Parte Prima - Capitolo Sedicesimo

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Parte prima

Capitolo sedicesimo

She'll let you in her house

if you come knocking late at night.

She'll let you in her mouth

if the words you say are right.

If you pay the price

she'll let you deep inside,

but there's a secret garden she hides.

§ Bruce Springsteen – Secret garden

Langhe, Italia

Marzo 2013

Alba aveva smesso di camminare, perciò anche Fernando si fermò, voltandosi per mettersi esattamente di fronte a lei. «Non importa se tu non ti senti ancora pronta per dirlo» proseguì, guardandola negli occhi. «Non importa se lo dirai tra un mese, tra un anno, o se invece non riuscirai a dirlo mai. Non devi sentirti obbligata a dire qualcosa che non senti, ma non puoi impedire a me di parlare.» Vide i suoi grandi occhi verdi riempirsi di lacrime, e con la mano libera salì ad accarezzarle la guancia. «Scusa, non volevo farti piangere» sussurrò, sorridendole ancora.

«Scusami tu, mi sento così sciocca...» rispose lei con un filo di voce. «Mi sembra di avere di nuovo sedici anni. Fa schifo» aggiunse con una risatina nervosa. «Ero una vera imbranata quando avevo sedici anni.»

«Scommetto di no. Che ne dici se ora torniamo a casa?» Le passò un braccio dietro le spalle, tenendola stretta mentre si avviavano verso l'auto. Una volta raggiunto il parcheggio la accompagnò verso il lato del passeggero, indugiando prima di aprire lo sportello. «C'è una cosa che ho voglia di fare da tutta la sera» sussurrò, portandosi di nuovo di fronte a lei per prenderle il viso tra le mani. «Santo cielo, sei così bella...» mormorò contro le sue labbra.

Alba chiuse gli occhi, lasciando che le mani di Fernando scendessero lungo le sue spalle, infilandosi delicatamente sotto la giacca per arrivare a stringerle i fianchi. Lasciò che la lingua di lui forzasse delicatamente la fortezza delle sue labbra, rendendo il bacio decisamente bollente. Gli passò le braccia attorno alla vita, attirandolo a sé: lo voleva, voleva sentirlo addosso, come quando erano stati insieme in Australia – voleva il suo corpo, voleva le sue carezze, voleva gridare il suo nome fino a non avere più fiato. «Portami a casa subito» sussurrò contro la sua bocca, facendo scendere le mani sul suo sedere. «Portami a casa, Fernando.»

Eccitato dai suoi sussurri, Fernando spinse in avanti il bacino, facendole avvertire la propria reazione. «Non so se posso aspettare tanto» rispose, spostandole una mano sul seno per stringerlo con decisione.

«Non dirmi che vuoi farlo qui in mezzo al parcheggio.»

«Perché no? È abbastanza isolato» sussurrò lui, facendo scendere la bocca sul suo collo, «la macchina ha i vetri oscurati» aggiunse, portandole di nuovo le mani sui fianchi, «e in giro non c'è anima viva.»

«Nessuna ti ha mai detto che sei un ragazzaccio?» sorrise lei, estremamente eccitata all'idea di compiere una simile trasgressione. Non aveva mai avuto esperienze sessuali così estreme, ma Fernando sembrava possedere le armi giuste per convincerla a travalicare ogni limite.

Si infilarono in macchina continuando a baciarsi avidamente, bloccando le portiere per evitare intrusioni. Non appena scattarono le serrature, la passione sembrò scatenarsi all'improvviso. Alba sentì le mani di Fernando sollevarle la gonna e afferrare collant e mutandine per abbassarli con decisione, e subito dopo avvertì due dita esplorare le sue carni, strappandole un gemito. «Sì, fammi sentire la tua voce» le sussurrò con voce roca, abbassandole la scollatura per liberarle il seno. «Sei così bella» disse ancora, catturandole un capezzolo tra le labbra. «Sei così bagnata, così calda... mi vuoi?»

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