Capitolo 22

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Edith

10 Marzo 2022

L'ho sognato anche stanotte, ma non ho visto quello che volevo vedere. Non riesco a dire ad alta voce come ho visto Alexander, non posso dirlo perché darebbe inizio a una serie di domande che il mio cervello non avrebbe la forza di sopportare. Forse ho visto male io, forse non è quello che credo io. Forse forse forse. Invece so quello che ho sognato, il mio soldato steso su un letto d'ospedale e privo di vita. Immobile e freddo. Ma perché? Cosa gli è successo? Non è possibile che lui sia morto, non può essere morto. "E allora perché ha deciso di farti ricordare di lui? Se fosse sopravvissuto e avesse passato con te il resto della sua vita, perché ritrovarti anche in questa?" Questa vocina nella mia testa non mi dà tregua. Voglio piangere ma non riesco. Io so perché, perché noi due non abbiamo avuto modo di viverci, di vivere il nostro amore perché lui è morto in guerra. Ecco la verità. Ma come faccio a esserne sicura? Sono fuori in giardino, avevo bisogno di fare una passeggiata e di schiarirmi le idee, ma soprattutto avevo bisogno di parlare con lui. Lui con la sua presenza silenziosa che fa muovere il vento riesco a capire che lui c'è, che è qui. Ma oggi, nonostante siano giornate ventose, non si muove una foglia. Neanche lui vuole rispondermi, forse perché non ne ha il coraggio, non ha il coraggio di dirmi quello che gli sto chiedendo da mezz'ora. Cosa ti è successo? Una lacrima di frustrazione mi scende accarezzandomi la guancia, solo la mia anima sa quanto vorrei che Alexander fosse qui ad asciugarmela. È difficile andare avanti senza la persona che ami, una persona che non è fisicamente con te ma che sta facendo qualsiasi cosa per dimostrarti il suo amore, non ho mai provato così tanto amore e gratitudine come in questo periodo, ma purtroppo sto provando anche la tristezza e lo smarrimento. Spero che se ne vadano presto, perché non voglio ricordarlo per tutta la mia vita con questi due sentimenti che non me lo fanno vivere appieno. Lui si merita tutto, la mia felicità e i miei sorrisi, ma si merita anche che io vada a fondo nella nostra storia, nonostante possa far male, nonostante faccia già male. Decido di rientrare dopo che un'idea malsana mi è passata per la testa, voglio vederlo e farmi dire da lui tutta la verità, solo il mio soldato può farlo. Arrivo in camera mia e mi stendo sul letto pronta a vederlo, sperando che almeno nel mio inconscio lui mi appaia.

Avanzo lentamente in questo bellissimo giardino che sembra uscito dall'Eden, sono seduta su una panchina e lo sto aspettando. Le panchine diventeranno la mia rovina. All'improvviso vedo una figura alta, vedo gli anfibi e la sua giacca verde scuro e senza pensarci due volte mi alzo correndogli incontro. Le sue braccia sempre pronte ad accogliermi mi stringono forte e le sue labbra si posano sulle mie, in un bacio atteso anni e anni. Lo guardo con gli occhi che già luccicano ma devo essere forte. "Ti devo parlare Alexander." "Lo so, vieni sediamoci." La sua bellissima voce. Non potendo farne a meno lo abbraccio di nuovo, sempre più forte e dopo esserci staccati si toglie il berretto. Ci sediamo in silenzio e appena il suo sguardo si posa su di me gli prendo il viso fra le mani, lo guardo e finalmente gli pongo quella fatidica domanda. "Il sogno che ho fatto, è vero? Tu sei morto durante la guerra?" I suoi occhi tristi mi scrutano e non risponde, proprio come quando chiedevo risposte al vento. Quindi ripeto la domanda in caso non avesse sentito e all'improvviso appoggia la fronte sulla mia sfregando il suo naso contro il mio, e poi con una lentezza estenuante annuisce, e lì il mio cuore va in frantumi. "Sì, sono morto durante la guerra. Non l'ho vista finire, ma tu si, amore mio. Tu eri con me, mentre succedeva, avevo il tuo viso davanti agli occhi, non piangere." Ho il corpo scosso dai singhiozzi, non ce la faccio, forse era meglio non sapere. Lo abbraccio posando la testa sulla sua spalla, non sapendo cosa dire. "Ricorderai tutto te lo prometto, sii forte. Sono sempre con te meine Liebe, ricordatelo." "Lo so amore mio." Ci abbracciamo forte sapendo che il tempo è scaduto, il tempo è crudele ma io non voglio lasciarlo andare anche in questa vita. "Ricorderai cosa è successo. Sono sempre vicino a te. Ciao meine Liebe." "Ti amo tanto. Ciao soldato."

Apro gli occhi che sto piangendo, la verità fa male come un coltello nella schiena. Cosa mi rimane da fare? Devo stringere i denti e continuare a ricordare, solo così potrò chiudere il cerchio e onorare la sua memoria, ricordandolo.

Nota autrice:
La verità è venuta a galla, una verità che fa più male di qualsiasi altra cosa. Quelle immagini, quel sogno, perseguiteranno Edith per sempre.

Ricordo che era AprileDove le storie prendono vita. Scoprilo ora