Avevano pochi secondi. Così anche lui contro voglia alzò il passo. Nell'altra stanza non c'era nulla, eccetto che per i quadri e gli specchi presenti in tutte le stanze del palazzo. La finestra era spalancata e un fazzoletto si dimenava per il vento sotto un calice vuoto. Davide non capiva cosa stessero cercando, Mina si guardava intorno spaesata. Poi affacciatosi alla finestra, Davide guardò giù e ci mise un po' a capire. Un corpo giaceva scomposto con la faccia in giù. Ebbe un sussulto. Mina accorse e subito capì. 'Davide, dobbiamo andarcene di qui.' Davide sedette su una sedia a portata di mano mentre con la mano si reggeva il cuore. 'Mina. È Giulio', le disse lui con la voce strozzata.

'Dobbiamo andarcene da questa stanza, subito.' Mina deglutì, si guardò un attimo attorno.

'Lo hanno ucciso?' chiese Davide sconvolto.

Mina guardò il fazzoletto bianco che cercava disperatamente di liberarsi dalla morsa del calice. Lo sfilò e lo aprì. Il cuore iniziò a batterle ferocemente, per un attimo pensò le sfondasse la gabbia toracica.

'Cos'è?' chiese Davide. Mina restò immobile. Lui trovò la forza di alzarsi e glielo strappò di mano. Lesse ad alta voce: 'Ti ho vista. Non ho più ragione di vivere.'

'Chi?' chiese lui, e alzando lo sguardo scorse la colpa sul viso di lei.

'No...' disse piano lei, mentre sentiva l'aria intorno diradarsi.

Davide divenne rosso in viso. 'Cosa Mina?'

Silenzio.

'Perché?'

Lei non rispondeva. Davide urlò: 'Perché!'

Mina pietrificata non mosse un muscolo. Davide la scosse e sentendo dei passi avvicinarsi, la tirò via. Sulle scale si fermarono un momento. Mina si asciugò le lacrime.

Lui la mise con le spalle al muro, la scosse ma lei non intendeva parlare.

'Cos'è quel foglio, e cosa c'entra con te?'

In quel momento, nella mente di Davide si allinearono fatti e persone e intuì senza che lei emettesse parola. Si portò una mano alla testa.

'Tu lo sapevi?'

Mina annuì.

'E ti sei fatta baciare da me lo stesso?'

'Sì'

'Era mio amico, Mina.'

'Non m'interessa. Non m'interessa nulla di ciò che provava lui, io vivo per soddisfare i miei desideri, non quelli degli altri' rispose lei in un sussurro.

Davide le puntò il dito contro lo sterno 'Se avessi saputo che era innamorato di te, non ti avrei mai baciata.'

Mina lo scacciò via con rabbia 'Vergognati.' Quelle parole l'avevano trafitta come una lancia in pieno petto ma non lo diede a vedere, immediatamente si ricompose e ribatté:

'Ironico non credi? Si è tolto la vita per timore di un sentimento tra noi, mentre io con te stasera mi toglievo solo uno sfizio.'

Riuscì a divincolarsi dalla prigione delle braccia di lui, scese le scale e andò via. Davide restò lì. Mina uscì dal palazzo poco prima che vietassero alle persone di entrare e uscire. Uno dei motivi per cui si iniziò a sospettare di lei. Non era l'unica ad essersene andata presto, ma senz'altro se n'era andata all'orario meno opportuno. Davide era rimasto lì, si era procurato un accendino e aveva bruciato il foglio. Una volta arrivata a casa, lei aveva seguito i soliti rituali che precedevano una notte serena nelle braccia del sonno. Si era struccata, aveva riposto i vestiti nell'armadio. Aveva applicato un siero sul viso, il quale ad ogni modo non appariva provato né tantomeno sconvolto. L'espressione che avrebbe dovuto celare l'indomani, era ben visibile mentre si guardava allo specchio, certa che nessuno potesse vederla. Mina era lusingata che un uomo si fosse ucciso per lei, ma soprattutto era una vera e propria liberazione. L'unica cosa che separava lei da Davide, era forse proprio Giulio; il piagnucolone, il sensibile, il debole. Il ragazzo dal cuore di panna che non aveva saputo sfruttare la propria sensibilità, che non aveva saputo capire quant'è prezioso il dolore che si prova quando non si è corrisposti. 

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