Capitolo 2

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Francesco's pov

Mi sono alzato con l'intento di far uscire qualche parola dalla bocca di mio fratello e dopo aver fatto colazione, afferro dei cubetti di ghiaccio dal freezer, li metto in un ciotolo e mi dirigo in camera sua.

<ma sei scemo Fra> amo svegliarlo così, facendogli maturare dentro quella rabbia che mi occorre

<ti do dieci minuti, poi dovrai essere in sala, dieci Zeno, non trenta> dopo la mia sentenza, faccio per uscire dalla stanza

<ah...raccogli il ghiaccio e buttalo, altrimenti avrai il letto fradicio tra poco> e mi chiudo la porta alle spalle, mentre, un qualcosa che potrebbe assomigliare ad una ciabatta si scaglia sul legno dell'infisso

<fottiti!> e poi arriva anche l'imprecazione!

Nessuno mi ha dato un manuale, nessuno mi ha detto all'età di ventinove anni, che avrei dovuto fare da padre ad un fratello che aveva diciassette anni, nessuno mi ha detto, quando avevo dodici anni che mia madre sarebbe morta di parto, come non mi è stato detto che sarebbe morto anche mio padre di infarto all'età di sessantacinque anni. Non ero preparato a niente di tutto questo e credo che nessun ragazzo adolescente, durante la giornata, pensa alla possibilità che i suoi genitori muoiano da un momento all'altro. Dalla morte di mia madre, mio padre, viveva per Zeno, tanto da diventare il tutto di quel ragazzo, anche troppo. Mia madre aveva tanto voluto un altro figlio, ma purtroppo non lo ha potuto vivere, ecco perchè mio padre non gli si staccava di dosso, faceva con lui cose, che con me e Giulia non aveva mai fatto. Quando vivevamo in Italia, a Firenze, non mi ha mai accompagnato ad una partita di calcio o a scuola o ad una festa, così per Giulia. C'era mamma per noi, lei non ci faceva mancare ne affetto ne il suo tempo, era una donna solare e allegra, molto intelligente e curiosa, oltre che bellissima.

Giulia le assomiglia molto, sia esteticamente che caratterialmente. E' bassa ma con un fisico perfetto, castana con gli occhi nocciola, determinata, intelligente e si fa in quattro per le persone che ama, proprio come era nostra madre. Io invece sono la fotocopia di mio padre, alto, biondo occhi verdi, anche se spess si scuriscono, tendendo al marrone ambrato. Da mia madre ho ripreso solo una cosa, la sindrome di Gilbert una malattia ereditaria che provoca livelli elevati di bilirubina nel sangue, che può causare ittero occasionale e stanchezza, a me, causa solo stanchezza quando eccedo troppo nella giornata, niente di più.

Entro in sala, il mio regno e l'investimento più grosso che ho fatto ad oggi, una palestra attrezzata di macchinari e attrezzature, con tanto di Ottagono per la boxe. Da quando sono ragazzo pratico molte arti marziali, come Muay Thai, Jiu Jitsu, Kickboxing. Cercando di coinvolgere anche Zeno,  mi sono ritrovato anche Giulia sul tappeto ottagonale e così è diventato il nostro modo di affrontare i problemi e risolverli, scaricare la tensione e fare attività fisica.

<sei in ritardo di tre minuti> asserisco appena vedo mio fratello varcare la porta nel seminterrato della villa.

<quanto cazzo parli Fra> lo guardo mentre si prepara le fasciature

<guatoni oggi, facciamo Muay Thai, io e te, niente Giulia> mentre lo dico inizio a riscaldarmi, facendo anche saltelli sul posto e qualche tiro in aria di boxe

<Giulia è con Kevin immagino> lo farfuglia, tanto che capisco appena cosa dice

<chi è Kevin? non si chiamava Steve il suo storico trombamico?> e poi mi aveva detto che era da un amica, bugiarda che non è altro

<è un bambino, che cazzo! ma non sai proprio niente> a quelle parole piego il collo, facendolo sciogliere bene e prendendo un bel respiro parlo

<bambino? spiega Zeno o ti spacco la faccia oggi>

Dahlia (Antinori's Series #1)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora