13. Madison

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Madison si era sempre sentita al sicuro nella sua stanza, una piccola oasi di pace in un mare di caos. Tutto, dalle pareti azzurre alle locandine dei suoi film preferiti, la riportava a ricordi sereni. Serenità distrutta dalla tristezza di Meli. Era seduta sul divanetto che Madison aveva allestito sul davanzale della finestra ad arco, la luce lattiginosa della luna riflessa nei suoi occhi nocciola. Madison poteva percepire la tensione accumularsi come polvere sulle mensole della libreria o sulla superficie del giradischi. Odiava questo senso di sporcizia che distruggeva la tranquillità della sua stanza, invadendola di cattivi pensieri e paure. Claire era seduta alla scrivania intenta a scrivere un messaggio a Kim su come preparare la cena. Madison si era stupita nel vederla struccata e con i capelli in disordine, avvolta in una vecchia tuta di Henry e in pantofole di pelliccia. Madison che, sdraiata sul suo letto, non aveva fatto altro se non fissare il soffitto si decise a rompere il silenzio, formulando la fatitica frase che aleggiava tra loro. - Cosa vuoi fare? - la domanda era uscita più dura di quanto volesse. Meli si mosse a disagio, raccogliendo i capelli sopra la testa prima di lasciarli cadere sulle spalle - Cosa posso fare, mia madre mi uccide se non esco con Kayl. Non c'è la faccio ad ascoltare per la centesima volta il suo discorso "io alla tua età..." - gemette sconsolata, prendendosi la testa tra le mani. - Assecondala - disse Claire alzando gli occhi dal telefono. Madison si drizzò di colpo, gli occhi spalancati, guardando Claire come se avesse detto che gli ananas crescevano sugli alberi. - Cosa? - balbettò esterrefatta Meli. Claire alzò gli occhi al cielo - Possibile che non mi lasciate mai finire? Asseconda tua madre Mei, così quando si accorgerà di quanto tu sia triste forse cambierà idea - Madison arriciò le labbra - Quel forse non mi convince - Claire alzò le spalle con nonchalance - Sempre meglio di niente - il suo sguardo si posò sulla libreria stracolma di libri e conchiglie. Le iridi nero carbone vagarono sui titoli, quasi tutti gialli e fantasy. - Niente che ci possa aiutare, per quella roba stra sdolcinata devi chiedere a lei - disse Madison indicando Meli con un cenno del capo - Qualche idea? - domandò scherzosamente. Meli alzò gli occhi al cielo - Immagino di non avere molta scelta - sospirò. Qualcuno bussò alla porta prima che la testa di sua madre fece capolino nella stanza. - Ho pensato che aveste fame - disse allegramente posando un vassoio di ravioli sulla scrivania. - Patate e formaggio, i miei preferiti! - esclamò Meli, alzandosi per abbracciarla. Irena l'accolse tra le sue braccia, cullandola dolcemente. Madison sorrise. Sua madre aveva sempre trattato Meli come una seconda figlia, le aveva perfino insegnato il Polacco in modo da poter seguire le loro conversazioni! - Soprattutto sono vegetariani, per questa bella dziewczyna - disse rivolta a Claire, accarezzandole delicatamente una guancia. Madison ridacchiò: sua madre aveva l'abitudine di chiamare le sue amiche bambina, in segno di affetto. - Grazie signora - disse Claire, abbassando lo sguardo per dimostrare gratuitudine. Sua madre si spostò una ciocca bionda dietro l'orecchio, sorridendole teneramente. - Cosa sono quelli occhioni tristi bambina? - domandò rivolta a Meli - C'entra qualche ragazzo? - gli occhi grigi scintillarono della stessa luce che Madison vedeva riflessa nei suoi. Meli sospirò, affondando il viso nel suo petto - È... complicato - Irena la cullò dolcemente, accarezzandole i capelli - L'amore è sempre complicato. Sarebbe tutto più semplice se fossimo in una favola: il principe bacia la principessa e tutti vissero felici e contenti - canticchiò teneramente. - E se fosse la principessa a baciare il principe? - domandò Madison a sua madre - La storia funzionerebbe? - Irena baciò delicatamente la fronte di Meli prima di dedicarsi alla figlia. - La principessa potrebbe anche baciare la serva - il viso tondo era così simile a quello di Madison, quando la guardava era come vedersi da adulta - La storia non funzionerà se entrambe si lasciano trascinare dagli eventi, a volte dobbiamo semplicemente andare contro corrente - Madison piegò la testa di lato - Come i salmoni? - Irena rise, sedendosi accanto alla figlia - Sì dziewczyna, come i salmoni - le baciò la fronte e si diresse ridacchiando verso la porta - Godetevi la cena - Irena si chiuse la porta alle spalle, lasciando le ragazze nuovamente sole. Madison sorrise raggiante: il profumo dei ravioli e la risata cristallina di sua madre avevano ripristinato la serenità della sua stanza.

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