Capitolo 26

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<Ferdinand Carter, cinquantuno anni, vive  al 295 di Vistalmar St, Coral Gables, voglio vita, morte e miracoli, su questo pezzo di merda entro domani sera sulla mia scrivania, massima priorità Jonathan, ci siamo capiti?>

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<Ferdinand Carter, cinquantuno anni, vive  al 295 di Vistalmar St, Coral Gables, voglio vita, morte e miracoli, su questo pezzo di merda entro domani sera sulla mia scrivania, massima priorità Jonathan, ci siamo capiti?>

<va bene Francesco, ti aggiorno domani nel pomeriggio al massimo, non mi è nuovo questo nome, ma dammi anche i dati della ragazza>

<Allison Davis, diciotto anni, ospite dell'orfanotrofio Sant'Marie Child sulla 67th Ave nel South Miami, adottata il ventisei Giugno di due anni fa, entro domani Jo!>

Chiudo la chiamata con Jonathan Price, l'investigatore privato dello studio legale, poggio il cellulare sulla scrivania dello studio di casa, mi metto comodo sulla poltrona di pelle nera, poggiando la testa allo schienale e divaricando le gambe, mentre mi massaggio le tempie ad occhi chiusi.

Ciò che ho udito dalla bocca di quella ragazza mi ha devastato...ma purtroppo, con la professione che faccio, mi sono capitati spesso casi di maltrattamenti su minori. La cosa però, che mi ha fatto subito destare grandi sospetti, è il fatto che un orfanotrofio, conceda in adozione una ragazzina di sedici anni ad un cinquantenne, solo. Purtroppo il mio primo pensiero, è stato anche il peggiore, ma prima devo capire chi è Ferdinand Carter.

Ho lasciato i ragazzi e Iso in cucina, dovevo allontanarmi per fare quella telefonata.

Esco dallo studio e raggiungo il salotto, da dove sento delle voci provenire, apro la porta e vedo Iso, Zeno e Allison sul divano. La ragazza sembra essersi tranquillizzata

<Zeno ti va di farmi compagnia un attimo, Allison starà con Iso> gli faccio un occhiolino e lo invito a seguirmi, mentre scambio uno sguardo complice con la mia Ninfa che annuisce e torna a dare attenzioni alla ragazza

******************

<perchè siamo in sala? sei arrabbiato con me?> la domanda di Zeno mi raggiunge, mentre mi siedo su di una panca del sollevamento pesi

<no Zeno, siediti qua un attimo e parliamo un pò> dico indicandogli la panca difronte a me

Mi sono sentito doppiamente idiota oggi, mi sono sentito in colpa per aver mal interpretato le azioni di mio fratello, dalle risse a come ha sostenuto oggi Allison. Io non ho mai vissuto in modo particolare Zeno, c'erano sempre mio padre o miei nonni dietro di lui. La mia carriera mi ha portato a viaggiare molto, avere sempre poco tempo per la mia famiglia e quel poco che avevo lo dedicavo ai fatti miei, amici, locali, donne...Tutto questo, ha contribuito a non essere mai riuscito ad instaurare un dialogo e un'empatia con Zeno, ritrovandoci poi obbligati, a condividere i nostri tempi ed i nostri spazi con la morte di mio padre.

L'unica cosa che ci ha sempre legati sono state le discipline marziali. Io le pratico dall'età di otto anni, sono sempre stato molto bravo e da quando mi ero trasferito qua a Miami, avevo iniziato a frequestare la Fight Gym. Lì conobbi per la prima volta Athos Jhonson, un ex campione di MMA pesi massimi, che oggi gestisce la più importante palestra della Florida, dove molti atleti si allenano.

Dahlia (Antinori's Series #1)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora