Parte Prima - Capitolo Ottavo

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Parte prima

Capitolo ottavo

Anche se non puoi, tu sorridimi.

Sono pochi sai i miracoli.

§ Marco Mengoni

Maranello, Italia

Febbraio 2013

«E quindi lo hai lasciato da solo al bar? Cioè ti sei alzata e te ne sei andata?» Vedendo rientrare Alba in ufficio troppo in fretta, Michelle aveva iniziato un serratissimo terzo grado. Nel sentirla raccontare di come se ne fosse andata lasciando solo Fernando seduto al tavolino del bar, la donna non riuscì a credere alle proprie orecchie. «Cioè, lui ti ha fatto capire di essere interessato e tu te ne sei andata

«Che altro avrei dovuto fare, scusa?»

«Non lo so, forse qualcosa tipo trascinarlo in bagno e approfittare di lui in ogni modo possibile? Pensavo che ti piacesse!»

«Certo che mi piace, ma... no, aspetta. Non posso immaginare di avere questo tipo di conversazione con il mio diretto superiore» borbottò Alba, portandosi le mani alle tempie. «Ti rendi conto che non è per niente normale parlare di sesso in ufficio e con il proprio capo?»

«Ti rendi conto tu che non è normale rifiutare le avances di un uomo che ti piace da morire?» Alba iniziò a giocherellare con una penna, evitando di incrociare lo sguardo di Michelle. «Alla festa si è messo a ballare con un'altra ed eri così gelosa che sei finita completamente ubriaca sul mio divano» riprese l'altra donna in tono più calmo. «Lui ti porta a casa per assicurarsi che arrivi sana e salva, ti manda messaggini mentre è via per lavoro, ti invita a pranzo... e tu ti alzi e te ne vai? Ma che hai nella testa?»

«Non lo so! Non lo so, ok? Ho passato tutta la mia adolescenza sognando che Fernando Alonso mi invitasse a uscire, ma non ho mai creduto che potesse succedere veramente? Perché, poi? Che ci troverà mai in una come me? No, non rispondere» aggiunse in fretta, sapendo che probabilmente Michelle stava per dire qualcosa di molto sconveniente. «Comunque non succederà niente. Non ho intenzione di incasinare tutto mischiando vita privata e lavoro. Già così rischio l'esaurimento nervoso, non è proprio il caso di mettere altra carne al fuoco.» Michelle non rispose, ma rimase in un angolo scuotendo leggermente la testa: apprezzava la devozione che Alba metteva nel lavoro, tuttavia avrebbe voluto vederla un po' meno rigida sulle proprie posizioni. Spero che il tempo ti ammorbidisca un po', ragazza.

***

Melbourne, Australia

Marzo 2013

«Spiegami ancora perché sei voluta partire un giorno prima» borbottò Alba mentre slacciava la cintura di sicurezza e si accomodava meglio sul sedile. «Il resto della squadra prenderà un volo domani mattina.»

«Preferisco essere sicura che il jet lag non ti faccia brutti scherzi. Il resto di noi ormai è abituato, ma il primo trasferimento intercontinentale può dare problemi. Non vuoi essere in forma per il tuo primo Gran Premio? E poi preferisco che tu abbia un giorno in più per prendere confidenza con l'ambiente delle gare. Non sei nervosa all'idea?»

«Per ora non molto. Penso inizierò a farmela davvero sotto verso giovedì sera, succedeva così anche con gli esami all'università. Soffro di panico dell'ultimo minuto.»

«Beh, spero proprio che non succederà. Non ho passato gli ultimi due mesi a insegnarti tutto ciò che so per vederti fallire.»

«Sei molto incoraggiante, Michelle. Sul serio, trasmetti un grande senso di fiducia.»

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