Capitolo 27 - Jason

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"Avanti, continuiamo, quali sono le tue paure Bianca?"

Mi sta fissando con gli occhi sbarrati da quando le ho confessato la storia della tsavorite e sembra non sappia cosa dire.

Sta giocherellando con il cucchiaino del dolce. Come suo solito, quando è in imbarazzo cerca un posto dove tenere il suo sguardo, qualcosa da fare che lo tenga occupato.

Mi piace troppo metterla in imbarazzo, vederla senza parole... così mi alzo lentamente dalla sedia, faccio il giro del tavolo e mi siedo accanto a lei. Ma ancora non mi guarda. Allora prendo la sua sedia, la faccio voltare verso di me e il suo sguardo scioccato si pianta nel mio che al contrario sta godendo della sua goffaggine e del suo imbarazzo. Poi la trascino verso di me, facendo in modo che le mie gambe la circondino. Ci ritroviamo nella stessa posizione di quel giorno sulla barca e così facendo i ricordi bussano nella mia mente scatenando un po' di panico.

Ma lei ha bisogno di me. Sono consapevole che il messaggio che mi ha scritto mentre ero in fiera sia stato un grande sforzo per lei, mettere da parte la paura, l'imbarazzo, il timore di soffrire... so che in me cerca il coraggio di lasciarsi andare, di credere di più in sé stessa, di provare un salto nel vuoto. Mi viene un'idea per metterla a suo agio e nel frattempo farla parlare a cuore aperto.

Appoggio i gomiti sulle mie gambe in modo da riuscire ad abbassare la testa e sbirciare nei suoi occhi che puntano il pavimento "Le usi ancora quelle liste di pro e contro?" le chiedo all'improvviso.

Sembra quasi stupita, forse non si aspettava che mi ricordassi di questa sua metodologia alquanto discutibile per prendere le decisioni più importanti. "Sì, certe volte sì. L'ho usata recentemente per scegliere di studiare a Milano"

Scuoto la testa e sorrido "La tua razionalità mi sconvolge sempre. Ma prima o poi mi ci abituerò, anche se spero che imparerai a trovare un equilibrio con l'impulsività"

"Già, mi piacerebbe molto" un sorriso di comprensione le spunta sulle labbra e se ne mordicchia uno, un po' nervosa. Distolgo subito lo sguardo dalla sua bocca.

"Ok. Bene, allora mostrami la lista di pro e contro che hai fatto su di me" dico battendo le mani sulle mie cosce e andando ad appoggiare la schiena alla sedia.

"Io, i-io non ho fatto nessuna lista su di te" scuote la testa velocissimamente e intanto si guarda le mani. Mi sta mentendo, palesemente.

Distolgo un attimo lo sguardo da lei e lo sposto su un punto a caso alla mia destra. "Signorina, le bugie hanno le gambe corte dovresti saperlo. Forza parla"

"Beh, veramente di solito le scrivo..." si sta torturando le pellicine delle dita

Dio, si imbarazza così tanto che vorrei solo stringerla forte e baciarla tutta.

Mi alzo ed entro in suite tornando poco dopo con una penna e un foglio di carta straccia e glielo porgo. Poi scavalco le sue gambe e torno a posizionarmi sulla sedia di fronte alla sua

"Adesso?!" dice stupita

"Adesso. Non ti faccio andare a letto finché non abbiamo trovato una conclusione degna a questo discorso, peste. Mi spiace." alzo le spalle.

Mi fissa incredula, ma sa benissimo che lo farei. Poi il suo sguardo cambia. Leggermente. È solo un piccolo cambio di luce, quasi impercettibile. Ma non sfugge di certo a me che l'ho visto farsi strada dei suoi occhi milioni di volte: ha deciso di lasciarsi andare, di aprirsi, di mettere il suo cuore a nudo e di farlo di fronte a me, ha deciso di fidarsi delle mie braccia pronte a prenderla al volo se dovesse cadere.

Comincia a scrivere.

Dopo quasi 10 minuti mi guarda e lentamente mi porge il foglietto pieno di inchiostro.

Ti vengo a trovare in un sogno, un giorno di questi.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora