Capitolo 13

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Una volta finito il picnic, Elijah accompagna Mia a casa e proprio quel pomeriggio la chiama per aggiornarla sulla situazione con Victoria:

«Le ho parlato, dicendole quello che mi hai detto e per un momento si è turbata.»

«Cosa hai fatto dopo?» domanda Mia preoccupata.

«L'ho spronata a parlare, promettendole che non mi sarei arrabbiato e lei mi ha dato conferma di ciò che mi hai detto tu. Io non avrei mai pensato che sarebbe successa una cosa del genere.» dice Elijah dispiaciuto.

«Non sentirti in colpa Elijah. Quello che conta è che siete riusciti a parlare. Avete chiarito alla fine?»

«Sisi. Le ho detto che non è mai stata mia intenzione farle del male e che mi sento dispiaciuto. Fortunatamente Victoria mi ha perdonato ma sento che comunque non finisce qui. Ho la sensazione che mi farà pagare per quello che le ho fatto.» dice Elijah preoccupato.

«Elijah stai tranquillo. Andrà tutto bene vedrai!»


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4 OTTOBRE 1956 – LUNEDI

Quando Mia raggiunge l'abitazione della famiglia Martino, sente un pianto provenire dal salone.

Cosa è successo?

Mia spera che non sia successo nulla di grave.

Entra nel salotto ma non c'è nessuno. Sentendo chiasso nelle stanze private, sicuramente si tratterà di Victoria e Stella. Perciò Mia sale subito le scale e va verso la stanza di Stella, dove vedere un gran chiasso. Ma la cosa più brutta è sentire le bambine che litigano.

«Perché sei sempre così cattiva con me?! Cosa ho fatto di male per meritare tutto questo???» urla Stella angosciata.

Stella sta piangendo a dirotto, tanto da avere gli occhi e le guance arrossate. Victoria invece, ha lo sguardo maligno e sorride perfida. Ma che cosa sta succedendo?

Victoria sta tagliando le teste ai peluche con le forbici. Sul muro ci sono scritte come smorfiosa, piagnucolona e invadente, parole scritte con i pastelli a cera.

La stanza è un disastro, i vestiti sono tutti a terra, il letto è scombinato e le tende della finestra sono tagliate a metà.

«Perché sono così cattiva con te? Perché sono cattiva con te?» Victoria alza la voce mano mano che si avvicina alla piccolina che arretra il passo fino a scontrarsi con la porta. «Tu mi hai portato via l'unica persona che amavo!» urla più arrabbiata che mai.

«Ma io non ho fatto niente di male! Come posso aver ucciso qualcuno se non sono capace nemmeno di camminare dritto?!»

«Non fare la vittima, non sei capace di fare nemmeno quello! Sei una santarellina a cui piace stare al centro dell'attenzione e se non viene accontentata fa i capricci. Beh, cara mia Stella, io non ne posso più di sopportarti e se non fosse stato per papà, io adesso ti avrei già tolta di mezzo!»

Un Amore InaspettatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora