Capitolo 42

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14 Giugno 2022

Questi mesi sono volati via veloci, la scuola è finita e l'estate è alle porte. In questi due mesi sono andata avanti come se niente fosse, non ho più fatto regressioni e non ho più sognato Alexander, il profumo della mimosa è sparito e ultimamente non riesco più a sentirlo nel vento. Sembra come svanito nel nulla, ma so il perché di tutto questo, lui vuole che io vada avanti con la mia vita, vuole lasciarmi andare in modo che io non guardi più al passato. L'unico problema è che non posso lasciarlo andare, lui è diventato parte di me, la mia parte più bella e se io adesso sono qui a vivere questa vita è solo perché devo vivere anche per lui. Io so che Alexander c'è, so che mi segue ad ogni passo e che mi protegge silenziosamente. Lui è la mia presenza silenziosa. Per quanto riguarda la data della sua morte non ho più avuto riscontri, ma dopo aver letto l'articolo del bombardamento di Rovereto avvenuto il 24 Aprile 1945 sono quasi certa che la data sia quella. Leggendo il file ho ritrovato le stesse cose che ho visto nella regressione, e che a me a primo impatto mi sembravano strane, come il fumo e la polvere vicino all'ospedale, ma il mio ricordo non sbagliava. Quel giorno di primavera, poco prima della liberazione, hanno bombardato parte dell'ospedale civile distruggendo anche il cimitero attiguo che prende il nome dall'ospedale, ovvero il cimitero di Santa Maria. Dopo aver appreso tutto questo la speranza di avere, forse, scoperto la data della sua morte mi ha acceso di speranza, per quanto doloroso possa essere non posso non sapere una delle date più importanti che lo riguardano, ho bisogno di avere un giorno preciso in cui piangere la sua morte. Purtroppo però la certezza non ce l'avevo e non ce l'ho tutt'ora, ma nei primi giorni di Giugno, una dei mesi più importanti per noi due, ho preso la decisione di fare le valige e partire per Rovereto. Visto le tempistiche brevi avrei visitato tutto in due giorni, grazie anche al fatto che in treno da casa mia ci vuole relativamente poco, e sarei andata alla ricerca della sua lapide. Forse è una decisione affrettata e non propriamente giusta, ma penso che visitare il paese dove l'ho conosciuto, vedere la fontana che ha assistito ai nostri sguardi d'intesa, entrare nella chiesa dove ci siamo sposati sia la cosa più giusta da fare, forse riuscirei a mettere un altro tassello in questo enorme puzzle ormai completo. Infine avrei visitato il cimitero di Santa Maria, avrei guardato ogni singola lapide alla ricerca del suo nome e del suo bellissimo sorriso. Ovviamente ho preso in considerazione la piccola possibilità di non trovarla, di non trovare il suo luogo di riposo, non sono neanche sicura che lui sia sepolto a Rovereto piuttosto che in Germania, ma a questa ipotesi ho deciso di pensarci quando sarò là. Quindi mi ritrovo qui, il giorno esatto del nostro primo incontro, a preparare le valige per l'indomani, a comprare i biglietti per il treno che mi aspetta per portarmi nel luogo in cui ho abitato quasi un secolo fa. Mentre osservo i miei vestiti ripiegati ordinatamente ripenso al giorno in cui la mia vita è cambiata, cambiata per il semplice fatto che non stavo guardando dove stavo andando. Magari se il 14 Giugno di ottantadue anni fa fossi stata attenta a dove mettevo i piedi non avrei conosciuto l'uomo che sarebbe diventato mio marito, non avrei conosciuto quel bellissimo soldato che mi avrebbe ritrovata e amata anche dopo la morte. Non avrei conosciuto Emma, la mia più cara amica a distanza, che mi è rimasta accanto per tutti questi mesi in cui mi sono fatta tante domande sulla vita... e anche sulla morte.

Non riesco a dormire, le lenzuola le ho lanciate ai piedi del letto, fa caldo e il mio cuore è in tumulto. Ho paura per domani, non solo per il fatto che visiterò il luogo che ho visto nei sogni e nei miei ricordi per tutti questi mesi, ma anche per il semplice fatto che questo sarà il primo viaggio che farò da sola, sarà la prima volta che prenderò il treno per andare così lontano. L'unica cosa che mi tranquillizza è che Alexander non mi lascerà un solo istante, non permetterà che mi succeda qualcosa mentre sto andando nel posto in cui ci siamo innamorati. Ma un'altra paura che non mi fa chiudere occhio è il timore di non trovare la sua lapide, a Rovereto ci sono tanti cimiteri, ho scelto quello di Santa Maria perché è quello che è più collegato alla mia storia, ma se lì non trovo nulla? Essendo che la me passata è nata e cresciuta lì ci dovrebbe essere anche la lapide di Clara, e se non trovassi neanche quella? Significherebbe che... No! Mi rifiuto di pensare dopo tutto quello che è successo che io e lui non siamo mai esistiti, è solo la paura che mi attanaglia lo stomaco a farmi pensare al peggio. Ma il pensiero di trovarla, di trovare il suo nome e cognome scritto da qualche parte mi fa piangere di sollievo, questo probabilmente sarà l'ultimo passo prima di chiudere definitivamente il cerchio. Mi giro su un fianco guardando un punto a caso della mia stanza al buio, chiudo gli occhi e finalmente mi addormento con il viso di Alexander stampato in faccia, che mi sorride e mi sussurra: "Vedrai amore mio, andrà tutto bene. Io sono qui, non ti lascio sola."

***

Ricordo che era AprileDove le storie prendono vita. Scoprilo ora