Prologo

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"Forza ragazzi, dobbiamo uscire con quei primi tra un minuto, non esiste che facciamo aspettare gli americani. Muoversi !!!"

"Ehi chef, quando hai finito ti vogliono al tavolo 12". Che cavolo vuole il capo da me, adesso?" penso, riconoscendo immediatamente il numero del tavolo, sempre il solito.

I piatti escono finalmente, posso rilassarmi e aspettare che gli americani diano il loro giudizio sul mio cacio e pepe. Ovviamente è stratosferica. Da ormai quasi 2 anni il mio nome è sulla bocca di tutti, giornalisti, critici, ristoratori, presentatori tv. Lavoro per la Orione Luxury Hotels da quando sono arrivato in Italia a 18 anni lasciando la mia terra dorigine: l' Australia. Vivo a Roma da quando sono arrivato e la famiglia Mancini mi ha accolto a braccia aperte dandomi un lavoro che mi ha permesso di diventare pian piano quello che sono ora. Uno dei più giovani chef stellati in Italia.

Mentre esco dalla cucina mi do una sistemata alla giacca, rifaccio lo chignon che tiene legati i capelli quando cucino -come dabitudine da ormai dieci anni- e mi incammino dal boss. Appena alzo lo sguardo, il mio passo rallenta distinto e rimango così, con la testa un po bassa e le mani ancora sulla testa che lisciano i capelli. La riconoscerei tra mille, tra un milione. È di spalle ma non importa: i lunghi capelli biondi, di quella gradazione dorata che mi ha sempre ricordato le spighe di grano, indossa un vestito abbastanza corto e aderente con una manica sola, che cade morbida fino al gomito, di un bel colore azzurro accesso (azzarderei dire della stessa tonalità dei miei occhi). E indossa dei tacchi altissimi Porca miseria deve essere impazzita se sta davvero indossando dei tacchi. Si gira leggermente di profilo mentre ride con suo padre e vedo la sua bocca, il suo naso, cazzo, la sua risata Mi avvicino lentamente e riconosco il suo odore e intanto non mi accorgo che i rumori della sala sono spariti.

Improvvisamente si gira e mi guarda fissa negli occhi. Sorride. Inclina leggermente la testa.

Le mie orecchie sono ancora toppe.

Lei dice qualcosa ma vedo solo le sue labbra muoversi. Le. Sue. Labbra.

Passano pochi interminabili secondi in cui mi fissano e finalmente il mio cervello collega il suono delle sue parole al movimento della bocca, e così le rispondo: "Ciao Bianca."

Ti vengo a trovare in un sogno, un giorno di questi.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora