Capitolo 1

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Francesco's pov

Ho in mano il quarto caffè in quattro ore. Lo bevo mentre resto in piedi a fissare lo skyline che le vetrate del mio ufficio mi mostrano. Miami a giugno è una città calda e gremita di turisti, le spiagge sono affollate ed i locali in fermento. Scorgo navi da crociera in partenza da Dodge Island, quante ne partono, quante ne arrivano e penso a tutte quelle persone che le popolano, intente in viaggi turistici e di piacere. Non sono un tipo da crociera, ma da ferie si, lo ero e parecchio. Non perdevo occasione, fino a un anno fa, a intraprendere viaggi con amici, visitando ogni continente su questo pianeta.

Tornavo in Italia almeno sei volte l'anno, per seguire casi che mio padre mi affidava e con l'occasione passavo del tempo con Alessio, il mio amico d'infanzia. Ormai vivo fisso a Miami da più di tre anni, ma nell'ultimo anno la mia vita si è completamente stravolta, tanto da non riconoscermi nemmeno più, tanto da non poter più essere il Francesco Antinori che pensava solo a godersi la vita.

Sento il telefono della mia scrivania rivendicare la mia attenzione ed attivo la comunicazione premento il tasto due sullo schermo digitale

<Avvocato, il Sig. Arnaldes è arrivato, lo posso far accomodare?> Jasmin, la mia assistente mi avvisa, ricordandomi l'ennesimo impegno della giornata e dopo aver imprecato ogni santo che conosco le rispondo

<si Jasmin, dammi cinque minuti e puoi farlo accomodare> chiudo la chiamata e raggiungendo il bagno, mi ricompongo. Mi sistemo la cravatta, indosso la giacca , mi sciacquo il viso, sospiro, impreco di nuovo e mi posiziono alla mia scrivania, o meglio, quella che era di mio padre.

**************

<Giulia, per favore, vai tu, perchè altrimenti, a questo giro gli metto le mani nel viso> sbuffo con la schiena e la testa poggiate alla poltrona, le gambe incrociate sulla scrivania e una mano sulla mia faccia ormai contratta dalla rabbia che mi invade

<non posso, ti ho detto che devo fare una cosa più importante! vai tu> quando mia sorella mi risponde con quel tono altezzoso da ragazzina viziata, mi sale il fuoco dai piedi e mi si propaga in tutto il corpo

<Giulia, rimanda la tua scopata di un ora, ok?! vai tu, io sono distrutto ed ho ancora una riunione da affrontare, ciao!> e chiudo la chiamata senza darle modo di ribattere. Sbuffo, ma in realtà vorrei gridare e far uscire la rabbia che mi sta pervadendo, se avessi mio fratello davanti adesso, probabilmente lo ucciderei. Seconda telefonata del preside in due settimane, due cazzo di settimane in cui lui si diverte a fare il macho, prendendo a pugni ogni ragazzo che mette in discussione il suo essere maschio Alpha in quella scuola, da sessantamila dollari all'anno!

Se mi guardo indietro, non riesco ancora a credere alla piega che la mia vita ha preso e se ci penso troppo mi rendo conto solo che...ho bisogno di scopare! Ma ho poco tempo anche per fare quello, fanculo!

Il mio telefono suona di nuovo

<dimmi Jasmin> la voce di questa donna me la sogno anche la notte e non in senso erotico, ma più come un incubo. Me la immagino a casa che mi dice "lavati i denti, fatti la doccia, ricordati di pisciare" . Ma sono anche coscente del fatto, che se non avessi avuto lei, non sarei riuscito ad affrontare tutta la merda che mi si è riversata addosso in questi dodici mesi!

<la stanno aspettando in sala riunioni>

"già...la riunione che Karl ha richiesto alle diciassette di venerdì sera"

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<mi chiedo come mai ancora non ti abbia licenziato cazzo!> sbotto mentre entro in sala riunioni guardandolo dritto negli occhi

Dahlia (Antinori's Series #1)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora