. Continua così!»

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