Anthony cominciava a esaurire la pazienza, Henry stava mettendo i suoi nervi a dura prova. Sapeva che aveva visto il messaggio, ne era certo, eppure non aveva risposto, esattamente come tutti i messaggi precedenti. Le quattro scattarono e di Henry nessuna traccia. Anthony rilesse il messaggio che lui stesso aveva scritto al figlio, dandogli appuntamento all'hotel dove alloggiava per una "chiacchierata tra padre e figlio", controllando se aveva scritto correttamente l'orario. Strinse i pugni, sentendo le unghie conficcarsi nel palmo. Come osava quel moccioso ingrato ignorarlo, specialmente dopo tutto quello che gli aveva promesso: stage prestigiosi, le migliori scuole, un posto nella sua azienda...Anthony sbuffò impazientemente, infilandosi le cuffie e digitando velocemente il numero di Henry. Rispose all'ultimo squillo con un debole - Pronto?- Quindi non l'aveva nemmeno memorizzato in rubrica. - Non lo sapevi che non presentarsi a un appuntamento è molto scortese? - disse, cercando inutilmente di dare alla voce una sfumatura ironica. Tutto ciò che ottenne fu un sibilo cupo e graffiante, come se decine di unghie affilate stessero sfregando le sue corde vocali. Dall'atro capo si udiva solo il respiro debole di Henry, sovrastato dal suono di clacson e di auto in corsa. Era in macchina, dove stava andando? Stava per chiederglielo (più che altro rinfacciarglielo e obbligarlo a raggiungerlo) quando finalmente parlò - Ti avevo detto che ti volevo fuori dalla mia vita - disse, sputando le parole come se fossero veleno. Anthony sentì la rabbia pervaderlo e le unghie affondare maggiormente nella pelle. Un'imprecazione gli danzò sulle labbra serrate, i denti affondati nella carne tenera delle guance e il sapore ferroso del sangue sulla lingua servivano a contenere solo una minuscola parte della sua rabbia. Dall'altra parte Henry emise un sospiro tremolante, rassegnato - Mi dispiace che le cose siano andate in questo modo, davvero. Volevo un padre ma tu non riuscivi ad esserlo, ti è importato sempre e solo del tuo orgoglio. Non so dove sei ma...- venne interrotto dall'improvvisa risata di Anthony, colma di fredda ironia davanti alla sua ultima certezza che si sbriciolava davanti ai suoi occhi. Un vuoto lo pervase, svuotandolo di qualsiasi emozione positiva nutrisse nei suoi confronti. Io ti ho dato la vita, pensò, desiderando ardentemente di avercelo di fronte solo per gridarglielo contro. Voleva urlarglielo in faccia fino a perdere il fiato, fino a che i suoi polmoni non sarebbero esplosi, fino a che il suo cuore non si fosse fermato. Voleva che soffrisse. Voleva che Henry Martin, suo figlio, venisse divorato dal rimorso di non aver mai avuto un padre perché era stato così egoista da non capire che tutto quello che Anthony aveva fatto era per lui, per garantirgli un futuro luminoso come il loro nome. Sorrise bruscamente, giocherellando distrattamente con l'oliva nel suo Martini - Perché, ora ti interessa dove sono? - la domanda era uscita più fredda di quanto si aspettasse e la risatina finale era strascicata, imbevuta di alcol e scherno. Sentì Henry sussultare istintivamente, probabilmente riconoscendo il tono. Bevve un lungo sorso del drink, terminandolo prima di scansare di lato il bicchiere vuoto, e guardando l'orologio al polso. Il suo tempo stava giungendo al termine, aveva degli affari da sbrigare e che non poteva rimandare - Ormai è tardi, sono abbastanza impegnato, ma non preoccuparti...ci vediamo presto - concluse freddamente. Senza aspettare la risposta di Henry staccò la chiamata e ripose le cuffiette al loro posto, alzandosi poi dallo sgabello e lasciando una profumata mancia sul bancone. Lanciò un'occhiata furtiva dietro di sé, verso la ragazzina con le trecce che, seminascosta tra una palma e l'acquario dei pesci tropicali, fingeva di non ascoltare. Con la coda dell'occhio intravide il suo viso e, per una frazione di secondo, un brivido gli attraversò la schiena. C'era qualcosa nei suoi lineamenti che lo aveva fatto esitare per un secondo prima di riprendere la sua marcia verso gli ascensori. Sentiva ancora la rabbia ribollire sotto la pelle, un quieto avvertimento: presto sarebbe esploso e, come il vulcano che sovrastava l'isola, si sarebbe assicurato di portare a fondo chiunque si fosse messo sulla sua strada. In primis suo figlio e la sua ragazza.
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A Summer of us
Teen FictionFrutta tropicale, oceano cristallino, palme e divertimento ecco cosa sono le Hawaii per Henry, Claire e Kim, tre fratelli completamente opposti tra loro con modi di fare totalmente diversi. Kim, una ragazza solare e piena di energia, ama follemente...