Capitolo 38 - Bianca

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Oggi è San Valentino. Non sono super romantica, o una persona che dà peso a queste feste che lasciano un po' il tempo che trovano. Tuttavia devo ammettere che è la prima vera festa degli innamorati per me, e avere Jason così lontano un po' mi rattrista. Ma ha detto che avrebbe fatto di tutto per riuscire a farmi una sorpresa, e così sto aspettando da questa mattina di ritrovarmelo davanti da un momento all'altro o di vedere un fattorino che mi consegna dei fiori, oppure di tornare a casa e vederlo appoggiato sua moto con i suoi Ray-Ban che mi sorride.

"Ci sei ancora?" la voce di Elena esce dal telefono facendomi riemergere dai miei pensieri. Nonostante il tempo e la distanza ci sentiamo sempre tantissimo, è sempre aggiornata su tutto quello che mi succede...ed io su di lei. Le basta un semplice messaggio per capire se qualcosa non va, se le ho mentito o se ho bisogno di sentire la sua voce.

Infatti, dopo averla sommersa tutta la mattina di messaggi con milioni di ipotesi di sorprese che mi avrebbe potuto fare Jason per questa giornata, il mio telefono ha iniziato a squillare.

"Si scusa, sono ancora qui."

"Non ci sei ancora inciampata nel tuo principe surfista, eh?"

Scoppio a ridere per l'ennesimo nomignolo che ha trovato per Jason "Esatto. Sto cominciando a pensare che non sia riuscito a organizzare niente. Magari ha avuto poco tempo. O magari se ne è dimenticato oppure -"

"Oppure stai andando nel panico perché ti manca. Non sei mai stata un tipo romantico, Bianca, stai solo cercando una giustificazione a questo. Forse dovresti solo chiamarlo e parlarci."

Questa mattina ci siamo scambiati qualche messaggio. Forse Elena ha ragione. Potrei provare a chiamarlo e sentire la sua voce. Così se per caso non avesse organizzato niente la smetterei di cercarlo in ogni angolo di Milano.

"D'accordo, ora lo chiamo. Ci sentiamo più tardi" Terminata la chiamata, compongo il numero di Jason e resto in attesa qualche secondo

"Ehi, peste"

Sorrido sentendomi chiamare in quel modo "Ciao a te, Australia"

"Come stai?"

"Bene, ma un po' preso per il banchetto di questa sera"

"Il banchetto? Non ricordavo che avessi questo impegno -"

"Beh, in realtà non lo avevo. Questa mattina però eravamo in crisi perché alcuni colleghi non sono stati bene. Ora ci sono, però lo chef ha paura che non si riesca a sostenere il servizio del tutto quindi mi ha chiesto di aiutare. Poi sono il sous chef non posso mancare a serate così importanti."

"Oh" un attimo di silenzio si frappone tra di noi. Grazie delusione, colpita e affondata "Certo, non preoccuparti"

"Mi dispiace, Bianca ma non posso chiedere altri permessi." Mi sembra di cogliere un po' di agitazione o nervosismo nella sua voce. Non faccio in tempo a interrompere quello che dice perché continua a parlare. "Sono già stato a casa quando sei arrivata tu e i favoritismi non -" Si blocca. Silenzio. Intanto l'ultima parola uscita dalla sua bocca mi risuona in testa come un'eco.

Favoritismi. Favoritismi.

"Favoritismi?!" chiedo forse con una nota un po' troppo acuta. E dall'altra parte del telefono sento solo il suo respiro. Scommetto che si sta passando la mano tra i capelli, ha gli occhi chiusi e probabilmente se la sta prendendo con la parete innocente che si è ritrovata di fronte al suo pugno.

"Jason? Mi rispondi?"

"Lascia perdere, peste"

"Ma figurati! Adesso voglio sapere tutto, Jason. Chi ti ha detto queste cose?"
"Nessuno, davvero, ho solo-"

Ti vengo a trovare in un sogno, un giorno di questi.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora