Capitolo 41 - Bianca

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Sono passate quasi due ore da quando abbiamo cominciato a fare le valigie. Ne abbiamo preparata una per un viaggio al freddo e una per un viaggio al mare. Le caricheremo entrambe in auto e poi una volta in stazione e visti i viaggi disponibili prenderemo la nostra decisione.

"Ariiiiiii, comincio a caricare le mie valigie in macchina!" Le urlo dall'ingresso. Lei ovviamente non ha ancora finito, sta ancora scegliendo quali tacchi e quali borse alla moda si abbinano meglio. La solita.

Mentre scendo le scale e ripasso mentalmente le ultime cose che mancavano da mettere in borsa incontro sul marciapiede Giorgio, il fidanzato di Arianna, che è stato avvisato della partenza dalla mia coinquilina mentre passava da una stanza all'altra cercando vestiti, libri, caricatori, scarpe...

"Ehi Bianca! Aspetta, ti aiuto con le valigie" dice mentre io apro il baule e lui solleva le borse.

"Grazie mille Giò. Scusa se ti rubo la fidanzata qualche giorno, ma giuro che si è imbucata da sola...anche se ammetto di non aver fatto molto per convincerla a cambiare idea" sfoggio un sorriso un po' birichino e lui scoppia a ridere.

"Nessun problema, figurati! Posso resistere qualche giorno senza abbracciarla. Divertitevi e rilassatevi, mi raccomando, ok?" Annuisco, e penso che Arianna sia davvero fortunata. Giorgio si avvicina e mi prende le mani "Senti, Ari mi ha raccontato a grandi linee di te e l'australiano. Non so i dettagli, ma mi permetto solo di dirti che crogiolarsi nella disperazione non è mai la soluzione. Quello che stai facendo è la cosa più giusta che potessi fare per te stessa, per il tuo cuore e per il tuo benessere. Forse con la lontananza capirete davvero chi siete e chi volete diventare... individualmente e come coppia" Le sue parole mi hanno davvero commossa, e nei suoi occhi ho potuto leggere completa sincerità.

"Grazie mille Giò, non so davvero come ringraziarti per queste bellissime parole. Arianna è davvero fortunata"

"Lo so" alza le spalle e mi fa l'occhiolino.

E a questo punto nasce un abbraccio così spontaneo che libera anche qualche lacrima.

Quando mi allontano leggermente dalle sue braccia, Giorgio mi lascia un bacio sulla fronte e una carezza sulla guancia "Vado a dare una mossa alla tua coinquilina prima che decida di portarsi altre tre valigie. E poi vi accompagno in stazione".

****

Arriviamo in stazione, super eccitate e mentre ci teniamo per mano leggiamo tutte le destinazioni disponibili per i treni ad alta velocità che partono da Milano. All'improvviso ci guardiamo negli occhi e scoppiamo a ridere perché siamo sicura che l'altra ha capito. Perché il nome della destinazione che sogniamo di raggiungere da quando ci siamo conosciute il primo giorno di università è proprio lì, scritto a carattere maiuscolo, sullo schermo della stazione. Mi volto verso Giorgio e gli comunico quale valigia prendiamo "Portiamo la valigia estiva. Andiamo in Puglia!"

Arianna comincia a saltellare, mi abbraccia e lancia dei gridolini che fanno voltare un po' di persone nella nostra destinazione; nel frattempo Giorgio è andato a prenderci le valigie scuotendo la testa e sorridendo.

Ho come la sensazione di essere in una bolla felice. Non penso a niente se non al viaggio che ci aspetta, all' aver improvvisato tutto, al non avere una meta e neanche un tragitto da seguire.

Ho viaggiato abbastanza nella mia vita. Sin da piccola, a causa dei vari Hotel sparsi per l'Italia, ho imparato a conoscere posti nuovi, a mettermi alla prova, ho imparato a perdermi in paesi mai visti prima per poi ritrovare la strada grazie agli abitanti del posto, ho imparato a conoscere la gentilezza e l'altruismo sinceri, ho imparato a conoscere la paura dello smarrimento e a sfruttarla a mio vantaggio, ho imparato accenti di lingue diverse dalla mia e parole davvero buffe che significano cose davvero stranissime. Ho imparato a leggere le cartine e a usare le bussole, a portare nel mio zaino sempre un piccolo ombrello e una bottiglietta d'acqua, una torcia e un libro da leggere.

Sono pronta.

Ho il mio zainetto carico sulle spalle, pieno di attrezzi, esperienze, emozioni, mappa e bussola.

Ma non ho nessuna meta.

Forse però conoscerò una nuova me.

O per lo meno, una parte.

Sono pronta, certo.

Forse però qualcosa sarebbe cambiato, se mi fossi accorta di Jason, dall'altra parte della strada sotto casa mia che mi guardava con occhi sbarrati e il cuore a pezzi mentre abbracciavo Giorgio.

Forse.

Ti vengo a trovare in un sogno, un giorno di questi.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora