Capitolo 9

169 9 0
                                    

Isolde's pov

Mi butto sul divanetto due posti del mio minuscolo salottino, dato che è ancora presto per andare al ristorante, rivendicando un pò di tempo per riflettere, per schiarirmi le idee e per rallentare la velocità di queste emozioni che pervadono il mio corpo da ieri sera.

Troppe emozioni, troppi sentimenti, troppe paure e troppo Francesco...

Ci ho già provato ed ho fallito miseramente e catastroficamente, portandone ancora dietro i postumi e mi sono ripromessa che non avrei più fatto l'errore di far entrare un Nolan Williams nella vita mia e di Kevin, ma sono anche consapevole che Francesco non è Nolan!

Kevin è felice con quando è con loro, non lo vedevo così preso da tempo, adesso sembra quasi che abbia paura di non avere abbastanza tempo da dedicare a tutti quelli che lo circondano e non volesse deludere nessuno, limitandogli la propria presenza.

Il problema è mio, lo so, ne sono cosciente. Il problema è che ho paura di perdere il controllo di me stessa con Francesco e permettermi di rischiare di nuovo. Mi rendo conto che, forse, l'unica persona con cui non avrei freni è l'unica che non posso avere...perchè non so chi sia, ma devo andare avanti, devo permettermi di rischiare, anche se mi manca il coraggio.

La proposta di Francesco è stata inizialmente, inaspettata e spaventosa , ma poi, più ci penso, più mi rendo conto che potrebbe essere una bella soluzione per Kevin, ma anche per me, in più, mi alletta l'idea di poter passare del tempo in compagnia, scherzare, guardare un film e non andare a letto con il terrore che possa sempre succedere qualcosa a cui non sarei in grado di rimediare, almeno per un pò.

Preparo un trolley, con dentro dell'abbigliamento mio e di Kevin, aggiungo un pò di giochi e uno zainetto con dentro colori e album da disegno.

Mi porto tutto a lavoro e mi immergo nelle mie quattro ore diurne al ristorante.

********************

<Iso, l'ordinazione del dodici è pronta> mi informa Ivonne e appena ho posizionato saldamente i piatti sule mio braccio destro, mi dirigo al tavolo, dove siedono tre ragazzi

<ciao> uno di loro mi saluta facendomi un occhiolino, mentre posiziono i piatti sul tavolo

<salve, avete bisogno di altro?> ignoro gli ammicchi idioti di due di loro, volgendo l'attenzione a quello che mi sembra più educato

<io si, avrei bisogno del tuo numero di telefono> l'idiota alla mia sinistra mi si avvicina e mi afferra un polso

<sei davvero una gran fica, te lo ha mai detto nessuno rossa?> strattono la presa liberandomi e lo fisso

<si in molti, ma di solito sono persone adulte, non bambini che non sanno ancora come usare l'uccello, se non per pisciare> non stacco lo sguardo dal suo viso del cazzo, consapevole che non avrei mai, mai, dovuto reagire così, ma quando mi ha afferrato il polso, nella mia mente è tornato per un secondo Nolan e la rabbia ha preso il sopravvento

<perchè tu invece lo sai bene a cosa serve vero!?> quando sto per rispondere, il ragazzino neo assunto, che si chiama, Jasper, tra parentesi, mi afferra per un braccio e mi porta via di forza

<Iso basta, non ne vale la pena, ci penso io a loro> lo ringrazio con uno sguardo amichevole, ma sono così incazzata che mio devo prendere qualche minuto per sbollire.

La violenza l'ho sempre ripudiata, a prescindere, ma quando ti ritrovi in un appartamento con tuo figlio e la persona che si definisce il tuo fidanzato, ti mette le mani a dosso, capisci che forze, è utile saper reagire. Da allora mi ero ripromessa di seguire un corso di autodifesa, ma il poco tempo a disposizione me lo ha sempre impedito.

Dahlia (Antinori's Series #1)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora