Cap 13

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Victoria si rabbuiò, non sopportava quel discorso, si staccò dal marito, uscì dalla doccia.
-"cosa c'è tigre?"chiese James, sbuffando.
-"niente! Lascia perdere!"rispose la moglie sistemandosi come meglio riusciva l' asciugamano addosso.
-"Victoria, ti sei arrabbiata per quello che ho detto? Tanto lo sai come funziona, sei cresciuta anche tu in questo ambiente!"
-"lo so! E mi fa schifo per l'appunto, siamo nel 1990
e viviamo come nel medioevo! Io voglio che i miei figli, maschi e femmine che siano, abbiano la possibilità di scegliere! Perché non è giusto essere obbligati a fare una scelta!"
-"ti stai riferendo al fatto di avermi sposato!"chiese lui.
-"anche sì, ho avuto scelta? No, che non l'ho avuta, quindi tu come puoi pensare che possa accettare tutto ciò? Cosa ti chiedo alla fine?"
-"Victoria, per la miseria, mi chiedi l'impossibile lo sai, inoltre, sto cercando di essere un buon marito per te, proprio perché ti ho costretto a diventare mia moglie!" James le voltò le spalle e cercò in valigia un costume da mettere, Victoria aveva visto lo sguardo ferito,gli andò vicino -"lo vedo James, sto imparando ad apprezzare la vita coniugale,..." la donna arrossì guardando il pavimento, mentre James abbozzò un sorriso, poi la moglie lo guardò -" però lo sai che per me è difficile, ho paura che non troveremo mai un equilibrio per i figli, non rinuncerò mai a combattere per i miei ideali!"
-"va bene Victoria, puoi continuare a farlo, mi dispiace solo che a soffrirne e  a pagarne le conseguenze sia solo tu, i miei figli tutti quanti avranno quello che avrà ogni figlio dell'élite, avranno una tata fino all'età di sei anni, anno in cui andranno in collegio!"
Victoria abbassò lo sguardo e annuì, non poteva dire altro, avrebbe continuato a prendere la pillola, dopo il discorso del marito era  sempre più convinta di aver fatto la scelta giusta.
-"su forza piccola, metti il costume andiamo a fare il bagno insieme!"
In silenzio la donna s'infilò il costume, insieme si diressero in spiaggia.
-"perfavore Victoria non tenermi il muso, siamo qua per rilassarci, ricordi solo James e Victoria!"
-"è difficile James, quello che hai detto mi ha ferito molto anche se lo so. Mi sono lasciata illudere dal James che ho conosciuto in queste settimane, dimentico che sei un palo nel culo!"
L'uomo inarcò il sopracciglio, -"un palo nel culo eh? Ora ti faccio vedere io se lo sono!"
Victoria si sentì afferrare per le gambe, il marito la gettò sulla spalla, le mollò uno sculaccione e poi corse in acqua, Victoria iniziò a tempestargli di pugni la schiena, -"James Lee, mettimi immediatamente giù!"
-"ai tuoi ordini!"le rispose gettandola in mezzo all'acqua turchese.
Victoria, sprofondò nell'acqua e quando risalì in superficie, sputacchiò l'acqua salata, togliendosi i capelli appiccicati dal viso, il marito nuotava intorno a lei, sogghignando.
Arrabbiata più che mai iniziò a schizzarlo d'acqua, e presto ingaggiarono una lotta, poi James l'afferrò tra le braccia e la baciò, con un movimento fulmineo, James le sfilò il costume, gettando il reggiseno al largo.
-"James! Ma cosa fai?" Victoria si guardò intorno, non c'era nessuno ma lei si sentiva in imbarazzo, inoltre voleva recuperare il pezzo.
-"tranquilla, non ti vedrà nessuno, ricordi è tutto, mio, ho dato l'ordine che in queste due settimane nessuno venisse a disturbarci, non voglio che nessuno ti veda! Sei tutta mia!"
Victoria lo fissò a bocca aperta, -"ok ma ti scordi che sto con le tette al vento!"cercò goffamente di nuotare verso il pezzo che galleggiava, ma il marito l'afferrò per la caviglia attirandola verso di lui, tenendola ferma le sfilò anche il pezzo di sotto.
-"James basta, non voglio! lasciami stare, inoltre ..."
Un dolce morso le bloccò la frase a metà, il marito le stava mordicchiando il collo, facendole ruotare gli occhi, per lei quella zona era molto sensibile, sempre tendendole la bocca premuta sul collo, James la trascinò a riva, si ritrovò a carponi, appoggiata sulle mani e sulle ginocchia., sull'enorme asciugamano,il marito l'afferrò per i fianchi e con un colpo secco la penetrò.
-"ahi! piano ti prego,ooh! Ah!"gemette Victoria
-"mmmh, rilassati, farò piano... Dio come sei calda e bagnata" James inspirò a fondo per calmarsi o sarebbe venuto nel giro di poco.
-"questa è la mia posizione preferita, mi piace averti così, sotto di me sottomessa!"
Victoria voltò la testa fulminandolo -"te la do io la sottomessa!" la ragazza cercò di sgropparsi, ma James la teneva bloccata per i fianchi, poi iniziò a muoversi facendo impazzire la moglie che si inarcò, gemendo, il marito le fece scivolare una mano sotto, toccandole il seno, la pancia fino a quando trovò il clitoride, iniziò a sfregarlo allo stesso ritmo dei fianchi che le sbattevano nella natiche, Victoria iniziò ad urlare in modo incontrollato, sentì il pene dell'uomo toccarla in un punto che le fece vedere le stelle, lo senti ingrossarsi ed esplodere dentro di lei, facendola venire a sua volta. Le braccia di Victoria cedettero, accasciandosi, James le baciò la schiena e si stese vicino a lei.
-"mio Dio Victoria mi fai sempre perdere la testa!"
-"anche tu James, anche tu!"
I giorni che seguirono , furono costellati da momenti teneri e da momenti di litigi, i coniugi Lee sembravano non trovare un equilibrio nelle loro divergenze.
La luna di miele finì e ritornarono a Manhattan il 3 ottobre.
L'aria estiva se n'era andata, ad accoglierli all'aereoporto, c'era la pioggia. L'autunno aveva colorato tutte le foglie, central park era una vivace macchia colorata nel grigio della città.
Dopo essersi riposata dal viaggio, Victoria andò a trovare la sua migliore amica, aveva un sacco di regalini per lei.
Quando suonò a casa Holmes nessuno le rispose. -"che strano, dove sarà andata Ashley in questa giornata piovosa!" Provò a bussare e a chiamare l'amica, ma di nuovo nessuno rispose.
Una signora che abitava nello stesso piano di Ashley uscì dalla porta,-"la signora Holmes non c'è, pochi giorni fa il marito ha chiamato l'ambulanza , pare abbia avuto una minaccia d'aborto!"
-"cosa? Oh mio Dio! Lei sa in che ospedale sono andati?"domandò Victoria preoccupata.
-"credo al NY-Presbyterian Hospital, perché c'era scritto così nell'ambulanza, però non so se è ancora lì!"
-"Grazie signora!"
Victoria corse fuori dal condominio, prese un taxi e si diresse all'ospedale. Quando entrò cercò la sua amica. Fortunatamente l'infermiera che trovò fu così gentile ad aiutarla a trovare.
Quando entrò nella camera vide Ash stesa sul letto con una flebo attaccata e Robert seduto accanto a lei.
-"ehi ragazzi!" Victoria entrò guardandoli preoccupati.
-"ehi Vic sei tornata, che bello! Mi sei mancata tanto!"
-"ma Ash!" Victoria l'abbracciò -"cos'è successo?"
-"eh ho avuto una minaccia d'aborto, ho avuto tanta paura, perfortuna è tutto ok, il dottore ha detto che basta solo che stia a riposo, domani torno a casa.
Sai che dall'ecografia mi hanno detto che forse avrò una bambina?"
Victoria le sorrise -"davvero? Sono contenta che state bene, Dio che colpo che ho preso!"
-"mi dispiace Vic! Dai raccontaci com'erano le Sheyshell" le chiese Ashley, mentre Victoria andò ad abbracciare  Robert.
-"oh bhe, erano un paradiso, ho mangiato tanta frutta e riso, perché i piatti tipici come il pesce non è che li abbia graditi molto... per il resto con James ho avuto alti e bassi, insomma... un po' di scontri sui nostri modi di pensare!"
Ashley annuì capendo benissimo.
Victoria si trattenne un altro po, poi salutò la coppia e ritornò a casa.
Quando James uscì dal suo studio fu sorpreso nel vederla nella loro dimora  -"ma come? Già a casa? Stavo per venirti a prendere!"
-"eh si, tua sorella non era nel suo appartamento, sono stata all'ospedale, è stata ricoverata per una minaccia d'aborto!"
La suocera che era seduta nel divano, intenta a leggere una rivista, l'abbassò guardando Victoria, -"ah si un aborto? Ha perso il bambino?"le chiese sollecita.
-"no perfortuna no, stanno bene entrambi!"rispose Victoria.
-"che peccato, potevamo, riportarla in famiglia invece niente, ancora insozzata di quel pezzente!"disse Amanda ritornando a guardare la rivista. Victoria rimase scioccata e guardò James, il marito non disse nulla, ma le si avvicinò posandole un braccio sulla spalla.
-"non dici nulla tu?"le chiese la moglie sconvolta.
-"non sono così insensibile da augurare una cosa del genere a mia sorella, ma è anche vero che se lo avesse perso, avremmo potuto riportala in famiglia!" le rispose il marito.
-"e tu pensi che tua sorella ci sarebbe tornata volentieri? Lascia perdere non voglio sentire la tua risposta, vado a letto sono stanca e mi è venuta la nausea!"
La suocera abbassò di nuovo il giornale -"posso sperare che mia nuora è incinta?"
Victoria scosse la testa e andò in camera, dove si gettò nel letto, non sopportava Amanda e i suoi discorsi così bigotti, James poi, non sapeva mai cosa pensare di lui, a volte gli pareva che capisse, che non fosse così idiota, altre volte invece era così insensibile.
La porta si aprì e James si sedette nel letto accarezzandole la schiena. -"Victoria, piccola, non so mai come parlarti senza ferirti, ho detto comunque una verità, ma questo ti ripeto non vuoldire che mi auguro che mia sorella perda il figlio che ha in grembo. Assolutamente no, voglio che tu lo sappia!"
-"James non cambia il discorso, il finale che avete detto, come potete... io odio tutto questo James, non so come farò ad accettarlo ogni santo giorno, a volte ci penso, vorrei tanto che tu non mi avessi beccato quella mattina, a quest'ora sarei chissà dove libera, senza questi pensieri!" Scoppiò a piangere, sfogando tutte le lacrime.
James, le rispose asciutto.-" se non ti avessi beccato quella mattina, ti avrei cercato ovunque e ti avrei trovata proprio, come ho trovato mia sorella, Victoria tu mi appartieni, pazienza sé questa vita ti sta stretta, prima o poi ne verrai ai patti. Sono già sceso a compromessi, ti lascio frequentare mia sorella, nonostante non si possa per regola, ti lascio spendere soldi, nonostante sappia che tre quarti li usi per aiutare lei e suo marito, ti ho fatto lasciare in pace alcuni giorni, per lasciarti passare le giornate con lei, sto cercando di farti andare a meno riunioni e circoli, perché si ci tengo alla tua felicità! Ma a te non va bene nulla!" James si alzò in piedi e Victoria si sedette sul letto guardandolo tristemente, consapevole di averlo ferito e che in parte aveva ragione, se voleva poteva impedirgli di vedere la sua migliore amica, ma non lo aveva fatto, nonostante la gente mormorasse, lui l'aveva sempre lasciata andare.
-"mi dispiace James io, hai ragione, scusami... io è solo che è tutto un insieme di cose, e mi ha fatto male quello che avete detto, tutto qua... io..." Victoria abbassò lo sguardo non sapeva che dirgli.
-"va bene così Victoria, vado a cenare, ti farò portare qualcosa da Milly, non mi va che stai a stomaco vuoto!"
La moglie annuì.
Dopo cena Victoria si fece una doccia, dopo essersi asciugata prese uno dei baby doll che aveva comprato prima di partire, di certo me lo farà tenere, non credo ci sia differenza con Sheyshell.
Victoria convinta uscì con il suo nuovo capo di lingerie intima, dal colore blu elettrico, con sotto un completo intimo coordinato.
Quando James la vide ispirò a fondo!
-"Gesù Victoria, è nuovo? Non mi pare di averlo mai visto in vacanza!"
-"si è nuovo, quando ho comprato quelli per il viaggio, ne ho comprato anche quelli per stare qui..."
-"perché tu pensi che te li lascerò tenere su?"
-"certo! Che differenza c'è con le Seychelles?"
-"ho assecondato il tuo timore virginale, in un posto nuovo saresti stata a disagio a stare nuda tra le mie braccia, ma qua siamo a casa, da quella porta non entrerà mai nessuno, che non sia la cameriera al mattino per rifare o cambiare i letti e rassettare la stanza, quando siamo qui, ti voglio nuda! E già ti concedo  la biancheria quando sei indisposta, ricordi una settimana circa dopo il matrimonio,  che te l' ho lasciata tenere?!!"
-"ah grazie per la concessione! Comunque sia, mi sento a disagio anche qui, non mi piace dormire nuda... lo sai!"
James si alzò in piedi e le si avvicinò, aveva quello sguardo che Victoria aveva imparato a riconoscere.
-"ci dormirai lo stesso!" Con ciò la prese tra le braccia e famelico la baciò, sbattendola sul muro, sollevandole le braccia in aria, tenendogliele ferme con una mano.
Poi la sollevò tra la braccia e la prese lì contro il muro, con il baby doll  stracciato che giaceva a terra nel pavimento.

L' L'ELITE DI MANHATTANDove le storie prendono vita. Scoprilo ora