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Bussò il telefono. Riconobbi il numero, anche se non lo avevo salvato.

'Perché mi chiami?' le chiesi subito quasi in un sussurro.

'Perché abbiamo una cena in sospeso.' rispose quella voce femminile.

Per come aveva pronunciato quelle parole, figurai un sorriso malizioso dall'altro capo del filo.

Io rimasi serio: 'Ma non mi hai chiamato riguardo la cena...i giornali...tu lo conoscevi, non è vero?'

'Nico, dopo che avrai ascoltato quello che ho da dirti, desidererai non avermi mai invitata a cena'.

Deglutii piano, nello studio c'era un piacevole tepore, fuori pioveva forte. Solitamente correvo a casa dopo una lunga giornata di lavoro, ma il venti novembre ero lì in attesa di qualcosa che sentivo miavrebbe travolto di lì a poco. Nessun'attesa fu nella mia vita più dolce di quella. Io credevo che la vita fosse fatta di messaggi, di frequentazioni, di amici, di ufficio, ma dopo quella notte capii che la vita ha il potenziale di essere qualcosa di straordinario soltanto quando ascoltiamo noi stessi. Quando spegniamo la nostra socialità e ascoltiamo ciò che ci dice il nostro spirito. E lo spirito parla, urla anzi, e noi lo soffochiamo. È come quando c'è uno sciopero in città, e hai comprato una settimana prima un biglietto del treno che va da Napoli a Roma, e tutti ti consigliano di cambiarlo. Ti dicono "Nico,non puoi raggiungere Garibaldi venerdì. È tutto bloccato. La metro è chiusa, la funicolare anche, i treni non partiranno." Tu però senti dentro che questo cambio non è necessario. Non te lo spieghi e per una volta decidi di non farti delle domande, semplicemente accetti gli eventi del giorno e non ti sposti comegli altri. Resti lì. Ecco, quel giorno scesi di casa ed ero pronto a chiamartiun taxi, ma il caso volle che io incontrassi un vicino. Lui per qualche ragione era diretto proprio vicino alla stazione e, così non esitai a chiedergli un passaggio. Giunto lì, non nutrivo alcune speranze riguardo il mio treno, se non ci fosse stato, me ne sarei tornato a casa senza alcun problema. Ma quel giorno io ci andai a Roma, e il treno fu anche molto puntuale, perché avevano deciso di garantire i treni nella mia fascia oraria. Mi parve molto strano, ma capii che come esseri umani abbiamo perso la capacità di fidarci del corso degli eventi. Delle volte bisogna lasciarsi trasportare dalla corrente che noi stessi abbiamo scelto, bisogna avere fiducia in ciò che il nostro corpo sente e dice. Nel mio studio quella sera, provavo la stessa cosa che avevo provato il giorno dello sciopero. È una sensazione di profonda pace, il corpo e l'anima stranamente congiunti in una danza oscura alla nostra mente. Sapevo che Mina Marchesi mi avrebbe chiamato, lo sapevo come sentivo che avremmo trascorso la notte seduti sui divani in pelle che osservavo con crescente angoscia. Io Mina non la conoscevo affatto. Era una ragazza che avevo incontrato per caso a vico Belledonne in un'afosa sera d'estate. Tutto ciò che avviene d' interessante, avviene nella notte, quando tutto è più cupo, quando la poca luce invita le ombre dentro di noi ad emergere e a prendere forma.

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