23. James

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James amava avere i suoi spazi, per questo si era sentito al settimo cielo quando finalmente era riuscito a racimolare i soldi necessari per affittare un bungalow sulla spiaggia. Ogni mattina si alzava presto e andava a correre, spingendosi sempre più lontano. Era sempre stato un topo da palestra, amava sentire i muscoli bruciare e la sensazione d'orgoglio che lo attraversava quando si specchiava la mattina. James Miller, cresciuto per vent'anni nella confusione di San Francisco senza aver mai dovuto rinunciare a niente nella vita, non poteva desiderare di meglio. Anche se adesso avrebbe scambiato volentieri quella perfetta vita agiata per poter rincontrare quei magnetici occhi neri, anche solo per un altro breve istante. Era arrivato perfino al punto disperato di bussare a tutte le case dell'isola pregando tutte le divinità Hawaiane di trovarla. Fortunatamente era intervenuta la sorella del suo migliore amico che, origliando una loro conversazione al telefono, lo aveva convinto a darle una descrizione (forse un po' troppo dettagliata) della sconosciuta e, ancora non sapeva come, l'aveva trovata. Tempo una settimana e gli aveva inviato uno screenshot del suo profilo Instagram. James avrebbe voluto nuotare fino a Los Angeles per abbracciarla e ringraziarla per aver fatto l'impossibile. - Bro, è da stalker - si lamentò Brian quella mattina (almeno per lui, con le tre ore di fuso orario a casa doveva quasi essere mezzogiorno) in videochat - Potrebbe spaventarsi e denunciarti, io lo farei- James si voltò verso il telefono appoggiato sul davanzale della finestra della sua stanza, interrompendo la sua ricerca dei vestiti più adatti per incontrare "casualmente" Claire - No se lo faccio sembrare naturale e spontaneo- ribatté, ispezionando una polo azzurra. Brian fece per controbattere quando una minuta e abbronzatissima Jesse lo spostò via dall'inquadratura, prendendo il suo posto   -Posa immediatamente quella roba da circolo di polo e cerca qualcosa di più sexy - lo minacciò Jesse, gettando all'indietro l'indomabile chioma bionda. James ripose la polo nell'armadio e sostituendola con una canottiera aderente nera. La mostrò a Jesse, sottoponendola al suo giudizio esperto. Lei si avvicinò alla videocamera, ispezionando l'indumento con occhio critico, prima di allontanarsi e alzare entrambi i pollici -Perfetta - esclamò - Ora ci servono i pantaloni giusti - Da fuori l'inquadratura Brian sbuffò una risata - Se finisce come le altre non gli serviranno- Jesse colpì il fratello maggiore con un pugno sul braccio, rimproverandolo per la battuta. James reprimete un sorrisetto - Non finirà così Brian. Lei...mi ha colpito, molto più di quanto abbia fatto qualcun'altra - disse, pentendosi subito dopo per essere stato così smielato.  - Lo sapevo che anche tu in fondo hai un cuore. Bello e romantico, quella ragazza è fortunata - sospirò Jesse, guardandolo con gli occhi a cuore. James alzò gli occhi al cielo, senza però riuscire a trattenere un sorriso -Okay, sono fantastico e tutto ma non voglio presentarmi a Claire in mutande. Sono pur sempre un gentleman - Brian lanciò verso di lui una manciata di popcorn che andarono a scontrarsi sullo schermo del telefono -Bugiardo! - rise, avvolgendo un braccio attorno alle spalle della sorellina. Jesse si spostò leggermente all'indietro, facendogli spazio per condividere l'inquadratura. - Che ne dici di un bel paio di cargo? O jeans strappati?- propose Jesse, rubando un paio di popcorn dalla ciotola in grembo al fratello. James si morse un labbro  - Non sono esattamente il mio stile - Jesse fece per parlare ma, stavolta, fu interrotta da Brian - Hai portato i pantaloncini della Jordan, quelli neri con l'elastico bianco? - suggerì. James rifletté, facendo mente locale su ciò che aveva messo in valigia - Credo di si, fammi controllare - lanciò la canottiera sul letto, tornando a frugare nell'armadio. - Trovati! - esultò, mostrando agli amici il bottino. Si spogliò velocemente, lanciando la tuta consunta che indossava quando era solo in casa sul letto, indossando i vestiti selezionati. - Jesse puoi tornare - chiamò Brian quando James fu pronto. Jesse si affacciò timidamente, assicurandosi che non le stessero facendo uno scherzo, prima di ritornare al suo posto. - Ciao bel ragazzo, che nei hai fatto di James? - scherzò, mentre lui faceva un giro, imitando i modelli sulle riviste che Jesse tanto adorava. Mentre i fratelli Brown si confrontavano per decidere gli accessori, James infilò le sue amate scarpe da ginnastica, pulendo le rade tracce di sporco con un panno unto di un prodotto specifico. Una volta finito si passò una mano tra i capelli umidi per la doccia, meditando se dovesse asciugarli o pettinarli semplicemente. Alla fine decise di farli asciugare al sole, optando per un look più naturale. Infilò i suoi soliti anelli d'argento mentre Jesse annunciava il verdetto - Occhiali sole e quella collana d'argento sottile che ti abbiamo regalato per il tuo compleanno, a novembre - James obbedì, allacciando la collana e sistemando gli occhiali sopra la testa. - Che ne pensate? - chiese, facendo un paio di passi indietro in modo da entrare completamente nell'inquadratura della videochat. Brian fischiò piano - Ti detesto, sei più figo di me - scherzò, passandosi una mano tra i i disordinati capelli biondo scuro.  -Assolutamente perfetto! - squittì Jesse - Poi il fatto che si veda anche il tatuaggio sulla gamba...muah, al bacio! - James abbassò lo sguardo, ispezionando il tatuaggio sul polpaccio destro: non era nulla di particolare, solo un insieme di ghirigori neri attorno una L in corsivo e un giglio bianco. - Va bene, ora cosa faccio? - domandò agli amici. Entrambi lo guardarono come se fosse diventato pazzo -Vai da lei? - rispose sarcastico Brian, James gli lanciò un occhiata di fuoco - Se sapessi dove si trova - disse, realizzando solo in quell'istante che, sì, conosceva il suo nome, ma ancora non sapeva dove cercarla. Si gettò sul letto, sprofondando tra le lenzuola del letto disfatto -Ho fatto tutto questo per niente - mormorò, coprendosi il viso con le mani - Che idiota! - La voce di Jesse, pacata e calda, lo raggiunse dal telefono abbandonato sul davanzale di fronte al letto. Dio, quel bungalow era davvero piccolo! - Mentre tu ti auto commiseravi, io ho ingrandito lo sfondo della foto che Claire ha postato stamattina e l'ho cercato su Google Learn - disse, dimostrando ancora una volta quanto fosse intelligente. James si rialzò di colpo, afferrando il telefono e avvicinandolo al viso - Sul serio? - scoppiò in una risata mentre Jesse annuiva, orgogliosa di se stessa. - Voi mi fate paura! - esclamò Brian, gli occhi azzurri spalancati  - Questo è letteralmente illegale - Jesse lo spinse giocosamente - Non è niente che non abbia già fatto - disse con nonchalance, armeggiando con il proprio telefono - Ti ho inviato la posizione, è uno spiazzo della spiaggia principale, non è molto lontano da te. Dovresti riconoscerlo subito, ci stanno facendo un servizio fotografico per una stilista, credo - spiegò, indugiando un po' sull'ultima parte. -Un servizio fotografico? - fece Brain, confuso -Jesse, per caso è una modella?-Jesse alzò un sopracciglio biondo - Non ve l'avevo detto? Credevo di si - scrollò le spalle, totalmente indifferente. - E ufficiale, non ho speranze - si lamentò James, abbassando il viso sconsolato.  - Ehi, bro - lo chiamò Brian, avvicinando il viso allo schermo - Ora sei insicuro, dico ti sei visto? Cazzo, sei il ragazzo che ogni ragazza ucciderebbe per avere! - esclamò, gesticolando animatamente. Sapeva che il suo amico aveva ragione, però, quando si erano incontrati, c'era stato qualcosa nel modo di Claire ad attirarlo. E per una volta non era stato il fisico. - Vorrei avere io la tua fortuna bro, tutti vorremo averla, quindi ora la smetti di lamentarti, alzi il culo e vai da lei o giuro su Dio che vengo lì e ti strozzo - continuò Brian minacciosamente, puntandogli un dito contro. Un sorriso involontario si formò sul viso di James -D'accordo ho capito, non c'è bisogno di scaldarsi - disse scherzosamente, infilando le chiavi del bungalow in tasca - Cosa dovrei dirgli, almeno datemi un consiglio - Brian sbuffò una risata - Certamente non "Ehi ciao, è da una settimana che ti stolkero su Instagram perché mi sono perdutamente innamorato di te" - James si bloccò davanti alla porta dell'abitazione, fissando la maniglia come se improvvisamente fosse fatta di acido. Adesso l'idea di bussare a tutte le porte gli sembrava la più logica. - James - lo chiamò dolcemente Jesse, l'unica ad essersi effettivamente accorta della sua esitazione - Non pensarci ora e, non credevo che l'avrei mai detto, si te stesso -  James decise di ignorare l'espressione scettica di Brian e di concentrarsi sulle parole di Jesse. - Devo essere me stesso. Va bene, dovrebbe essere facile, no?- disse a se stesso, prima di afferrare la maniglia e spalancare la porta. Subito i raggi solari di metà mattinata lo travolsero e fu costretto ad abbassare gli occhiali. Il fragore delle onde lo raggiunse insieme alla brezza fresca e al profumo di fiori e salsedine. Davanti a lui l'oceano si estendeva blu e infinito, il sole che si rifletteva sulle onde faceva luccicare l'acqua. Non era mai stato un tipo poetico ma quel posto gli trasmetteva una strana voglia di stendersi sulla sabbia a scrivere canzoni. Girò la fotocamera del telefono, in modo da mostrare il mare ai suoi amici. - Wow, quanto ti invidio - sospirò Jesse mentre Brain alzava semplicemente le spalle  -Bello ma lo sai che sono più un tipo da posti freddi o grandi città, non capisco come tu faccia a stare un'estate intera su un'isola - Jesse scoccò un occhiata sconvolta al fratello prima di voltarsi nuovamente verso James, il solito sorriso incoraggiante dipinto sul viso - Buona fortuna Jamie - disse rassicurante. - Credo in te bro - Brian alzò i pollici, il solito sorrisetto da idiota stampato in faccia, e attaccò. James aprì il link con la posizione che gli aveva mandato Jesse: aveva ragione, non era molto lontano. Dovevano essere dieci minuti di camminata. Normalmente James avrebbe corso ma visto che già faceva caldo e non voleva rischiare di sudare, decise che una passeggiata era l'opzione migliore. Chissà, magari gli avrebbe schiarito le idee su cosa dire a Claire.

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