Parte Terza - Capitolo Ottavo

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Capitolo ottavo

Why can't they understand the way we feel?

They just don't trust what they can't explain.

§ Phil Collins – You'll be in my heart

Langhe, Italia

Maggio 2023

Fernando aveva trovato il posto senza alcuna difficoltà, seguendo le indicazioni del navigatore. Una volta posteggiata l'auto scese dal posto di guida, guardandosi attorno mentre sfilava gli occhiali da sole per appenderli alla camicia: la struttura era posta su una rigogliosa collina, immersa nel verde, con una vista straordinaria sul paesaggio circostante. Era un po' avvilente pensare che in un posto così bello vivessero persone così bisognose di cure Si diresse verso l'ingresso della villa, un po' nervoso perché ignaro di che cosa si sarebbe trovato di fronte. Aprendo la porta si trovò davanti una sorridente donna sulla sessantina, che in un certo qual modo gli ricordava sua madre: «Buongiorno, desidera?»

«Buongiorno, io sto cercando una persona. Dovrebbe essere qui con sua madre, al momento. Si chiama Alba Montesanto.»

«Lei è un parente o un amico?»

«Sì, sono un vecchio amico di Alba. Ho bisogno di vederla con una certa urgenza, e i suoi nonni mi hanno detto che avrei potuto trovarla qui.»

La donna lo fissò con attenzione, forse domandandosi se ci si potesse fidare. «Alba è con sua madre al secondo piano, da quella parte trova gli ascensori. Una volta al piano potrà chiedere al personale di indicarle la stanza. Però devo chiederle di lasciarmi qui un documento, per motivi di sicurezza registriamo ogni ingresso.»

«Ma certo» le rispose lui, sfilandosi di tasca il passaporto.

«Però... viaggia molto, eh?» scherzò la donna, scorrendo qualche pagina e notando la gran quantità di timbri apposti.

«Il mio lavoro mi porta un po' ovunque» le rispose con un sorriso. La donna non sembrava averlo riconosciuto, perciò se possibile voleva mantenere l'anonimato. «Posso andare?»

«Certamente. Quando andrà via passi di nuovo da me» lo informò, sollevando appena il documento.

Fernando si diresse verso l'ascensore: la cabina era molto ampia, come negli ospedali – immaginò che fosse così per poter trasportare agevolmente anche pazienti in barella o allettati. Anche se la struttura era una bella villa storica immersa nella natura, non riusciva a togliersi dalla mente la sofferenza di coloro che vi abitavano, affetti da patologie più o meno gravi, molti di loro spaventosamente vicini alla fine.

Vicina alla fine, ecco la situazione di Marianna: una donna più grande di lui di appena dieci anni, forte, in salute, bellissima... era bastato un istante per distruggere tutto. Uscito dall'ascensore fu subito intercettato da un'infermiera. «Buongiorno» la salutò. «Al piano di sotto mi hanno detto che avrei trovato qui Alba Montesanto. Sono un suo amico.»

«Stanza numero 203, la seconda a destra. Ma le chiederei di aspettare un attimo fuori, per favore. Tra un minuto dovremmo comunque farvi uscire entrambi, dobbiamo cambiare una medicazione.»

«Ma certo, nessun problema.» Fernando si spostò lungo il corridoio, appoggiando la schiena al muro di fronte. La porta della stanza era socchiusa, e attraverso quello spiraglio riconobbe chiaramente la figura di Alba, seduta accanto al letto della madre. Tese l'orecchio per sentire cosa le stesse dicendo, accorgendosi che le stava leggendo un romanzo. Alba era sempre stata un'ottima lettrice, particolarmente adatta per la lettura ad alta voce: aveva una bella intonazione, un modo speciale di coinvolgere l'ascoltatore e farlo immergere completamente nella storia. Mentre stava ad ascoltarla ripensò a quando era bambino e sua madre gli leggeva le favole della buonanotte – in fondo, si trattava quasi della stessa cosa.

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