Parte Terza - Capitolo Sedicesimo

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Capitolo sedicesimo

Meraviglioso amore mio,

meraviglioso come un quadro che ha dipinto Dio

con dentro il nostro nome.

Meraviglioso amore mio,

bisogna averne cura.

Stringiti forte su di me, così non ho paura mai.

§ Meraviglioso amore mio - Arisa

Città del Messico, Messico

Ottobre 2023

Il fine settimana non era partito sotto i migliori auspici: l'auto non era competitiva come all'inizio della stagione – il che, unito al fatto che quel circuito non gli fosse particolarmente congeniale, poteva significare soltanto che difficilmente la Aston Martin avrebbe raggiunto una posizione decente in gara. Il solo pensiero che manteneva Fernando a galla, trattenendolo dal mandare tutto al diavolo, era che Alba stava per raggiungerlo. In quei giorni si erano scambiati valanghe di messaggi, sostenendosi a vicenda nelle reciproche prove: quando lei gli aveva scritto di aver finalmente lasciato Francesco aveva sentito il cuore esplodere di gioia, sapendo che finalmente avrebbero potuto iniziare a vivere la loro storia alla luce del sole. Era stato ancor più felice di scoprire che aveva chiesto un periodo di aspettativa dal lavoro, tempo che avrebbe trascorso viaggiando insieme a lui in giro per il mondo.

Aveva sperato di vederla prima dell'inizio della gara, ma un ritardo del volo lo aveva privato di quel piacere. Prima di mettersi in auto aveva chiesto a Michelle di prepararsi ad accogliere Alba al suo arrivo, dopodiché aveva indossato il casco e si era concentrato unicamente sulla corsa, cercando di dare il massimo per restituire un buon risultato di squadra. Era andata abbastanza bene fino a metà gara, quando delle grane tecniche lo avevano costretto a tornare al box per il ritiro della monoposto. Quando rientrò era piuttosto nervoso: sapeva di aver dato tutto se stesso e che nessuno avrebbe potuto incolparlo per l'abbandono, sapeva che era la macchina a non essere all'altezza in quel momento, ma in qualche modo riuscì a trattenere lo sconforto, evitando di dare in escandescenze di fronte alla squadra. Se almeno Alba fosse qui, pensò mentre usciva dalla monoposto. Si stava confrontando con i meccanici quando incrociò lo sguardo di Michelle, che si era affacciata al garage cercando di attirare la sua attenzione. La donna picchiettò sull'orologio con due dita e poi agitò la mano a mezz'aria, indicando che di lì a poco Alba sarebbe finalmente arrivata al circuito. Fernando non riuscì a trattenere un sorriso al pensiero che forse qualcosa avrebbe finalmente iniziato a girare per il verso giusto. Tornò a fingere interesse per le questioni tecniche, mentre il suo cervello ormai era completamente concentrato sulla donna che finalmente avrebbe potuto presentare al mondo come la sua ragazza. Lei aveva insistito sul fatto di voler essere discreta, almeno all'inizio, ma conoscendosi Fernando non era certo che sarebbe riuscito a frenare l'entusiasmo nel rivederla. In parecchi si erano già accorti che qualcosa era cambiato in lui, perché nonostante il pessimo fine settimana di rado il sorriso aveva abbandonato il suo volto – ogni volta che qualcuno alludeva al fatto che potesse centrare una donna aveva glissato, facendosi evasivo, ma sapeva che era solo questione di tempo prima che qualcuno capisse di aver toccato il punto giusto.

Una volta finito con la squadra, mentre camminava verso il motorhome per fare una doccia e cambiarsi in attesa del termine della gara, Fernando si imbatté in Mara Sangiorgio, l'inviata della tv italiana. La donna frequentava il paddock ormai da una decina d'anni, dai tempi in cui lui correva ancora per la Ferrari, e nel tempo aveva iniziato a considerarla quasi un'amica, rispettandola molto come giornalista. Nonostante la fretta di andare a sistemarsi per accogliere Alba al meglio della forma, il pilota accettò di buon grado di fermarsi per rispondere a qualche domanda, scoprendo che era collegato in diretta con la cabina di commento italiana, dalla quale fu salutato con affetto soprattutto da Matteo Bobbi, ex pilota con il quale aveva condiviso parte della propria carriera giovanile. Non aveva mai amato molto doversi intrattenere con la stampa, ma aveva sempre fatto un'eccezione per la squadra italiana, composta in gran parte da personaggi davvero competenti, come Marc Gené e Davide Valsecchi – parlare con loro era sempre un piacere, come ritrovarsi insieme a un gruppo di amici. «Ci dispiace molto per il tuo ritiro e per il momento che Aston Martin sta vivendo» commentò Carlo Vanzini. «L'inizio di stagione che avete avuto, soprattutto quello che tu hai avuto, ci ha fatto quasi sognare di poterti veder arrivare a quella vittoria numero trentatré, quella che insegui ormai da dieci anni. Sappiamo che ormai questa stagione è andata, ma pensi ci sia modo di sperare che il prossimo anno qualcosa possa cambiare?»

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