24. Claire

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Claire era convinta che la cosa più emozionante della giornata sarebbe stata lavorare per Kamali Mulè, il suo idolo da quando aveva memoria. Eppure, quando riconobbe un paio di iridi azzurre che sperava di rincontrare, dovette ricredersi. James Miller, illuminato dai raggi che filtravano attraverso le palme, era un'apparizione divina. Poi, quando le aveva acconciato i capelli temeva che si sarebbe sciolta come un gelato al sole. Parlare con lui, specialmente di Kim, era stato così naturale, sentiva che lui l'avrebbe capita. Soprattutto, con che coraggio l'aveva invitato ad uscire quando tutto ciò che aveva da mettere erano dei pantaloncini da spiaggia grigi e una vecchia T-shirt bianca? - Stupida - borbottò, arrabbiata con se stessa. Come se non bastasse la maglia era un regalo fatto da sua sorella per gli undici anni di Claire: per una piccola Kim di otto anni una maglia con l'impronta viola delle sue manine era il regalo perfetto per la sua sorellona. Solitamente Claire amava quella maglia, solo che stavolta desiderava non averla portata. Tentò di nascondere le impronte con i capelli, ma sfortunatamente non erano abbastanza lunghi. Proprio sul seno doveva farle? Claire sospirò rassegnata, issando lo zaino viola sulle spalle prima di uscire dallo spogliatoio. James l'aspettava appoggiato al muro dello spogliatoio, concentrato su un gioco sul suo telefono. - Quindi tuo fratello non è l'unico a giocare a "quegli stupidi videogiochi" - disse Claire, citando quello che James le aveva detto durante il loro primo incontro. - Beccato - ridacchiò lui, alzando le mani in segno di resa. Poi, inevitabilmente, il suo sguardo si posò sulla maglietta di Claire, che aveva cercato di nasconderla incrociando le braccia. - Te l'ha regalata tua sorella, vero? - domandò compressivo, mentre Claire si limitava ad annuire. - Ti capisco, c'è l'ho identica - sbuffò James, mentre cominciavano a incamminarsi verso la strada. - Lily? - gli domandò di rimando Claire, osservando attentamente il modo in cui il suo sorriso si allargava quando veniva nominata la sorellina. - Lily e Liam - rispose James, gli occhi gli brillavano almeno quanto l'oceano alle loro spalle. - Allora un giorno dovremmo vestirci abbinati - scherzò Claire, superandolo sulla rampa - Saresti così adorabile! - - Non è una cattiva idea, però mi servirebbe il tuo numero. Sai, per accordarci - disse James, sbattendo le ciglia innocentemente. Claire lo spinse giocosamente - Dipende se te lo meriti - disse, lanciandogli uno sguardo di sfida - Prima vediamo dove mi porti a pranzare - James la prese per mano, intrecciando insieme le loro dita - Ti piacerà - fu tutto ciò che disse prima di sollevarla a mo' di sposa. Claire squittì sorpresa, agganciando istintivamente le braccia intorno al suo collo - Ti ucciderò - promise minacciosamente, lanciandogli uno sguardo omicida. James ridacchiò - Mi perdonerai dopo che ti avrò fatto assaggiare il miglior Lau Lau di tutta Maui - Claire lo guardò scettica per un minuto, prima di alzare le spalle - Basta che sia vegetariano - disse, prima di rilassarsi tra le sue braccia, chiudendo gli occhi. Quando gli riaprì si sentiva riposata e leggermente assonata, ma niente che un buon caffè non avrebbe potuto risolvere. James, che aveva insistito per portarla, la posò delicatamente davanti a quello che sembrava l'ingresso di una casa, ma l'insegna sulla porta diceva il contrario. - Typical Hawaiian restaurant - lesse Claire, guardandosi intorno confusa: erano ai margini della via del mercato (se aguzzava l'udito poteva sentirne il perenne chiacchiericcio) in una zona di piccole case che non conosceva. Se ci fosse passata per sbaglio e senza leggere l'insegna l'avrebbe scambiata per una casa come le altre, alte e strette tra loro e dipinte di azzurro. - E' il migliore dell'isola, te lo assicuro - disse allegramente James, entrando nel ristorante. Claire lo seguì attraverso la tenda di perline colorate, rimando piacevolmente stupita: l'interno del ristorante era un trionfo di colori, dalle pareti giallo brillante alle tovaglie azzurre; dalle travi del soffitto pendevano decorazioni a forma di stella marina e pesci di carta velina colorata e le tende di pizzo erano tirate di lato, in modo che la luce solare inondasse la sala. All'angolo, una vecchia radio riproduceva canti tradizionali in hawaiano. Alcune persone già sedute ai tavoli salutarono James con una certa familiarità. Doveva essere un cliente abituale a quanto pareva. Claire era talmente assorta da uno dei quadri appesi al muro che quasi non si accorse della bambina che correva verso di loro. - Lilo! - esclamò James, inginocchiandosi per abbracciarla - Come stanno andando le lezioni di ballo? - Lilo si esibì in un sorriso sdentato, gonfiando il petto d'orgoglio - Il maestro ha detto che sono la più brava - rispose vivacemente, gli occhietti scuri brillavano di quella purezza tipica dei bambini. A Claire ricordò Kim quando tornava dagli allenamenti di basket. - Bravissima, Pesciolina - ridacchiò James, scompigliandole affettuosamente i ricci disordinati. Claire temeva che il suo cuore si sarebbe sciolto davanti a tutta quella tenerezza, specialmente quando la bambina si era girata verso di lei e aveva spalancato gli occhioni scuri. - Ciao - disse impacciatamente Claire, inginocchiandosi alla sua altezza. Lilo si nascose dietro le gambe di James, lanciandole occhiatine curiose senza però avvicinarsi. - Ehi tranquilla Pesciolina, Claire non morde - scherzò James, ma Lilo non ne voleva sapere di uscire dal suo nascondiglio. Claire sospirò tristemente, rialzandosi dal pavimento. Lilo la seguì con lo sguardo, osservando attentamente ogni sua mossa. - Non essere triste ragazza, mia nipote non è spaventata ma in soggezione - una voce sottile irruppe dolcemente nel piccolo cerchio che avevano creato all'ingresso. Apparteneva a una donna anziana dai lunghi capelli bianchi e un viso sorridente. Indossava un lungo vestito azzurro, in tinta con il fiore che portava tra i capelli e con le perline dei suoi bracciali. No, non erano perline ma...pasta? Con affetto Claire ripensò alla collana di pasta colorata fatta all'asilo che lei e Henry avevano regalato a loro madre per la festa della mamma. - Nonna! - Lilo saltò tra le braccia della nonna, avvinghiandosi a lei come un koala. - Nana - anche James l'abbracciò, attento a non schiacciare la piccola tra loro. - Cresci a vista d'occhio ragazzo, tra poco dovrò usare uno sgabello per abbracciarti - scherzò Nana, pizzicando affettuosamente la guancia di James. Claire si mosse a disagio, indecisa se dovesse presentarsi o aspettare che la donna li accompagnasse un tavolo. Anche se con lo sguardo di Lilo ancora puntato addosso la scelta era facile. Nana doveva essersene accorta, perché improvvisamente la sua attenzione era rivolta su di lei. Sorrise affettuosamente alla nipote - Pesciolina, non penserai mica che questa bella ragazza sia Pele? - Lilo annuì vigorosamente, rischiando di far cadere il fiore che teneva tra i capelli. - Chi è Pele? - domandò Claire, confusa. - La dea del vulcano - rispose Nana, indicando il quadro accanto a quello che Claire stava ispezionando, un semplice disegno a carboncino raffigurante una giovane donna dall'espressione fiera e capelli talmente ricci da sembrare fumo. Indossava gli abiti tradizionali Hawaiani e tra le mani a coppa teneva una fiammella. - Ha il suo viso - continuò Lilo, alternando lo sguardo tra il disegno e Claire. Okay, forse c'era una leggera somiglianza, forse nella forma del viso e del naso. Nana cullò la bambina tra le braccia - *Mo' opuna, Pele sta dormendo nel vulcano e, finché custodirai la tua pietra rossa, non potrà mai farti del male - le spiegò pazientemente, posando la mano sul ciondolo che portava al collo. Lilo la imitò, guardando quella piccola pietra rossa come se davanti avesse un diamante rarissimo. - Pescolina, perché non vai a disegnare? - propose Nana, posando la nipote a terra. Lilo si precipitò a un tavolo in fondo alla sala ricoperto di pastelli colorati e album da disegno, la sua risata allegra risuonò per il ristorante. James e Claire seguirono Nana fino a un tavolo libero, graziosamente decorato con un vaso di fiori di ibisco. - Sai - le disse James mentre prendevano posto - Secondo la leggenda Pele si mostra ai mortali con le sembianze di una bellissima e giovane donna, potrebbe essere per questo che Lilo pensava che la dea si fosse "svegliata" - Claire incrociò le braccia sul tavolo, alzando un sopracciglio - Mi stai paragonando a una dea per guadagnare punti, Miller? - James sorrise innocentemente - Forse - rispose enigmatico, sporgendo il busto verso di lei. Nana ridacchiò, scambiando qualche parola in Hawaiano con la signora seduta al tavolo accanto. A seconda delle occhiatine dolci che le due donne gli lanciavano tra una parola e l'altra, Claire intuì che stavano parlando di loro. - Cosa stanno dicendo? - sussurrò a James - Sicuramente che merito qualche punto - rispose lui a voce non troppo bassa, scansandosi quando Claire tentò di colpirlo con uno scappellotto sulla testa. - Cosa vi porto cari - Nana si rivolse a loro, in quel modo tenero e amorevole tipico delle nonne. - Vorrei far provare a questa bellissima ragazza i vostri stupendi Lau Lau, ma ho una sfida per quel buonuomo di tuo marito - disse James, mentre Nana scriveva l'ordinazione su un taccuino - Sono vegetariana - spiegò Claire, stranamente imbarazzata. Nana le sorrise - Tranquilla cara, Kay è un ottimo cuoco, sono certa che troverà una soluzione - disse, mentre finiva di scrivere l'ordinazione, allontanandosi dal tavolo e sparendo oltre una porticina di legno dal lato opposto della sala. Claire notò che zoppicava leggermente. James allungò una mano sul tavolo, fino a raggiungere la sua - Devo proprio chiedertelo, perché hai scelto di diventare vegetariana? - domandò, giocherellando con l'anello che Claire indossava. Diversamente dalle altre volte che gli lo avevano chiesto, Claire percepì la più pura curiosità e il rispetto per la sua scelta, invece del disprezzo che di solito riceveva. Claire sentì un sorrisetto formarsi al ricordo tragicomico - Allora, ammetto che è...una storia abbastanza divertente. Avevo quindici anni ed eravamo andati in una steakhouse per il compleanno di mio padre, grande appassionato di grigliate, ma quella stessa sera il proprietario aveva organizzato una gara di mangiatori di polpette piccanti. Attenzione, non salsa piccante ma il peperoncino era stato tagliato a pezzettoni e impastato con la carne. Come lo so? No, James non ho partecipato, ma uno dei concorrenti a fine gara ha ben pensato di lanciare una polpetta...che è finita sulla mia fetta di torta - concluse Claire, rabbrividendo al ricordo della serata - Immagina questa deforme palla di carne, a momenti grande quanto un pugno, con questi spuntoni di jalapeno sulla mia Charlotte al limone - aggiunse schifata. James strinse le labbra, tentando di reprimere una risatina - Dio, che scena! Immagina se ti avesse colpito in testa - Claire scosse la testa - Ti prego non farmici pensare, piuttosto parlami di questo- disse, rivolta all'anello che James portava al pollice - Di dove sei? - domandò, sfiorando l'anello con la punta delle dita. James intrecciò le loro mani insieme - San Francisco - rispose -Ma ho vissuto per un po' in Florida, ci siamo trasferiti quando avevo dieci anni per il lavoro di mia madre - un piccolo sorriso si espanse sul suo viso - Fu lì che iniziai la boxe, mi ha davvero aiutato a integrarmi a scuola e...a sfogarmi - aggiunse imbarazzato, senza guardarla veramente in faccia. Claire gli strinse la mano - Va tutto bene - disse solamente, sorridendogli mentre rialzava timidamente la testa. I loro occhi si incrociarono nuovamente. James aprì la bocca per parlare ma Nana lo interruppe apparendo al loro tavolo - Ecco qua, due porzioni di Lau Lau vegetariani. Buon appetito cari - disse allegramente, posando sul tavolo due piatti fumanti di involtini fatti con quelle che sembravano essere foglie. - Grazie Nana - la ringraziò James leggermente scombussolato, ma lei si era già allontanata e tornata in cucina. Claire studiò i suoi tre Lau Lau con aria critica, chiedendosi se dovesse mangiare anche le foglie. - Lo devi aprire, così - disse James, mostrandole come slegare lo spago che teneva fermo l'involtino. Appena sciolto il nodo le foglie si aprirono come un fiore, rivelando un soffice ripieno di patate e verdure grigliate. Claire lo imitò, con un po' di difficoltà per via delle unghie lunghe, rimanendo piacevolmente sorpresa per il profumo che emanava il ripieno. Aveva un leggero sentore di cipolla, delicato e per niente invadente. - Allora? - le domandò James, dopo che Claire ebbe assaggiato una piccola dose del ripieno. - Avevi ragione, è buonissimo - rispose, enfatizzando la frase con un boccone più abbondante del precedente. James sorrise, mangiando con gusto i suoi Lau Lau. Uscirono dal ristorante dopo che James la convinse a provare altre specialità, tra cui alcune con ananas grigliato e puree di frutta e taro (una specie di tubero che coltivavano sull'isola). - Non mangiavo così tanto da molto tempo - ridacchiò Claire mentre uscivano dal ristorante, accarezzandosi la pancia sodisfatta. James la prese per mano, un gesto ormai così stranamente famigliare, conducendola verso delle stradine secondarie più tranquille - Non avrei mai pensato che il cibo vegetariano fosse così buono, credevo che consistesse in insalata e tofu - Claire gli lanciò un'occhiata storta - Questo è uno stereotipo - disse, saltando giù dal marciapiede per evitare un vaso di fiori gocciolante da un balcone - Anche se devo ammettere che ultimamente sono i miei pasti principali, non sono un granché in cucina e Henry fa quel che può. Preferisco di gran lunga infornare torte - confessò timidamente Claire - Mi sarebbe piaciuto seguire una scuola di pasticcieria ma...sono successe molte cose e alla fine non ciò più pensato - scrollò le spalle, scacciando via il ricordo dell'incidente. James aveva di nuovo quello sguardo dolce sul viso e quel tenero sorriso che le faceva tremare le ginocchia - Fai tanto la dura ma sotto sotto sei un pasticcino alla crema - rise James, avvolgendole un braccio intorno alle spalle e tirandosela più vicino. Claire alzò gli occhi al cielo, senza però nascondere una risata - È il complimento più bizzarro e dolce che mi abbiano mai fatto - rise, crogiolandosi nell'abbraccio. Le ricordava suo padre, il modo in cui se la stringeva al petto da quando era piccola era diventata una parte indelebile del dolo rapporto. Quella sensazione di protezione le mancava, erano una famiglia molto unita e non accadeva spesso che si separassero per la pausa estiva. James le stava raccontando del suo ultimo incontro di boxe quando il telefono di Claire cominciò a squillare. - Pronto? - rispose Claire, stizzita per l'interruzione, senza leggere il nome del contato. -Clary!- la voce di Madison rischiò di perforarle un timpano - Ho bisogno urgentemente di te, tipo ora - continuò Mads, sempre senza abbassare la voce. In sottofondo Claire riusciva a sentire un chiacchiericcio sovrastato da della musica. - Mads dove sei? - domandò Claire, allontanando brevemente il telefono dall'orecchio per leggere l'orario: erano a malapena le quattro del pomeriggio, dubitava che fosse andata in un locale a quest'ora, specialmente con l'uscita al bowling che Kim aveva tanto aspettato. - In spiaggia, ci mancano due giocatori per la partita di pallavolo - gridò Madison - Turisti contro noi che viviamo qui - specificò una voce maschile che Claire non conosceva, venendo poi interrotta dalla risata di Madison. Ci fu una breve conversazione tra i due ma c'era troppa confusione per afferrare anche solo una parola. - Non è una cattiva idea - fece James - Sono qui da anni ma non ho mai partecipato a una sfida del genere. Sembra divertente - Claire si morse il labbro pensierosa. La pallavolo non era per niente il suo sport, temeva di ridicolizzarsi davanti a tutti. Specialmente davanti a lui. James strinse maggiormente la presa sulle sue spalle - Ehi, ci divertiremo da pazzi te lo prometto - sorrise rassicurante e Claire sentì nuovamente le gambe diventare di gelatina. Come faceva un dannato sorriso a farla sentire come un'adolescente alla sua prima cotta? La colpa doveva essere di quegli occhi azzurri o di quella piccola cicatrice sul sopracciglio, ne era sicura. - Va bene, io e James stiamo arrivando Mads - disse Claire all'amica, attaccando prima che potesse iniziare a tartassala di domande. - Andiamo, conosco una scorciatoia - esclamò James, afferrandole la mano e conducendola verso la parte opposta.


*Nipotina/nipote in lingua Hawaiana

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