La bellezza di quel luogo era sconcertante. Essendo un palazzo antico, le scale erano larghe e di pietra come quelle di un castello. Ai lati avevano posizionato delle candele che illuminavano il percorso. Una volta all'ingresso, si accedeva con una parola d'ordine. All'interno, i soffitti erano alti e le sale enormi. Se ci si affacciava dai balconi, si riusciva a sentire il profumo del mare. Ci versammo del vino e intrattenemmo molte conversazioni con sconosciuti. Durante una di queste, non so perché ma ebbi l'istinto di voltarmi indietro, e sorpresi Davide ad osservarmi. La presi con leggerezza perché in verità dopo tutto quel tempo non m'importava più nulla di lui. Spesso accade che negli uomini il tempo di realizzazione di un sentimento sia meno irruento e più graduale del nostro. Nel mio caso specifico, se brucio per un uomo, lui ha il dovere di alimentare quella fiamma e di tenerla accesa per più tempo possibile. Ma spesso ciò non succede, perché esattamente nel momento in cui noi decidiamo di volere quella persona, quella stessa persona sta maturando il desiderio di avvicinarsi a noi. Per questo ci si rincorre, uno fugge dall'altro, perché l'uomo e la donna non hanno gli stessi tempi di reazione ad un sentimento. Nel suo caso era troppo tardi e la fiamma già si era spenta, perché lui era completamente inesperto, si era rivelato un ragazzo insicuro e indeciso. Si avvicinò alla persona con cui stavo dialogando e con una scusa s'intromise nel discorso. Aveva la capacità di poter parlare di qualsiasi cosa, peccato che quando si trattava dell'amore era completamente ignorante. Quando la persona tra noi iniziò a sentirsi fuori luogo, si congedò imbarazzata e restammo da soli a parlare. La mia intenzione era di restare vaga, di non entrare nel merito dei sentimenti o del privato. E per un po' parve funzionare, gli chiesi come andavano gli esami, come avesse trascorso l'estate, lui mi chiese lo stesso, e mi chiese il nome della mia amica, rimase soddisfatto nello scoprire che si chiamasse Paola. Insomma, fu una conversazione degna della superficialità che aveva caratterizzato le sue azioni e tutti i nostri incontri. Poi vuotò il calice di vino e cambiò sguardo. Si avvicinò e all'orecchio mi sussurrò di spostarci altrove. Io rifiutai, gli chiesi anche con tono piuttosto scostante: 'E perché dovrei seguirti?', anche in questo caso, lui dimostrò non solo una irrecuperabile immaturità, ma dimostrò anche di essere incapace di reggere un confronto. 'Se non mi rispondi, non ti seguo' gli intimai. 'Voglio soltanto parlarti. Non ti faccio nulla promesso'.

OmissioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora