Non era possibile che entrambiperdessero o vincessero, uno dei due doveva sanguinare a morte. Dunque,conclusi che lei aveva un vantaggio su di me in quanto aveva scortol'imperdonabile e inaccettabile difetto di essere un vinto: quando ci siavvicina ad una persona estranea, si percepisce fin da subito, dall'energia cheemana, se quella persona è solita amare, o essere amata. Io rientravo nel primocaso, e lei nel secondo, e per tale ragione- che assomigliava ad una formacontorta di predestinazione - io, per quanti gli sforzi, non potevo invertire iruoli. Il conflitto amoroso di cui parlava Mina forse scaturiva proprio daquesto elemento inafferrabile ai più, che rendeva certi uomini irresistibili aisuoi occhi, e gli altri noiosi e banali. Nonostante non mi fossi mai realmenteinnamorato prima di lei, avevo avuto modo di frequentare anche per lunghiperiodi qualche donna, la quale puntualmente mi aveva poi lasciato perché sfinitao annoiata dalla mia persona. D'altra parte, lei, pur apparentemente sconfittain un primo momento da Davide (che riteneva un suo eguale, perché bramoso diessere amato), aveva ottenuto la sua vendetta e aveva avuto modo non solo dipareggiare i conti alla fine, ma di ricavarne anche la fine fisica. Continuavo a dubitare che nonl'avesse ucciso lei. Tutto tornava dentro di me...il desiderio di vendetta, ilrifiuto, l'impossibilità di accettarlo, e il conseguente odio. Lei soffriva manon si mostrava mai sofferente, forse persino nel dolore gioiva, perché lericordava di essere viva, e alla fine cosa le importava dell'amore? Sapeva che ad uno ne sarebbe sempre successoun altro. Era un divertissement. Leiche riteneva di essere esente da alcun tipo di vizio in realtà s'ingannava. Nonil fumo, né il gioco d'azzardo o l'alcool; ma l'amore. Era la sua fonte didistrazione; le nuoceva come tutti i vizi capitali, e seppur consapevole non nepoteva fare a meno. Si diceva: "basta ora smetto. Voglio stare un po' da sola."E poi puntualmente ci ricadeva sempre. Lei seguiva la linea di un cerchio,anche quando cercava di cambiare rotta, andava in realtà sempre nella stessadirezione, e uscirne, liberarsene, avrebbe voluto dire morire. Il suo vizio eraun peccato assai peggiore degli altri. Lei che tanto si lasciava travolgeredalle sue stesse passioni era, in verità, incapace di prendere seriamente unqualsiasi rapporto. Vedeva ciascuno di noi uomini come personaggi lontani egrotteschi. Qual era l'unico momento in cui scattava in lei il desiderio diavvicinarsi? Quando vedeva la sua stessa freddezza nell'altro. Quando scorgevauna mente razionale che le assomigliava. Nel pensare queste cose io mistruggevo. Dov'era finita la tenerezza? Quell'avvicinarsi tranquillo di dueanime spaesate, che non vogliono nessun male, né tantomeno sanno farlo. Eradavvero così difficile trovare una persona vicino la quale sedersi per un po' senzaper forza essere sbranato o giudicato bisognoso di affetto? Io anche, quandoavevo la sua età, mi ero sentito invincibile come si sentiva lei ora. Ricordobene quella fame e quella volontà di prevaricare su tutti. Un sentimento moltopericoloso, ma non per questo non portatore di un certo fascino oscuro. Quandol'odore di una certa supponenza e arroganza giunge fin su nelle narici, non èpossibile ignorarlo, perché nonostante provochi dentro di sé del fastidio, spingead interrogarsi sul perché. Non sipuò fare a meno di constatare che quella persona si sente al di sopra deglialtri, ed è l'istinto della natura umana cercare di arrivare al fondo di tuttele cose. Non è nemmeno attrazione, è curiosità morbosa a spingerci inizialmenteverso quell'anima, a idealizzarla e a volerla tutta per noi. 

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⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 17 ⏰

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