Capitolo 26 - Bianca

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Per fortuna in questi giorni riesco a distrarmi più del solito perché senza papà mi dedicherò ad aiutare in reception, e ora stiamo avendo dei problemi con dei dati quindi lo chiamo velocemente per un consulto. Domani sera torneranno e ogni volta che ci penso vedo i suoi occhi, il suo volto, il suo sorriso. Scuoto la testa sperando che quelle immagini se ne vadano, strizzo gli occhi e telefono a papà.

"Ehi principessa" la sua voce mi fa subito sorridere

"Ciao papi, come va il viaggio?"

"Tutto bene, siamo appena arrivati in fiera, stiamo già guardando un po' di stand e ho visto un sacco di idee interessanti ed innovative. Lì invece come va?"

"Tutto bene, ho solo bisogno un aiuto con il nuovo software dati che si è bloccato, di nuovo"

"Oh, no mi spiace! Devi chiamare l'assistenza tecnica e poi fanno tutto loro da remoto."

"Va bene, allora li chiamo subito. Grazie papà"

Al messaggio di Jason invece non ho ancora risposto, ma non sono del tutto convinta della mia decisione anche se il consiglio di Elena mi sembrava davvero sensato.

Chissà cosa starà pensando, sono passate tante ore... durante le quali ho scritto e riscritto ventisette messaggi diversi e altrettante volte li ho cancellati, mi sono data della cretina e mi sono ripetuta di ascoltare i suggerimenti della mia amica.

Ma non ci riesco. Non fa parte di me, far finta di niente. Anche se so che Jason sa interpretare il mio silenzio come un momento di riflessione e non come una chiusura totale verso di lui e quello che siamo, sento il bisogno profondo di rispondergli.

Sono in attesa che i tecnici risolvano il problema ma devo restare di fronte allo schermo, quindi prendo il cellulare e gli scrivo. Ho deciso.

Gli scrivo in modo sincero e veritiero, quello che ha sempre contraddistinto la nostra amicizia

"Ciao, scusa se ti ho fatto attendere molto per questa risposta, ma sinceramente non mi andava di rispondere con frasi di circostanza o finte battute, quindi ho preferito riflettere. Quando torni vorrei parlarti, guardarti negli occhi e condividere con te i miei pensieri, affrontare con te le mie paure. Vorrei chiederti scusa per essere fuggita e dirti grazie per le fantastiche parole che mi hai detto in quell'abbraccio a cui continuo ad aggrapparmi quando le paure vincono sulla speranza. Spero che tu abbia voglia di ascoltarmi e di sopportare un po' della mia insicurezza. Ti voglio bene, la tua Scimmietta"

Scrivo di getto, non lo rileggo, non ci penso ... Invio.

Appoggio velocemente il cellulare sul bancone come se scottasse e rimango a fissarlo qualche secondo.

Dopo venti minuti non ha ancora risposto... ma erano in fiera quindi probabilmente non ha sentito il messaggio. Di certo non fa apposta a farmi aspettare, non fa parte di lui. Forse sta rileggendo le mie parole per l'ennesima volta cercando di capire come rispondere.

Nel frattempo arrivano clienti, suona il telefono, rispondo a un po' di mail... In queste due ore di fuoco non ho avuto tempo di controllare il cellulare, così mentre vado in pausa pranzo sblocco lo schermo sovrappensiero e solo quando vedo il suo messaggio mi ricordo. Mi blocco in mezzo al corridoio.

Tocco lo schermo per leggere le sue parole e appena lo faccio, una lacrima lascia la sua traccia sul mio viso.

AUSTRALIA "Quello che hai scritto è proprio quello che avrei voluto mi dicessi. Non vedo l'ora di ascoltare quello che pensi, di sentire quali sono le tue paure e di provare a farle un po' sparire caricandole anche sulle mie spalle, per farti capire che l'ultima cosa che voglio è vederti soffrire. Non vedo l'ora di abbracciarti di nuovo, e fare in modo che si aggiunga alla lunga lista di abbracci a cui potrai ripensare nei momenti bui. Ti voglio bene, tuo Jason."

Ti vengo a trovare in un sogno, un giorno di questi.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora