Edith
19 Aprile 2022
Riapro gli occhi ritrovandomi a fissare il soffitto della mia camera. Sto piangendo e il dolore che sto sentendo al cuore non si può spiegare, e come si potrebbe? Come si riesce a spiegare il dolore che nasce nel tuo cuore e nella tua anima dopo aver visto la persona che ami morire? Come si riesce a spiegare il senso di rabbia e frustrazione verso te stessa per non essere riuscita a salvarlo? Ero un'infermiera maledizione, perché non sono riuscita a salvarlo? Richiudo gli occhi zuppi di lacrime sperando di rivedere il mio Alexander, anche se è ancora su quel letto d'ospedale non m'importa perché io ho bisogno di rivederlo, almeno per l'ultima volta. Ma io so che questa è stata l'ultima volta, l'ultima regressione. E adesso? Cosa succederà adesso? Dopo tre mesi fatti di sogni, di ricordi riemersi, di segnali mandai da lui, di giornate passate a voler vedere quel viso, quegli occhi verdi, quei capelli biondi, quel sorriso luminoso come il sole di Giugno che mi ha fatta innamorare, dopo tutto questo come si può andare avanti con la propria vita come se nulla fosse, come se... Come se lui fosse stato solo un sogno. Ma lui non è stato solo un sogno, lui era un'anima pura che ha attraversato i secoli e le regole del tempo per ritrovare me, la ragazza che ha amato e per la quale avrebbe dato la vita, e in un certo senso lo ha fatto veramente. Sapevo cosa avrei visto, so che avrei visto i suoi occhi chiudersi per sempre, che avrei sentito il suo cuore fermarsi così come il suo respiro caldo, ma nonostante questa consapevolezza non si può essere preparati a una cosa del genere. Continuo a ripetermi che lui non è morto veramente perché la sua anima è qui con me, ha comunicato con me come se Alexander fosse veramente qui in carne ed ossa, lo ha fatto con tutti i mezzi messi a sua disposizione, ma purtroppo averlo visto morire fra le mie braccia ha spazzato via tutto quanto. Mi metto a sedere e nonostante le lacrime che scendono dai miei occhi, afferro un foglio per trascrivere velocemente tutto quanto, anche le sue ultime parole. "Non dimenticarti di quei giorni di Giugno, dei nostri giorni d'estate." All'improvviso una consapevolezza mi balena nella testa: non ho idea di quando sia successo tutto questo. Non conosco la data effettiva della sua morte, né il giorno, né il mese, né l'anno. Ma com'è possibile? Alcune date le so, ad esempio quella del nostro primo incontro, la data del nostro matrimonio e dei nostri compleanni ma... come posso non sapere il giorno in cui lui se ne è andato? Il giorno in cui il mio intero mondo è crollato nell'esatto momento in cui il suo cuore ha smesso di battere? Purtroppo non è facile capire quando ogni ricordo è avvenuto, alcuni li ho capiti grazie a dei dialoghi dove si citava la data, altri li ho capiti guardando le vicende della guerra e quindi riuscivo a collocare un evento a una particolare data o periodo. Ma questo? Mi metto una mano sul cuore per cercare di calmare il mio respiro affannato, devo tranquillizzarmi o mi verrà un attacco di panico. Afferro il cellulare per mandare un messaggio a Emma, le devo raccontare tutto per filo e per segno, solo lei può capirmi adesso, come mi ha sempre capita fin dall'inizio. Le scrivo tutto, le scrivo di Alexander e di cosa è successo quel giorno di... ancora non lo so, estate? Primavera? Di sicuro non era inverno perché faceva caldo e c'era il sole che brillava alto nel cielo. Se ne è andato mentre il sole splendeva in cielo. Afferro il computer per cominciare a fare delle ricerche sui bombardamenti avvenuti a Rovereto, ho poche informazioni ma forse mi possono essere utili: il bombardamento è avvenuto di mattina, era caldo e le bombe cadevano poco distanti dall'ospedale perché quando sono uscita vedevo il fumo e la polvere. Mi chiedo se quello che ho visto è stato reale, non posso credere che abbiano veramente bombardato un ospedale civile, con all'interno non solo soldati ma bambini e anziani, civili di tutte le età. Ma poi ricordo che in guerra queste cose non contano, conta solo il potere e se il prezzo da pagare per ottenerlo sono la vita di migliaia di persone allora ben venga. All'improvviso sul mio computer appare un link: "Quando il cielo era nemico" un documento su un bombardamento avvenuto a Rovereto. Incuriosita apro il file e una data mi fa accapponare la pelle: 24 Aprile 1945. Subito dopo aver letto questa data il mio telefono vibra, segno che un messaggio è arrivato, quindi lo accendo vedendo il nome del mittente: Emma. In fretta e furia apro i messaggi, messaggi che hanno il potere di aiutarmi ogni qual volta io abbia bisogno delle sue parole, e anche questa volta questa ragazza che per me è diventata un'amica è qui per me, per aiutarmi.
"Sei stata fortunata, posso dirlo, perché hai avuto la possibilità di averlo vicino ancora una volta. Di averlo avuto tra le tue braccia a distanza di vite, e nonostante il dolore, lo considero un dono."
"Non è un'esperienza comune, non capita a tutti ma soltanto alle anime antiche che sanno comunicare con il tempo."
"Ora sai che lui è realtà, è stata realtà e sarà sempre la tua realtà più bella."
"Chissà che per voi non ci sia un punto in questa vita in cui non vi rincontrerete? Può darsi che lui ti stia già aspettando da qualche parte inconsapevolmente."
"Ma in ogni caso, la tua cosa bella resterà per sempre lui."
"Come andranno le cose, lui sarà la tua certezza."
"Ricorda sempre la frase di una canzone dei Pinguini Tattici Nucleari che in questo periodo mi ha aiutata tantissimo: e che qualsiasi cosa passa se stringiamo i denti."
Qualsiasi cosa passa se stringiamo i denti... Quella frase mi sembra di averla già sentita, in un ricordo lontano."Dobbiamo stringere i denti Clara, non dobbiamo dargliela vinta a quei bastardi, siamo arrivati fin qui e noi possiamo tutto insieme, ricordi? Qualsiasi cosa passa se stringiamo i denti." Una scossa mi attraversa il corpo, quella frase! Quella frase mi sembra di averla già sentita, in un ricordo lontano, ma non riesco a capire dove. Adesso ricordo, ricordo tutto, perché quel ricordo è impresso nella mia anima. Ed eccole di nuovo queste maledette lacrime, ormai mi stupisco che ce ne siano ancora. Questi messaggi hanno il potere di far riemergere tutto, il primo incontro con lui, la prima volta che ho sentito l'amore quando posavo gli occhi su quella meraviglia che era accanto a me, il primo bacio il primo tutto. Tutto quello che ho fatto è stato con lui, tutte le prime volte sono state con Alexander, ma non solo nella mia vita passata ma anche in questa. Leggendo il messaggio di Emma la speranza minima che lui sia qui fisicamente in qualche parte del mondo si accende, ma mi rendo conto che è una cosa impossibile. La sua anima non può essersi reincarnata perché è sempre stata vicino a me, è stata la sua anima a mandarmi i segnali e a farmi ricordare di lui, quindi è improbabile che si trovi in un altro corpo. Nonostante questo, però, so che arriverà il giorno in cui ci rivedremo, magari in un'altra vita o in un Paradiso che sta aspettando noi, andrei anche all'Inferno pur di stare con lui per l'eternità. So che quel giorno arriverà, fra tanti anni ci ritroveremo, saremo uno accanto all'altra a guardarci dopo secoli e quando la mia mano si poserà sul suo viso allora capirò di essere tornata a casa. 24 Aprile 1945. Ancora Aprile. Che sia questa la data della sua morte? Io ancora non lo so, ma farò di tutto per scoprirlo, il cerchio non è ancora chiuso, prima di mettermi l'anima in pace e far riposare quella del mio soldato devo scoprire il giorno in cui lui ha lasciato questa terra per diventare il mio angelo.
Per diventare la mia cosa bella.
***
STAI LEGGENDO
Ricordo che era Aprile
General FictionRovereto, 1940 La guerra è appena scoppiata in Italia, il mondo è in guerra, ma Clara, una ragazza di sedici anni, si augura che nel suo paese fra le montagne la sua quotidianità non cambi. In cuor suo spera che la vita, la vita che conosceva fino a...