Parte Prima - Capitolo Quattordicesimo

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Parte prima

Capitolo quattordicesimo

Ma ti immagini se tutto stesse sopra i nostri limiti

e credessimo ai sorrisi come i comici,

se non dovessimo parlare per conoscerci?

§ Ultimo - Alba

Maranello, Italia

Marzo 2013

Alba riuscì ad avere notizie di Fernando solo nella giornata di mercoledì, quando lei e Michelle si incontrarono in sede per fare il punto della situazione prima di prendere qualche giorno di meritato riposo. «Dice che sua madre non è stata molto bene e sua sorella gli ha chiesto di raggiungerli. Se non è vero, almeno le avrà allungato la vita di dieci anni.» Osservò la reazione di Alba, che aveva piegato gli angoli della bocca in una smorfia. «Come stai? Da ieri praticamente non hai più detto una parola.»

«Vuoi la verità? Mi sento di merda. Ho combinato un casino e non posso nemmeno dare la colpa a qualcun altro, perché me lo sono confezionato io con le mie mani. Sapevo benissimo in quale ginepraio mi stavo infilando, ma non ho avuto il coraggio di resistere. E adesso non so come uscirne.» Evitò di menzionare l'episodio con Nico, sicura che non avrebbe fatto altro che aumentare la tensione – in fondo era stato lui a baciarla, lei non aveva risposto in alcun modo all'effusione, e poi era stato così breve da poter dire che praticamente non fosse accaduto. «Ti ha detto quando intende tornare?»

Michelle scosse la testa. «Per altri dieci giorni non ha impegni con la squadra. So dal suo manager che ha un paio di incontri per degli spot pubblicitari per gli sponsor, ma nulla che c'entri con la parte tecnica. Presumo che lo vedremo solo alla partenza della Cina, al massimo un paio di giorni prima se gli ingegneri chiederanno un incontro. Forse dovresti provare a chiamarlo» aggiunse dopo un istante. «So che vi ho detto di evitare messaggini, ma una chiamata gliela potresti fare. In fondo sei la responsabile dei suoi interventi, non ci sarebbe nulla di strano se provassi a metterti in contatto con lui.»

«Pensi che risponderebbe?»

«Non lo so, ma se non ci provi non potrai saperlo. Io qui ho finito, a che ora hai il treno? Ti accompagno in stazione in macchina, così non avrai problemi con i bagagli.»

«Alle undici» rispose Alba, guardando distrattamente l'orologio. «Manca più di un'ora. Non vedo l'ora di essere a casa, mi serve proprio qualche giorno di relax. E poi voglio rivedere i miei nonni, non li abbraccio da gennaio.»

«Che pensiero carino... io purtroppo i nonni non li ho più, ma ogni tanto mi manca la mia mamma» sorrise Michelle, abbassando lo sguardo sul telefono per controllare un'insolita quantità di notifiche. «Alba, posso chiederti una cosa?» le domandò dopo un istante, mentre l'espressione sul suo viso mutava in modo impercettibile.

«Dimmi, che succede?»

Michelle voltò lo smartphone in modo da mostrarle il display. «Perché qui c'è una foto di te che baci Nico Hulkenberg?»

«Quindi ha attaccato bottone al bar e poi ti ha riaccompagnata in albergo» ripeté Michelle, guidando con prudenza sull'asfalto umido di pioggia in direzione di Modena. «E poi ti ha baciata.»

«Sì, ma ti giuro che è stato un attimo. Quasi non me sono accorta, e sicuramente non ho risposto in alcun modo. Sapeva che non ero interessata, ho passato quasi un'ora a raccontargli dei miei problemi sentimentali.» Alba si appoggiò al finestrino, sbuffando sonoramente. «Quanto è grande questo casino?»

«Non così grande, ho cercato se ci fossero foto più nitide ma non ne ho trovate. Lui è abbastanza inconfondibile, ma il tuo viso non è così chiaro. Io ho capito che eri tu perché ho riconosciuto il vestito, oltre a quei tuoi capelli del cazzo» aggiunse con una risatina. «Sul serio, non hai mai pensato di tingerti? Castana staresti bene secondo me.»

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