Meli camminava nervosamente in tondo davanti l'ingesso dell'ospedale, aspettando impazientemente di vedere la jeep di Henry entrare nel parcheggio. Quando finalmente lo vide parcheggiare a poche file di distanza tirò un sospiro di sollievo: era in perfetto orario, come sempre d'altronde. - Puntuale come un'orologio svizzero - ridacchiò Meli quando lui la raggiunse, stringendolo subito in un abbraccio. Henry ricambiò l'abbraccio, chinandosi leggermente per baciarla. Era evidentemente nervoso, Meli lo intuì dalla sua postura stranamente rigida e dal modo in cui continuava a sistemare gli occhiali. - Ehi, rilassati - gli disse dolcemente Meli afferrandogli la mano, intrecciando insieme le loro dita - Mia madre è come uno squalo, fiuta la paura, ma se resterai calmo e sicuro di te potresti anche piacergli - Henry sbuffò una risata, rilassando leggermente le spalle - In questo momento preferirei nuotare con un vero squalo, mi sentirei decisamente più tranquillo - borbottò facendo ridere Meli - E hoomaha i kuu aloha*, andrà tutto bene - Almeno spero, pensò, pregando la Madre Terra che Kilo e il gigantesco mazzo di fiori che Henry le aveva portato riuscissero ad addolcire sua madre. Per tutto il tragitto Henry le raccontò di come aveva scoperto che sua sorella Claire non solo usciva con un ragazzo di cui lui non sapeva niente, ma con ci si era fidanzata due minuti fa. -Sono preoccupato, con gli altri non è mai finita bene - sospirò, sistemandosi per la centesima volta in dieci minuti gli occhiali sul naso - E poi questo James Miller non mi convince - Meli alzò gli occhi al cielo ridacchiando divertita, era perfino tentata di dirgli che era stata lei a coprire Claire in modo che potesse uscire tranquillamente con James. - Dagli tempo - gli suggerì Meli, bloccandosi davanti alla porta della stanza di sua madre. Entrambi si guardarono negli occhi annuendo lentamente prima che Meli abbassasse la maniglia. Suo padre, Makoa Kogoja, si alzò dalla poltrona dov'era seduto non appena entrarono. - Aloha papa* - lo salutò allegramente Meli, abbracciandolo di slancio. Suo padre le baciò delicatamente la testa, stringendola tra le braccia muscolose. Anche sua madre si alzò dal letto, avvicinandosi lentamente ad Henry, ancora sulla soglia. Si era nuovamente legata i capelli e sopra al camice d'ospedale indossava una lunga vestaglia rosa pallido. Kilo dormiva tranquillamente dentro al marsupio agganciato al petto di sua madre, beatamente incurante della situazione. Henry si schiarì la gola, porgendole prima il mazzo di fiori (che stranamente accettò quasi subito) e poi la mano destra - Signora Kogoja, è un vero piacere incontrarla - sua madre non rispose, limitandosi a osservare il braccialetto di perline colorate che indossava - Chi è Kim? - domandò sospettosa mentre Henry abbassava la mano, leggermente deluso per l'interazione. - La mia sorellina, è un suo regalo- rispose, cercando di apparire calmo ma era evidente che si stesse agitando. - Mama* - l'ammonì Meli, lanciandole uno sguardo supplichevole. Manali le porse un sorrisetto di scuse ma lanciò comunque ad Henry un'ultima occhiata prima di tornare a sedersi sul bordo del letto - 'O wai kou inoa*? - gli domandò Manali mentre sistemava i fiori in un vaso sul comodino. Stavolta fu il turno di Meli di sorridere vittoriosa: aveva detto a sua madre che Henry aveva imparato un po' di Hawaiano e, naturalmente, voleva accettarsene. - 'O Henry Pillay ko'u inoa a hau'oli maoli ke hālāwai me 'oe* - rispose lentamente, riflettendo attentamente su ogni parola prima di pronunciarla. Manali sgranò leggermente gli occhi, evidentemente sorpresa. Si voltò verso il marito, che aveva la sua identica espressione stampata in faccia, condividendo un rapido sguardo d'intesa prima di rivolgersi ad Henry - L'accento non è dei migliori ma ci si può lavorare- disse sodisfatta, facendo segno ad Henry di sedersi sulla poltrona di fronte al letto più vicina -Vieni, parlami di te. Hai detto che hai una sorellina? - domandò mentre Henry prendeva posto -In realtà sono due, Claire e Kim - rispose allegramente senza scomporsi troppo. Meli si sedette sul bracciolo della poltrona di Henry, avvolgendo un braccio attorno alle sue spalle per non perdere l'equilibrio - Sono simpaticissime, ve le farò conoscere al Luau - sorrise mentre suo padre si sedeva accanto alla moglie - Ovviamente se voi siete d'accordo - aggiunse, timorosa che potessero arrabbiarsi. Suo padre annuì - Sarà un piacere conoscere le tue nuove amiche Mei - sorrise, scostandosi una ciocca di capelli castani dal viso. - Mia figlia mi ha detto che studi a Parigi, che scuola frequenti? - Manali continuò il suo interrogatorio, stranamente rilassata. -Giornalismo sportivo - rispose Henry, guadagnandosi l'attenzione di suo padre - Che tipo di sport? - chiese allegramente. - Calcio, basket, rugby ma soprattutto corse automobilistiche, sto studiando come commentatore - spiegò entusiasta, immergendosi in una conversazione con Makoa sulle diverse auto da corsa. Meli ridacchiò, osservando il modo con cui suo padre interagiva con Henry, come se fossero vecchi amici che si erano appena incontrati al bar. Perfino sua madre si lasciò scappare un sorrisetto. - Papa, spero che tu non stia cercando di rubarmi il ragazzo? - scherzò Meli, incrociando le braccia e fingendosi offesa. Suo padre rise, allungando un braccio per accarezzarle teneramente una guancia. Sua madre cullò Kilo, che aveva cominciato ad agitarsi, ascoltando con interesse Henry raccontare della California e del lavoro che suo padre Diego, un biologo, stava facendo per salvaguardare la vita di molti animali marini - E questa passione per il giornalismo e lo sport l'hai ereditata da tua madre? - domandò Manali, sinceramente curiosa. Henry per un momento parve a disagio ma si ricompose subito - No, lei è un'insegnante di letteratura Inglese e storia - rispose, sistemandosi gli occhiali sul naso. - Ho studiato storia da tutto il mondo per anni prima di diventare avvocato, non è per niente facile, specialmente con tutte quelle date. Meli ne sa qualcosa visto che anche lei l'adora - disse sua madre orgogliosamente, indicandola con affetto. Meli alzò le spalle - Mi rilassa - disse semplicemente. Henry alzò il viso verso il suo - Mi chiedevo come facessi a conoscere Garibaldi - sorrise, prendendola delicatamente per mano. Kilo, finalmente fuori dal marsupio con sua estrema gioia, cominciò a gorgogliare contento allungando le manine paffute verso la sorella. - Cosa c'è piccolino, vuoi andare da kaikua'ana *? - disse Meli, allungando le braccia per prendere in braccio il fratellino. Henry si alzò, scambiando i loro posti in modo che potesse stare più comoda. Tenere Kilo tra le braccia era un'emozione indescrivibile, non riusciva ancora a credere che il suo sogno si fosse avverato. Al suo fianco Henry aveva lo sguardo incollato sul piccolo, che lo fissava con i grandi occhi dorati spalancati. Kilo allungò una mano verso di lui, catturando il dito che Henry gli porgeva - Ciao piccolino - sussurrò dolcemente, gli occhi lucidi dietro le lenti. Meli alzò furtivamente lo sguardo, sbirciando con la coda dell'occhio la reazione dei suoi genitori: entrambi erano rilassati, ottimo segno. - Dopo la festa dovremmo organizzare una cena, che ne pensi tesoro? - propose suo padre rivolgendosi alla moglie - Così potremmo conoscere meglio Henry - un sorrisetto divertito apparve sul viso di Manali - Bugiardo, vuoi solo qualcuno con cui guardare la partita di baseball, non provare a mentirmi tesoro - lo canzonò scherzosamente, guadagnandosi un finto broncio offeso da parte del marito. - Chi gioca? - domandò Henry, alzando lo sguardo da Kilo. -Boston contro Georgia - rispose suo padre - Ti prego non dirmi che tifi Georgia - lo supplicò scherzosamente mentre Henry scuoteva la testa - Io e mio padre tifiamo Boston da sempre, credo di avere perfino una foto di lui che guarda la partita con me e Claire appena nata - disse, sorridendo nostalgico al ricordo. - Tuo padre ti ha cresciuto bene ragazzo - affermò Makoa, sorridendo ampiamente. - Già - Henry si schiarì la gola, un gesto che tendeva inconsciamente a fare quando era a disagio - Diego è stato un padre fantastico - Meli si chiese perché, ogni volta che parlava di lui, lo chiamava quasi sempre per nome. Moriva dalla voglia di domandarglielo, di aiutarlo come faceva sempre, ma sentiva di dover restare calma: se fosse stato importante gli lo avrebbe detto, no?
*Calmo amore mio
* Mi chiamo Henry Pillay ed è un vero piacere conoscerla
* Sorella maggiore/sorellona
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A Summer of us
Teen FictionFrutta tropicale, oceano cristallino, palme e divertimento ecco cosa sono le Hawaii per Henry, Claire e Kim, tre fratelli completamente opposti tra loro con modi di fare totalmente diversi. Kim, una ragazza solare e piena di energia, ama follemente...