Parte Seconda - Capitolo Terzo

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Parte seconda

Capitolo terzo

Felicità, ti ho perso ieri ed oggi ti ritrovo già.

Tristezza va, una canzone il tuo posto prenderà.

§ Vasco Rossi – La compagnia

Barcellona, Spagna

Maggio 2013

Alba si svegliò di colpo nel sentire il cellulare vibrare contro il ripiano del comodino. Che cazzo succede?, pensò mentre tirava su il dispositivo per controllare il nome del chiamante, pregando che non si trattasse di sua madre. «Fernando?» lesse con aria interrogativa, affrettandosi a rispondere prima che Michelle si svegliasse – ipotesi poco probabile, dato che non aveva nemmeno accennato a smettere di russare. «Che succede? Stai male?» rispose sottovoce, rifugiandosi in bagno. «Sono quasi le due di notte, lo sai?»

«Sono qui fuori.»

«Qui fuori dove

«Qui fuori la Sagrada Familia. Ma dove vuoi che sia, Alba? Sono fuori la porta di camera tua. Apri, dai!»

Alba si trascinò fino all'ingresso della camera, chiudendo la telefonata con un gesto rapido. «Dimmi che mi hai svegliata perché l'albergo sta andando a fuoco, ti prego» sussurrò, appoggiandosi allo stipite con aria sfinita.

«Non riesco a dormire» rispose lui. «Non riesco a stare senza di te sapendo che sei nella stanza accanto.»

«Ne abbiamo già parlato, non è una buona idea...»

«Non ho detto che voglio fare sesso con te» la interruppe. «Non riesco a prendere sonno senza averti al mio fianco. Non faccio che chiudere gli occhi e pensare che mi manchi. Vieni a dormire da me... per favore» concluse, congiungendo le mani davanti al viso come in preghiera.

«Se ci vengo, voglio che sia chiaro che non faremo nulla

«Ti autorizzo a prenderlo a calci, se dovesse comportarsi male.»

Alba sospirò, guardandolo a lungo negli occhi per cercare di capire se la stesse prendendo in giro, o se davvero avesse soltanto voglia di averla accanto. «E va bene, dammi due minuti e arrivo.»

«Grazie, niña» replicò in fretta lui, sporgendosi in avanti per darle un bacio a fior di labbra.

Qualche minuto più tardi Alba strisciò la chiave magnetica per entrare di soppiatto nella camera del pilota, controllando attentamente che in giro non ci fossero testimoni. Mentre chiudeva la porta vide Fernando uscire dal bagno con solo i boxer addosso, sorridente nel vederla. «Ehi» la salutò, tirando dritto verso il letto. «Non pensavo saresti venuta davvero. Credevo volessi solo tenermi buono.»

«Non sapevo se fidarmi, poi mi sono detta che se non fossi venuta probabilmente avresti passato metà della notte facendo squillare il mio cellulare» scherzò lei, sfilandosi la felpa che aveva indossato sopra il pigiama e scostando le lenzuola per stendersi accanto a lui. «Ma hai promesso che avresti tenuto le mani a posto, perciò...»

«Giuro che non voglio fare niente» replicò l'uomo, voltandosi verso di lei per prenderle la mano. «Non so perché, ma non riuscivo a prendere sonno sapendoti qui vicino.» Le baciò il palmo della mano, sorridendo nel notare sul polso della giovane il segno tracciato la notte prima. «Pensavo sarebbe andato via con un po' di sapone.»

«Ho fatto due docce ma ancora non si è cancellato» sorrise lei. «A questo punto penso che potrei farmelo tatuare» aggiunse con una leggera risata. «Magari potresti portarmi dal tuo artista di fiducia e restare lì a tenermi la mano mentre lo faccio.»

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