Parte Seconda - Capitolo Decimo

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Parte seconda

Capitolo decimo

E allora io preferisco sognare

perché da qui la realtà si nasconde meglio che

sotto il diluvio universale.

E tu, dall'altra parte del mondo, come una stanza da rifare,

resti immobile all'altare,

sei la canzone che non ho mai saputo cantare.

§ Annalisa – Il diluvio universale

Montecarlo, Principato di Monaco

Giugno 2013

«Parleremo domani» sussurrò ancora Fernando, spostando la bocca sul suo collo. «Adesso facciamo l'amore.» Percorse la sua schiena in una carezza lentissima, arrivando al fondoschiena per fare pressione e sollevarla tra le braccia. «Tieniti forte» si raccomandò, sfiorandole ancora le labbra mentre iniziava a salire le scale in direzione della camera da letto. Una volta giunto al piano di sopra le depose delicatamente sul letto, trattandola come il più prezioso dei tesori: percorse il suo corpo con la bocca in una scia di baci morbidi, soffermandosi più a lungo sul ventre incurvato, sentendo le mani della ragazza accarezzargli teneramente i capelli. Si sollevò da lei per sganciarle i jeans e spogliarla, sfilandole anche la biancheria: senza dire una parola abbassò la testa tra le sue gambe, affondando la lingua nella sua intimità. Lo shock iniziale per la scoperta della gravidanza aveva lasciato il posto a una sensazione nuova, qualcosa che non credeva di aver mai provato prima: un senso di completa, totale, immensa felicità. Aveva sentito il cuore gonfiarsi di una gioia indescrivibile, un'emozione che non sarebbe mai riuscito a esprimere a parole. Sapeva che non sarebbe stato semplice, sapeva che probabilmente stava accadendo tutto troppo in fretta, ma in quel momento non voleva pensarci – in quel momento voleva pensare soltanto a lei, al suo respiro corto spezzato dai gemiti, alla sua schiena che si inarcava per offrirglisi completamente, come se volesse essere sua per sempre. «Sì, vieni per me... vieni per me, Alba» sussurrò contro le sue carni, facendole scivolare dentro un dito mentre le sue grida si facevano più acute. Continuò a toccarla per prolungare al massimo il suo piacere, mentre con la mano libera corse a slacciarsi i jeans per darsi un po' di sollievo. Attese che il suo respiro tornasse regolare e si alzò per spogliarsi, mettendosi poi in ginocchio tra le sue cosce spalancate, masturbandosi lentamente per preparare la propria erezione. Abbassandosi impercettibilmente su di lei le fece scivolare una mano dietro la schiena per sganciarle il reggiseno, sospirando alla vista del suo seno nudo. «Sei così bella... potrei fare l'amore con te per tutto il giorno» mormorò, puntando il membro eretto contro la sua apertura. «Fare l'amore con te è... speciale» sussurrò, scivolandole dentro con estrema lentezza. «Fare l'amore con te è la cosa che preferisco al mondo» sussurrò ancora, stendendosi su di lei per cercare la sua bocca mentre iniziava a muoversi con dolcezza. Smise di parlare e cercò le sue mani per stringerle forte, sollevandosi sui gomiti per non gravarle addosso con il proprio peso, continuando a prendersi il suo corpo con tutto l'amore di cui era capace. La sentì contrarsi sotto le proprie spinte, rispondere ai suoi affondi con trasporto e passione, e mentre guardava il suo viso sconvolto dal piacere pensò che non aveva mai visto una donna abbandonarglisi a quel modo, argilla pura tra le sue mani. Rimase con lei fino alla fine, fino a raggiungere l'orgasmo più intenso che avesse mai sperimentato.

*

Appoggiato contro i cuscini, con gli occhi semichiusi e le braccia avvolte attorno al corpo di Alba, pigramente abbandonata contro di lui, Fernando respirava piano nella sera che avanzava. Si erano sistemati così dopo l'amplesso, e ormai da quasi dieci minuti nessuno dei due aveva ancora detto una parola, entrambi concentrati sul canto degli uccellini e sul fruscio delle foglie che giungeva nella stanza attraverso la finestra socchiusa. «Hai freddo?» le domandò, accarezzandole dolcemente la pancia. Alba scosse la testa con un sospiro leggero. Fernando le baciò la tempia, stringendola di più a sé. «Credo che non sia mai stato così bello» le sussurrò all'orecchio. «Eri... perfetta. Non saprei come altro descriverti.»

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