1. Henry

40 8 2
                                    

- Google Maps dice di andare per di qua - Claire svoltò a destra, oltrepassando un venditore ambulante di fiori e frutta tropicale scendendo giù per una passerella di legno alla fine del marciapiede. Quando Henry si era offerto di accompagnare Claire a Maui non era stato informato di dover fare da facchino privato a lei e Kim, la loro turbolenta sorellina sedicenne. Trasportare il suo zaino e quello di Kim dall'aeroporto al luogo di incontro che Claire e la sua amica avevano fissato (che a quanto pare si trovava sulla spiaggia principale dell'isola) attraverso strade insabbiate e sotto il sole cocente non era ciò che normalmente definiva "divertimento". Claire procedeva spedita nonostante la tavola da surf sottobraccio, il borsone viola da viaggio sulle spalle magre e il telefono in mano. Kim li seguiva a distanza sul suo skateboard con le cuffie Bluetooth nelle orecchie, la musica era talmente alta che Henry riusciva a percepire le note della canzone. Arrivarono alla fine della passerella ritrovandosi sulla spiaggia. Davanti a loro l'oceano era di una forte tonalità di azzurro e blu, quasi confondendosi con il cielo terso. - Che mega figata, in California il mare non è così bello! - esclamò Kim mettendosi lo skateboard sottobraccio e togliendo una cuffia. Alcuni bagnanti surfavano tra le onde e altri prendevano il sole sulla spiaggia o giocavano a pallavolo. Henry dovette ammettere che aveva ragione, era davvero uno spettacolo unico. - Aloha! - salutò una voce squillante. Una ragazza allampanata dai lunghi capelli biondo miele corse verso di loro, tre collane di fiori di ibisco dai colori diversi strette in mano. Indossava un paio di pantaloncini di jeans, il sopra di un bikini bianco e un simpatico paio di infradito bianche con delle piccole ananas. Abbracciò calorosamente tutti i fratelli prima di posargli le collane intorno al collo. I vivaci fiori gialli stonavano con la sobrietà dei cargo beige e la t-shirt bianca di Henry, al contrario del top arancione fluo di Kim e della canottiera di pizzo azzurro di Claire. - Lei è Madison - disse Claire indicando la ragazza - Mads, loro sono mio fratello Henry e la mia sorellina Kim - li presentò indicandoli con la mano libera. Henry la salutò con un cenno del capo e un sorriso composto. Kim, invece, sventolò lo skate sorridendo a trentadue denti mentre si alzava ripetutamente sulle punte delle Vans, incapace di stare buona e ferma. Madison ridacchiò davanti alla contagiosa allegria della sua iperattiva sorellina. - Andiamo - disse Madison girando sui tacchi e conducendoli verso una casetta di legno a pochi passi dalla passerella. A quanto pare la casetta era la cucina di un qualche chiosco (forse doveva intuirlo dall'insegna in Hawaiano sul davanti e dal profumo di cocco e pesce grigliato che emanava) e tutto intorno, sotto una tettoia di paglia, giacevano tavoli e sedie di plastica colorata, un palco per il karaoke decorato con fiori e lucine e un bigliardino circondato da ragazzi e ragazze. Madison lasciò cadere la sua borsa da mare ai piedi di un tavolo da cinque, venne subito imitata dai fratelli. Claire posò delicatamente la sua tavola bianca su una delle travi della tettoia mentre Kim si gettava sgraziatamente su una sedia rosa accanto alla sorella. Henry si stiracchiò, ancora indolenzito dal lungo viaggio in aereo e nel taxi. Un urlo si alzò dal gruppo intorno al bigliardino quando una ragazza (più o meno sui diciannove anni, come Madison e Claire) si staccò dalla folla a braccetto con Madison. - Mads non puoi portarci via il nostro miglior giocatore! - gridò un ragazzo in costume da bagno alzando le braccia al cielo ma dal sorrisetto sul suo viso Henry intuì che non era davvero infastidito. La ragazza si sporse verso Madison sussurrandole all'orecchio. Forse una battuta dato che scoppiò a ridere subito dopo. Se all'inizio Henry aveva pensato che Madison fosse abbastanza abbronzata per qualcuno con una pelle così chiara ora, accanto alla sua amica, si rendeva conto che la sua carnagione molto più chiara di quello che pensava. - I suoi sono Polacchi, non è Hawaiana di origine - mormorò Claire rispondendo alla sua domanda non detta. Henry annuì sedendosi lentamente al fianco di Kim che stava già postando su Instagram le centinaia di foto che aveva scattato. Ne intravide un paio di lui mentre dormiva in aereo. - Lei è la mia migliore amica, Meli. Loro sono Claire, Kim e Henry - disse Madison quando finalmente riuscirono a staccarsi dalla folla e a raggiungerli. Entrambe presero posto tra Henry e Claire. Kim alzò la testa dal telefono di scatto curiosa dalla nuova arrivata, le lunghe e minuscole treccine le volteggiarono attorno facendo tintinnare le perline di legno. -È un soprannome o il tuo nome? - domandò di getto, indiscreta come sempre. Meli ridacchiò - È il mio nome - rispose gentilmente - Significa "dolce come il miele" - Gli occhi verdi di Kim si illuminarono prima di lanciarsi in un lungo e sconnesso monologo su come un nome influisse sulla personalità. Meli ascoltò attentamente aggiungendo ipotesi e altri argomenti come segni zodiacali e ascendenti. Henry non riusciva a staccarle gli occhi di dosso. Forse era per la delicata sfumatura caramellata della sua pelle (più chiara rispetto a quella mulatta di lui e Kim) o come i suoi occhi nocciola, sotto i piccoli raggi solari che trapassavano la copertura di paglia, sembrassero miele fuso. Trovava ipnotico il movimento dei suoi riccioli castani lunghi fino alla vita e adorabile il fermaglio rosa pastello a forma di fiore che le teneva, a fatica, le ciocche anteriori dietro alla testa. Chissà se erano morbidi esattamente come immaginava. Claire gli afferrò da dietro entrambe le spalle, risvegliandolo dalla sua trance. - Che c'è? - chiese distrattamente mentre Claire lo tirava in piedi. Era più forte di quanto dava a vedere. - Stiamo andando a prendere il pranzo - disse sua sorella indicando il chiosco alle loro spalle. Kim e Madison erano già davanti al bancone di vetro, due ciotole larghe e piatte di carta in mano. Erano solo a un metro di distanza quindi poteva udire tutta la sfilza di domande che la sua sorellina stava facendo alla povera Madison. Claire le raggiunse (non prima di aver schiaffeggiato il fratello con i ricci scuri mentre si voltava) per salvare l'amica. Henry si sistemò gli occhiali sul naso prima di raggiungere anche lui il bancone. - Tieni - Meli, in fila davanti a lui, gli porse una ciotola di carta e una forchetta di plastica. -Cos'è?- domandò guardando i diversi tipi di riso, pesce, frutta e verdura tagliati a cubetti. - Poke - rispose Meli - Guarda, metti prima il riso, poi il pesce e altri contorni. Infine scegli il condimento: salsa di soia, teriyaki... - spiegò, componendo il suo piatto con tonno crudo, avocado e mango. Soprattutto mango. Henry la imitò sostituendo, però, il tonno con del salmone scottato e diminuendo la quantità di mango. Tornarono insieme al tavolo dove le altre avevano già iniziato a mangiare. Claire e Madison, da brave modelle quale erano, avevano sostituito il riso con la quinoa e parlottavano tra loro del progetto a cui dovevano lavorare. Il motivo della loro vacanza estiva a Maui, infatti, era dovuta al fatto che un qualche brand di abbigliamento aveva scelto sua sorella, modella già da tempo, e altre ragazze per una rivista locale. Qualcosa su una nuova linea estiva, forse. Kim, come al suo solito, aveva esagerato stra riempiendo la sua ciotola con qualsiasi condimento immaginabile. Era fissa sul suo telefono e qualsiasi tentativo di rimprovero le sarebbe scivolato addosso. Henry sospirò esasperato cominciando a mangiare il suo Poke. - Ti piace? - domandò Meli curiosa. Si era avvicinata e ora le loro spalle erano a pochi centimetri di distanza. Henry notò una spruzzata di lentiggini brune sulle guance e...un piercing a brillante azzurro sul naso. Non se lo aspettava. Sorrise come un idiota - Sì, molto - rispose, leggermente balbettante. Scommetteva di essere arrossito. Ma lei era così vicina che poteva sentire il profumo vanigliato e salmastro dei suoi capelli. - Hai un bel accento, dove l'hai preso? - chiese Meli, concentrandosi sul suo Poke senza, però, smettere di guardarlo. - Studio in Francia. Mia madre dice che l'Inglese si è fuso con il Francese - rispose Henry passandosi una mano tra i disordinati riccioli scuri. Perché desiderava così ardentemente che fossero decenti? E perché cominciava a pentirsi di essersi vestito in maniera così sciatta? La mascella di Meli cadde - Ho sempre desiderato andare a Parigi! - esclamò entusiasta, regalandogli uno splendido sorriso. Il cuore di Henry mancò un battito al pensiero di averlo provocato lui. - Cosa studi? - Meli si avvicinò ulteriormente, aspettando impaziente la sua risposta. Di solito quando raccontava alle sue sorelle (o a qualunque altra ragazza) i suoi studi finivano quasi sempre per annoiarsi. Non era abituato a tutto questo entusiasmo. Per la centesima volta in cinque minuti sentì le guance avvampare e la gola seccarsi. - Giornalismo sportivo, mi piacerebbe essere un cronista di formula uno - rispose orgoglioso ma leggermente esitante. Improvvisamente la sua opinione era diventata cruciale. Fortunatamente il sorriso di Meli sembrò aumentare sempre di più -Allora la prossima partita la commenti tu - disse allegramente, indicando il bigliardino dove il gruppo stava ancora giocando. - Perché no - rise Henry. Era la prima volta che rideva da quando erano partiti. Aveva preso questa faccenda troppo seriamente, come tendeva a fare con tutto. In quanto fratello maggiore sentiva di dover avere tutto sotto controllo e spesso dimenticava che aveva ancora solo vent'anni. - Preparati ad annunciare la mia vittoria, sono imbattibile - si vantò Meli mostrando un sorrisetto furbo che, subito, si sciolse nell'ennesima risata cristallina. Dio, quella ragazza aveva felicità concentrata iniettata nelle vene? Madison batté le mani alzandosi in piedi - Bene. Ora che siamo tutti sazi io propongo una bella nuotata, prima che la giornata finisca - la sua proposta fu accolta con gli applausi di Meli e Claire accompagnati da fischi di approvazione di Kim. - Solo se prometti di non allontanarti troppo - disse seriamente Henry alla sorellina. Kim sorrise furba - Kim - la ammonì Claire. Kim sbuffò - Sì, ok farò la brava. Non c'è bisogno di accerchiarmi! - si lamentò prima di saltare in piedi e afferrare il proprio zaino e lo skateboard, dirigendosi di corsa verso la spiaggia. Le treccine la seguivano come un piccolo tornado. - Kim! - gridarono Henry e Claire all'unisono. Presero le loro cose e si tuffarono all'inseguimento della sorella, lasciandosi alle spalle le risate di Meli e Madison.

A Summer of usDove le storie prendono vita. Scoprilo ora