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Per questo l'avevo invitata a cena con la certezza che lei avrebbe detto Sì. E così era stato. Ma si fece promettere di non essere cercata, mi disse che mi avrebbe cercata lei quando fosse arrivato il momento. Inutile dire che all'emozione di quell'assenso seguì poco tempo dopo una grande delusione che mi turbò per mesi. Quando qualcosa di così irruento e inspiegabile ci scuote è sempre un enorme problema per la logica della mente. E per questo, mentre il cuore batte un po' più forte, la mente tenta di elaborare il rifiuto e di mettere la persona in cattiva luce. Ci convinciamo di aver preso un abbaglio, di non aver provato nulla, e soprattutto ci convinciamo che quella persona non era spinta forse da un sincero interesse, bensì si trattava tutto di uno schema per ingannarci, per sedurci. Così avevo preso a nominarla dentro di me "la dolce ingannatrice". Le sicurezze che un medio borghese come me può avere, lei le aveva distrutte, e mi ero ritrovato a domandarmi se stessi perdendo il mio fascino, se avessi già nei miei trent'anni iniziato a sfiorire, o ancora se fossi stato maleducato con lei, se avessi detto qualcosa di troppo forte, o troppo banale. Ad ogni modo, dopo un sospiro profondo, e dopo aver vuotato il calice, mi decisi a porle la fatidica domanda.

'Come mai hai aspettato tanto prima di farti viva di nuovo?'

Lei mi scrutò un momento.

'Perché la vita deve seguire il proprio corso.'

Non potei fare a meno di sorridere divertito, voleva fare la fatalista, trovai la frase un po' prevedibile. Io l'avevo studiata troppo bene. Troppo era il tempo speso a pensare alla sua irritante personalità per credere ad una facezia del genere.

'Se vuoi davvero raccontarmi tutto stanotte, devi iniziare rispondendomi con sincerità. Sei venuta qui perché desideri avermi come avvocato, giusto? Non provare a sedurmi, devi provare a dirmi la verità. Altrimenti non potrò aiutarti.'

Lei s'irrigidì talmente che per un attimo temetti si alzasse e attraversasse la porta per scomparire.  Fu gelida. 

'Sedurti? Non stiamo parlando di ciò che è successo. La tua domanda era diretta a noi due, e se è diretta a noi due, io posso anche mentire, ne ho ogni diritto. Se vuoi invece sapere cos'è accaduto, io sarò obbligata a dirti la verità. Non tentare questi giochetti con me. Hai sbagliato persona. Io sono brava quanto te con le parole.'

'Quindi ammetti di non essere così fatalista come dici. Sarebbe carino da parte tua darmi una spiegazione logica per quest'attesa.'

Mina mi sorrise, e mosse il piede in un movimento circolare.

'Com'è stata? Ti ha logorato un po'?'

Si era divertita a farmi aspettare. Non le risposi, iniziavo ad irritarmi e lei capì.

'Vuoi la verità? Ecco, un fatto: Ha logorato un po' anche me.'

Quelle parole mi calmarono, le mie orecchie dovevano essere diventate rosse dalla frustrazione, perché quando ne toccai una, era bollente.

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