Capitolo 19 - Jason

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MAMMA: Ciao tesoro. Per qualsiasi cosa chiama a qualsiasi ora. Fammi sapere se Andrea sta bene...e ovviamente voglio TUTTI i dettagli del tuo incontro con lei.


Sono partito di corsa dall'Australia.

Il primo volo disponibile era dopo tre ore, quindi sono riuscito solamente a passare da casa per fare una valigia con l'indispensabile e per fortuna sono riuscito a salutare mamma, Alice e Rachel. Hanno promesso che si sarebbero occupate loro di farmi avere il resto dei bagagli.

Ryan che era con me mentre parlavo al telefono con Marco si è offerto di accompagnarmi prima a casa, poi in aeroporto.

Mamma mi ha scritto questo messaggio appena ho varcato la soglia dell'ospedale ma non avevo ancora incontrato nessuno, quindi l'ho avvisata solamente del fatto che fossi atterrato sano e salvo.

Ora però ci sono dei nuovi dettagli da raccontare.

Qui sono le 23, quindi significa che lì sono le 7 di mattina. Neanche troppo fuori luogo come orario per telefonare, quindi compongo il numero.

Risponde al secondo squillo.

"Buongiorno figliolo"

"Ciao mamma. Ti ho svegliata?"

"Si, ma non importa, lo sai che mi piace godermi la giornata il più possibile. Allora? Come sta Andrea?"

"Insomma...ha avuto un brutto incidente. Sembra abbastanza stabile ma non così tanto da tirare un sospiro di sollievo. Dovrà stare ancora un po' in terapia intensiva sotto controllo"

"Cavolo, mi dispiace davvero tanto. Immagino che Bianca sia piuttosto sconvolta...e anche suo padre..."

"Esatto...poi lui e Bianca hanno questo super magico legame da gemelli che la travolge. Non è la prima volta che capita e ti giuro che è una connessione quasi tangibile, glielo leggi negli occhi mamma, che soffre come se lei sentisse tutto..."

"E invece... rivederla come è stato?"

"I-io, non lo so mamma..." sospiro e chiudo gli occhi.

"Si che lo sai. Devi solo dirlo ad alta voce. Fidati di me, lasciati andare."

"Lei...Io...quando... oh che cavolo. È bellissima, cazzo. Ed è sempre lei, la mia Bianca. Mi sento ridicola mamma, ma quando l'ho vista...non ho capito più niente, te lo giuro. Era sempre lei, la sua risata, i suoi modi di fare, il suo profumo. Come se il tempo non fosse mai passato, ma con la differenza che ora è una donna, a tutti gli effetti. Ci siamo abbracciati, più di una volta, e abbiamo parlato di un po' di cose, anche se non proprio di tutto perché eravamo abbastanza travolti dalla complessità della situazione in generale suppongo."

"E....?"

"E, cosa?"

"Quando l'hai abbracciata cosa hai sentito?"

Non le rispondo subito.

Chiudo gli occhi per rivivere quel momento, anche se mi ricordo benissimo quello che ho sentito, quello che ho pensato.

"Ho sentito che ero nel mio posto mamma. Ho pensato che non avrei voluto lasciarla andare mai più"

Oddio, l'ho detto davvero...

"Pensi che lei possa provare lo stesso?"

"Non lo so, ci sono stati dei momenti dove ho avuto l'impressione che mi volesse dire altro, di più; quando ci siamo abbracciati mi stringeva fortissimo e sembrava non volersi staccare. Mi ha anche detto che le sono mancato tantissimo e che è felice che io sia qui fisicamente, ma non so se lei vorrebbe...diciamo, andare oltre quello che siamo ora"

"Hai intenzione di scoprirlo?"

"Ho intenzione di rimanere qui per un po'. Per lo meno fin quando Andrea non sarà stabile e a casa, e nel frattempo vediamo cosa succede" sono seduto su uno dei divanetti del terrazzo dell'attico in cui mi ha sistemato Marco e sto giocherellano con il dépliant dei servizi dell'hotel "Devo però ammettere che quando mi ha detto che lei e Michael si sono lasciati una parte dentro di me ha gioito. L'idea che quel tipo l'avesse tutta per sé, che ci uscisse il sabato sera, che le regalasse dei fiori, che la baciasse mi faceva un po' innervosire..."

Mia mamma scoppia a ridere "Anche tuo padre è sempre stato abbastanza geloso di me"

"Io non sono un tipo geloso, mamma!"

"No tesoro, non lo sei mai stato con le tue precedenti ragazze perché non ci hai mai tenuto così tanto. Perché loro non erano lei. Ma scommetto che lo sei.

"Pff..." mi ritrovo persino ad alzare gli occhi al cielo

"Guarda che non c'è niente di male. Un po' di gelosia va bene... anzi, potrebbe anche piacerle. Gelosia non vuol dire possessività, ricordatelo. Vuol dire tenere davvero a qualcuno, avere paura di perderlo, tenerci così tanto da temere di non averlo più al tuo fianco in futuro."

Cosa farei se non fosse più nella mia vita?

Non ce la farei, questo è sicuro.

"Comunque tesoro, ora ti lascio riposare. Tra il viaggio, il jet lag e tutti i sentimenti e le emozioni di oggi, dormirai almeno 12 ore. Domani io e papà andiamo a spedirti i bagagli, ti faccio sapere quando arriveranno da te. Ti voglio bene, Jason. Buonanotte"

"Buonanotte mamma, ti voglio bene anch'io. Sogni d'oro"

Mi serve decisamente un bel bagno caldo. Devo prepararmi per i prossimi giorni.

I Mancini avranno bisogno di me, quindi come prima cosa domani devo chiamare il Rigel e chiedere di allungare le ferie per restare qui ancora un po'...lo chef si infurierà, ma non posso fare altrimenti, non esiste che me ne vada in questo momento.

E spero che la notte mi porti consigli su come procedere con Bianca.

Ti vengo a trovare in un sogno, un giorno di questi.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora