Capitolo 21 - Jason

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Questo parco mi è sempre piaciuto moltissimo e ci ho passato davvero tanto tempo. Un po' perché funge da scorciatoia per attraversare punti centrali della città, un po' perché mi ha sempre trasmesso un senso di pace e libertà. Ero solito venirci spesso anche da solo, mi sedevo sotto qualche albero con un libro da leggere, a volte portavo anche le cuffie per non essere disturbato dai rumori del parco. A volte mi limitavo a pensare, osservavo chi passava di lì, famiglie con passeggini, coppie che camminavano per mano o abbracciate, qualche signore anziano da solo, persone che passeggiavano con il proprio cane, bambini che giocavano a palla o a nascondino. Mi chiedevo cosa passasse per le loro menti, nei loro cuori, i motivi per cui si trovassero proprio lì. Ma i momenti che preferivo erano quelli con Bianca.

Capitava che in alcuni ritagli di tempo libero, io e lei venissimo qui insieme. A volte io mi dedicavo allo studio di nuove ricette mentre lei faceva i compiti, oppure passeggiavamo e lei mi faceva un sacco di domande sulla vita in generale, mi chiedeva cosa mi facesse paura del diventare grande, cosa ne pensavo del suo interesse a diventare una veterinaria (poi una stilista, poi un medico, poi un'avvocatessa...ora a quanto pare è decisa con il diventare assistente sociale), mi chiedeva della mia famiglia e della mia città, se non mi mancasse, mi aveva anche fatto promettere che un giorno l'avrei portata a vedere il mio mare. Promessa che devo ancora mantenere tra l'altro.

"Quindi come ti trovi al Rigel?" la sua domanda interrompe i miei pensieri. I miei occhi dietro ai Ray-Ban stavano vagando come al solito in giro per il parco e solo in quel momento sono tornati su di lei, che al contrario di me non sta indossando occhiali da sole.

Come faccia a sopportare il sole con quegli occhi verde chiaro non ne ho idea...

"Decisamente bene direi. Chef Castelli è davvero bravo. Sto imparando tantissime cose, sto rinforzando le mie abilità in pasticceria che è davvero una mia grande passione. Ma il mio sogno rimane diventare chef., voglio continuare a dare il meglio di me e mettermi alla prova per realizzarlo."

"Sono sicura che ce la farai. Ormai ti conoscono in molti e il fatto che tu sia bravo è un dato di fatto" tiene le mani strette sulla tracolla, come è solita fare. "Con gli altri in cucina ti trovi bene?"

"Certo, sono piuttosto simpatici. In realtà a fine turno sono abbastanza stravolto e i giorni liberi li dedico a sperimentare quindi esco poco con gli altri, però si respira una bella aria" mi volto a guardarla e noto che sta cercando qualcosa nella borsa.

"Bene sono contenta che riesca a fare quello che ti piace e che... dannazione, dove sono finiti???"

"Cosa cerchi?"

"I miei occhiali da sole. Devo averli lasciati nell'altra borsa...o sul tavolo del terrazzo"

"Nessun problema peste, puoi usare i miei"

"Oh non preocc..."

Appena alza la testa, le appoggio gli occhiali sul naso "Ecco, decisamente meglio, vero?" Una ciocca di capelli però le è rimasta incastrata tra la bacchetta degli occhiali e la guancia e io non riesco a trattenere un gesto quasi naturale che fa sì che la mia mano la sposti e la porti dietro il suo orecchio.

"Grazie" le esce quasi in un sussurro.

La mia mano nel frattempo non è riuscita a resistere e dopo aver messo a posto quel piccolo ciuffo è scesa ad accarezzare il resto dei suoi lunghi capelli che ricadono quasi fin sotto il suo seno.

Jason, riprenditi e ricomincia a camminare. Forza, un piede dietro l'altro, non è difficile...

Mi volto e con un colpo di tosse per nascondere l'imbarazzo cambio palesemente discorso e mi allontano anche da lei mettendo le mani in tasca.

Ti vengo a trovare in un sogno, un giorno di questi.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora