Ero consapevole del rischio che stavo correndo.
Quando ho deciso di dichiararmi a Bianca ho immaginato tutti i vari scenari possibili: lei che si getta tra le mie braccia, lei che mi schiaffeggia, lei che risponde con qualche battuta sarcastica e una risata nervosa negando l'evidenza, lei che mi dice che non prova niente e mi butta in mare, lei che dice che non sono il suo tipo... Non avevo però ipotizzato che non dicesse niente, che si allontanasse da me e mi chiedesse solamente di portarla indietro.
Credo che di fronte a quella richiesta il mio cuore abbia mancato un battito. Forse due.
Pensavo di aver capito che provasse qualcosa anche lei, ma forse ho solo frainteso quello che poteva essere imbarazzo o soggezione con l'interesse. In fondo siamo cambiati entrambi e forse il nuovo me più uomo la imbarazza ora che anche la nuova lei è un po' più donna.
Mentre guidavo la barca in direzione del porto sentivo letteralmente il panico avvolgermi. Era come se qualcuno stesse pungendo tutto il mio corpo con dei piccoli aghi, in particolare la gola, il cuore, la testa.
Ho provato a immaginare il motivo del suo comportamento e anche qui ho ipotizzato mille scenari, ma non sono riuscito a mettere in ordine i pensieri perché dentro di me continuavo a sentire il freddo. Lo potevo sentire letteralmente. I miei occhi erano persi nel vuoto mentre il mio cervello ringraziava di essere ancora sulla barca così da avere il tempo di riprendersi per guidare in strada.
Il viaggio in moto è stato uno dei più brutti della mia vita.
Sentire il suo corpo contro il mio, le sue mani sul mio torace ma percependo nel frattempo il suo disagio, il suo timore. Non è stato come il viaggio di andata, dove mi stringeva forte e a volte la sentivo perfino ridere.
Adesso la sua presa era quasi inesistente, il suo corpo cercava di appoggiarsi il meno possibile al mio.
Adesso non vedeva l'ora di arrivare in hotel e fuggire nella suite.
Quando si è tolta il casco e ho visto di sfuggita il suo volto ho capito che aveva pianto.
In silenzio.
I suoi occhi erano fissi sul pavimento, le mani nelle tasche si muovevano, si stava tirando le pellicine. Non sapeva cosa fare. In fondo, non avevamo mai litigato anche se quello che è successo poco fa non credo si possa definire una vera e propria litigata. Beh, comunque ho provato ad aiutarla, e ho rischiato... di nuovo.
L'ho abbracciata. Ho provato a dirle con quell'abbraccio che io ero ancora lì, proprio lì accanto.
Che avrei aspettato, qualsiasi fosse la sua risposta.
"Va tutto bene, piccola. Sono sempre io, siamo sempre noi."
Poi me ne sono andato.
I miei occhi non hanno mai incontrato i suoi.
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"Jason, sei pronto?" È Marco. Ieri mentre toglievamo la barca dal garage mi ha chiesto se avevo voglia di accompagnarlo un paio di giorni ad una fiera di hotellerie a Orvieto. Ci sarebbe dovuto andare con Andrea, ma visto che sta iniziando ora con un po' di fisioterapia in ospedale e lo dimetteranno giovedì, si è ritrovato senza accompagnatore. Diciamo che mi ha convinto quando ha menzionato il fatto che sono uno dei pochi di cui si fida per dei consigli che riguardano l'Orione Luxury Hotels; inoltre un po' di lontananza da Bianca dopo quello che successo ieri in barca potrebbe aiutarmi.
A proposito, mi sono ricordato di non averle detto della partenza. Sbircio dalla finestra per vedere se sta facendo yoga sul terrazzo, così da poterla avvisare. Ma non c'è... magari le scrivo appena riesco. "Prendo cellulare e portafoglio e possiamo andare" dico a Marco mentre lo faccio accomodare nella mia suite. Lui resta accanto alla porta tenendola aperta con la schiena mentre digita velocemente qualcosa sul telefono.
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Ti vengo a trovare in un sogno, un giorno di questi.
RomanceJason è un ragazzo australiano che si trasferisce in Italia a 18 anni per studiare cucina e con il sogno di diventare chef. Bianca, figlia di importanti proprietari di una catena di hotel, ha solo 5 anni quando incontra Jason per la prima volta nell...