'Lì per lì dissi di no, ma poi ci ripensai, l'idea mi lusingava molto. Così andai da lui, e gli dissi che avrei accettato soltanto se si fosse trattato di un seminudo. Cioè, volevo qualcosa per coprirmi almeno in parte. Lui rispose che non dovevo assolutamente preoccuparmi. Voleva vedermi nuda, perché aveva bisogno di "afferrare la verità", ma nel quadro sarei apparsa vestita.  Mi spogliai e lui mi guardò in fretta, non indugiò nemmeno, sembrò quasi avere uno sguardo clinico, molto rispettoso. Poi mi coprii con una coperta e posai per tre lunghe ore. In una breve pausa in cui si fumò una sigaretta e io riposai la testa sul cuscino mi disse una cosa che mi colpì: "Io non ho mai visto un corpo e un viso così carichi di mistero." Pensai che forse era l'unico che riusciva a vedermi davvero. Avevo aspettato tutta la vita quel momento. Desideravo essere vista nella mia totalità, nella mia complessità senza dover spiegare nulla.   Fu un pomeriggio davvero particolare. Mi sentii...immortale. Nessun uomo mi aveva mai fatta sentire così. Sono tutti o troppo aridi o troppo possessivi. Incapaci e paurosi di dare così tanto potere ad una donna. Quando ebbe finito, mi alzai carica di curiosità e rimasi a bocca aperta. Lui aveva catturato nei miei occhi neri tutta la mia vita. Nelle mie pupille si leggeva l'irrequietezza, la voglia bruciante di vivere una vita piena, la follia, l'amore, l'odio, la paura. Era quasi come se mutassero in base ai miei stati d'animo. Ma la sorpresa per me fu un'altra. Lui mi aveva raffigurata avvolta da un turbante nero: ero completamente coperta. S'intravedeva soltanto qualche ciuffo dei miei capelli scuri e s'intuivano le forme sotto un elegante vestito nero di un tessuto pregiato. Si notava sulla mia mano destra l'anello che porto tutt'ora e un bracciale d'oro. Per il resto, ero una versione di me inaspettata. Dal mio viso non traspariva sensualità, ero composta e formale. Scostante quasi.'

'Perché dici inaspettata? Tu vieni percepita dalle persone come una persona molto scostante e a tratti fredda. Ti si legge negli occhi che sei cresciuta in una famiglia privilegiata. Guardi tutti dall'altro al basso, intellettualmente ti credi superiore alla media, elogi la tua esteticità...insomma tutto di te mi dice che sei stata amata molto durante le delicate fasi di crescita. La dose spropositata di attenzioni ricevute, per te non sono soltanto un diritto, ma addirittura le pretendi. Questo spiega in maniera piuttosto accurata la tua megalomania'

'Io non sono megalomane'.

'Io credo di sì. La tua megalomania non credo risieda nel desiderio di avere e accumulare proprietà e denaro, la tua megalomania risiede in una vera e propria volontà di potenza Nietzschiana. Tu vuoi che tutti riconoscano la tua superiorità intellettuale, e non sono troppo lontano dalla verità se mi azzardo a dire che hai fatto tutto questo per provare alle persone, che puoi causare la morte di qualcuno anche soltanto aprendo la bocca.'

'Non è vero!'

'Andiamo. Tutto questo non serve a nulla se non sei sincera con me!' Mi avvicinai a lei e le strinsi con le mani le sue guance per costringerla a guardarmi negli occhi.

'Dovrai ammetterlo prima o poi'. Lei deglutì piano e iniziò a punzecchiarmi: 'Mi prendi il viso nella tua mano come se ti appartenesse. Come se fosse tuo. Eppure non ricordo di averti permesso tutta questa confidenza. Come ci si sente a volere una ragazza con dieci anni in meno?'

'E tu invece? Non mi vuoi? Sei venuta mezza nuda in questo studio, non credere che non me ne sia accorto'

'Ti sbagli...io sono venuta completamente nuda in questo studio. A breve saprai più tu di me che io di me stessa. Come ti fa sentire? Ti senti potente? Ti senti più uomo? E per la cronaca io non ci starei mai con uno più grande di me di dieci anni, perché se guardate le più piccole alla vostra età, figuriamoci una volta superata la soglia dei cinquanta. È un circolo vizioso, non smettete mai...'

Le tolsi le mani dalla faccia, e mantenni lo sguardo. 'Non ti permettere...Non puoi pensare questo di me...non puoi...sono una brava persona, e tu non mi conosci. Mi pento di averti invitata a cena.'

Lei sorrise: 'Lo sapevo'.

'Lascia perdere.' sentenziai serio, 'Riprendiamo.'

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